1.7 Someone like you

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"Di nuovo i soliti incubi?".

Lei si limitò ad annuire e lui scosse il capo, facendosi scivolare i capelli sul viso per nascondere una smorfia di inquietudine.

"Erano anni che non ti capitava più".

"Da quando l'Opera è stata conclusa", precisò lei. "Ma ora sono tornati".

Raven la sbirciò da sotto le ciocche scure.

"Eagle lo sa?".

"Non gliel'ho detto".

Una risata sommessa sfuggì dalle labbra di lui.

"Se ne sarà accorto comunque. Sai meglio di me quanto è sensibile a certe cose. E poi... dannazione, Swan! Pensavo che ormai avessimo imparato la lezione sull'importanza di non raccontarci bugie".

"Certo che non sei cambiato di una virgola", fu la replica piccata, nella quale lui riconobbe finalmente la sua vera, piccola Swan. "Sempre a predicare regole che dimentichi sistematicamente di seguire".

"Io non le dimentico", sorrise felino. "Io le discrimino".

In quella puntualizzazione, in quella nota che le suonava sempre così familiare, anche lei riconobbe lui. Prese fiato e riemerse definitivamente da quello stato di abbandono nel quale era precipitata mentre si lasciava accarezzare dall'acqua e dalla notte. Si sistemò meglio sul lettino, incrociò i piedi nudi sotto le gambe per non ammettere che iniziava a sentire freddo, e si avvolse meglio nella coperta. A quel punto poteva anche affrontarlo.

"Cosa sei andato a fare a Londra? E perché sei tornato nel cuore della notte?".

Lui si limitò a lanciarle un'occhiata sorniona.

"Te lo dirò domani", rispose giocherellando distratto con il bicchiere, senza darle troppa importanza.

La ragazza sbuffò.

"Lo vedi che sei insopportabile?".

"Lo vedi che stai mentendo di nuovo?", la provocò lui con l'aria di chi la sa lunga.

Swan distolse lo sguardo e poggiò delicatamente le labbra sulla superficie del liquido dorato, quanto bastava per riempirsi le narici del suo profumo e saggiare il suo sapore pungente.

"Ok", riprese subito dopo, più decisa, "allora ti dirò un segreto se tu ne dirai uno a me".

"Che fai?", ridacchiò lui divertito. "Vuoi mercanteggiare con me a quest'ora senza ancora aver finito il tuo whisky?".

"Sì", protestò Swan sfoderando il suo tono pedante. "Preferisco essere lucida quando tratto affari con te".

Raven fissò il bicchiere mezzo vuoto per qualche istante, soppesando quella proposta.

"Va bene, ci sto. Spara".

Di fronte a quella replica, lei esitò. No, non voleva farlo sul serio, quello scambio. Dopo l'assurda giornata che aveva dovuto affrontare, la discussione con Ailleann e la recita di quel perfetto barbecue da manuale aveva solo una gran voglia di confidarsi, ma non credeva che esistesse più al mondo qualcuno con cui avrebbe potuto farlo. A ben vedere, Raven era quanto di più distante da quel qualcuno lei avesse potuto designare, e allo stesso tempo era anche il più prossimo.

Si rassegnò a quel pensiero e si abbandonò allo scorrere di quella notte, perché così faceva sempre: si lasciava andare, seguendo la direzione delle onde. Mandò giù in un sorso l'intero contenuto del bicchiere, lo abbandonò sul vetro del tavolino, poi si lasciò cadere sulla schiena, sul materassino morbido, obbligando Raven a girarsi per poterla guardare.

Laminae [SEQUEL di OPERA]Where stories live. Discover now