Capitolo 18/ Edie

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Sento un rumore. Una porta che sbatte. Sobbalzo e apro gli occhi di scatto. La sveglia segna le undici. Accidenti! Ieri sera, al buio, sola nel mio letto, mi sono lasciata andare in un pianto liberatorio e devo essermi addormentata senza accorgermene. E' tardi. Mi ero promessa di svegliarmi presto per andare a correre, ma ormai la mattinata è giunta al termine e poi sono troppo stanca per fare esercizio fisico. Le lacrime e i pensieri mi hanno distrutta anche se, poi, sono caduta in un sonno profondo.

Mi alzo e, dopo essermi sciacquata il viso, mi vesto. Opto per dei pantaloncini neri e una maglia a maniche lunghe dello stesso colore. So che vestita in questo modo sembro pronta per andare ad un funerale, ma non sono mai stata brava con gli abbinamenti, quindi così vado sul sicuro. Per quanto riguarda i capelli, mi rifiuto di pettinarli e li lascio ricadere sulle mie spalle. Quando mi muovo mi accarezzano la pelle e ciò mi provoca un leggero brivido che mi percorre la schiena. Ma, in fondo, mi piace.

Apro la porta della mia camera e mi trascino fino in cucina dove trovo mia madre che armeggia ai fornelli.

- Bensvegliata dormigliona! - esclama appena mi vede. Non so come abbia fatto ad intercettarmi dato che mi da le spalle ed è indaffarata a tenere una padella sul fuoco con una mano e a mescolare qualcosa in un pentolino con l'altra.

- 'Giorno - le rispondo con la lingua impastata.

- Dormito bene?

- Mh, mh - mugugno come risposta mentre annuisco.

Mi siedo a tavola al mio solito posto e cerco di svegliarmi del tutto. Dopo pochi minuti, mia madre serve il pranzo. Mi ritrovo un piatto fumante di pasta sotto il naso e, all'improvviso, sento la mia pancia brontolare. Non devo essere l'unica ad accorgersene perchè vedo mia madre che accenna un sorriso. Si siede anche lei e, a questo punto, impugno la forchetta e mi butto sulla pasta. Sarà la fame, ma mi sembra buonissima, tanto che in pochi minuti ho spazzolato il piatto. Mamma sembra entusiasta, si reputa una cuoca eccellente ed io, visto che siamo solo in due in casa e date le mie pessime abilità in cucina, non la smentisco.

Parliamo per un po' di come mi trovo a scuola e di che programmi ho per la giornata perchè è domenica e quindi ho tutta la giornata per me. Sinceramente, non so che fare, non ci ho pensato, negli ultimi giorni la mia mente è stata occupata da troppi pensieri per lasciare spazio al programma del finesettimana. credo che mi rifugerò in qualche libreria a spulciare gli scaffali per trovare qualche vecchio libro da adottare.

Mia madre non ha niente da ridire al riguardo, perciò ne approfitto per stendermi sul divano e accendere la TV. Passo diversi minuti a fare zapping, passando da un telefilm scadente ad uno anche peggiore. Dopo una cinquantina di canali cambiati dopo i pochi secondi che concedo a ciascuno per catturare il mio interesse, trovo un film che ho visto decine di volte ma che è sempre meglio di qualsialsi altra trasmissione. Rimango spaparanzata sul divano a fissare lo schermo. Lascio che le immagini di una parte che so a memoria mi scorrano davanti agli occhi senza farci troppo caso. Poco dopo, la mia attenzione è richiamata dal viso della protagonista. Caspita! E' incredibile quanto assomigli a Mya. Quegli occhi azzurri, La forma del viso, le labbra... Guardando meglio, però, mi rendo conto che la ragazza sullo schermo non ha niente in comune con la mia amata dai capelli color cielo.

Ultimamente ho cominciato a ritrovare Mya nelle ragazze che incrocio andando a scuola o che trovo mentre passeggio per le vie del centro. Quella ragazza si è impadronita della mia ragione ed ora non posso fare niente se non assistere impotente al mio declino mentale e alla mia ascesa alla pazzia. Ma mi va bene cosi, se è l'unico modo per tenermela vicina, mi sta più che bene.

quardo l'orologio appeso sopra il frigorifero.

13:00

Sono combattuta se chiamare Mya oppure rimanere a casa e continuare ad imbottirmi di televisione. Spengo il televisore e prendo in mano il cellulare che ha passato la notte sul tavolino di fronte al divano. Appena premo il bottone centrale, l'apparecchio s'illumina e mostra la schermata principale vuota. Nessun messaggio, nessuna chiamata, nessuno che abbia avuto l'idea di mandarmi il buongiorno o di chiedermi come sto per fare due chiacchiere. Neanche io l'ho fatto, certo, ma ci avrei potuto contattare? Lucy è occupata a sbaciucchiarsi con quel Kaleb e non ho il coraggio di chiamare Mya. O forse ce l'ho?

La notte non fa più pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora