CAPITOLO 5

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Dormii per un giorno intero, non so cosa quel ragazzo - mi disse di chiamarlo Masky - abbia fatto nel frattempo, e forse temevo a chiederglielo. La mattina successiva trovai accanto al letto un panino e un'altra bottiglietta, la considerai come la colazione e con alcune difficoltà riuscii a mandare giù tutto e a fare due passi.
I giorni passarono senza che nessuno mi avesse ancora trovata, non avevo notizie del mondo esterno e Masky mi aveva severamente proibito di mettere piede fuori dalla stanza. Toby era irrequieto, ma passava gran parte della giornata fuori e questo mi rassicurava, ma quando era in casa sentivo le sue grida, i suoi lamenti - a volte intonava perfino canzoni inquietanti simili a ninnananne - e ogni giorno ero più terrorizzata.

<<Tu sai per caso chi è questa Lyra di cui parla sempre?>> Chiesi una sera in cui mi era impossibile dormire a causa dei lamenti provenienti dalla stanza a fianco

<<Era sua sorella, è morta in un incidente d'auto. Gli ha fatto da scudo per proteggerlo e non c'è stato scampo>>

Masky si era rifiutato categoricamente di lasciare la stanza a meno che non fosse necessario. <<Quando me lo ordina non posso non fare come mi dice, ma almeno so che anche Toby è fuori e questo mi rassicura>> mi aveva detto una volta, non si era mai fidato di lui e sapeva che sotto la maschera di follia pura c'era un furbo e abile calcolatore che non se la dava vinta facilmente.

<<Ecco perché ha deciso di risparmiarmi>> dissi tra me e me, ma lui sentì e rispose

<<Mi dispiace che ti trovi in questa situazione>>

<<Fosse stato per te sarei morta quel giorno>> azzardai, e la sua reazione di uno sbuffo sotto la maschera

<<Ascolta, ti avrei ucciso solo per risparmiarti sofferenza gratuita. In questo posto essere viva è di per sé una tortura. Arrivi al punto di pregare per farti ammazzare>>

<<Quante altre persone sono state trattate così?>>

<<Fin troppe, senza che io potessi evitarlo. Fidati, ti avrei risparmiato un destino ben peggiore della morte se fossi riuscito a ucciderti quel giorno>>

Passò altro tempo e quella sorta di convivenza forzata mi aveva man mano insegnato molte cose su quel ragazzo. Masky era molto diverso da Toby, non dava segni di pazzia evidente, non mi maltrattava ne verbalmente ne tantomeno fisicamente. Si preoccupava del mio stato di salute, mi portava il cibo e i vestiti puliti, e in cambio mi chiedeva semplicemente di non uscire dalla stanza e di pulire ogni tanto.
Le regole di quella casa mi entrarono in testa ben presto, e avrei fatto bene a non dimenticarle se tenevo abbastanza alla mia vita.
Il capo di quella casa, che Masky chiamava Operatore era quello che dava ordini e che vietava di uccidere le vittime prigioniere.

<<Si nutre delle emozioni negative, trae piacere dal dolore altrui. Se tutte le vittime muoiono, va a suo discapito>>

Inoltre, una volta messo piede in quella casa, noi vittime eravamo al pari degli animali. Potevamo essere maltrattate da chiunque, potevano farci di tutto, per questo uscire dalla stanza era pericolosissimo, soprattutto con Toby in giro.

<<Lui è il più pericoloso di tutti>> mi aveva detto Masky <<È un moccioso che non sa tenere a freno le emozioni, e potrebbe mettere nei casini tutti quanti. È totalmente fuori di testa, bipolare e se ne fotte delle regole. Potrebbe ammazzarti senza preoccuparsi delle conseguenze>>

Poi c'era il terzo ragazzo, Hoodie

<<Un pupazzetto nelle mani del capo. Non ha idee o pensieri suoi, fa quello che gli viene ordinato e il resto del tempo sta nella sua camera. Di per sé non è pericoloso, ma se Toby dovesse farti del male lui è capace di stare a guardare senza reagire>>

Era passata ormai una settimana da quando ero entrata in quella casa, le ferite stavano migliorando e finalmente riuscivo a muovermi abbastanza liberamente senza accusare dolori troppo intensi, e anche la febbre era scesa. Le giornate passavano quasi al rallentatore, stancanti, e la camera era sempre più asfissiante.
Masky tentava di tenermi occupata in ogni modo, senza mai dimostrarsi invadente, e il mio unico passatempo era diventato disegnare scarabocchi informi sui fogli che mi aveva procurato.

In tutto quel tempo lui aveva rifiutato di togliere la maschera, mi parlava di molte cose di se ma non voleva mostrarmi il suo viso.

<<Il mio vero volto è questa maschera ormai, è questa maschera che risponde delle mie azioni>>

Non ero più spaventata di lui, non mi sentivo al sicuro in sua compagnia ma neppure in pericolo, e man mano che il tempo passava più sentivo lontano quel sento di terrore, mentre in me si faceva sempre più forte il desiderio di tornare a casa da Ramsey.

<<Tu hai detto che non vuoi farmi del male, che non volevi che io fossi qui. Per che non mi liberi e basta?>>

<<Non sopravvivresti cinque minuti>> non riuscivo a vedere il suo viso ma dal tono pareva affranto

<<Potresti aiutarmi>> azzardai

<<Lo farei anche, ma fidati che farebbero a gara per ammazzarti, e poi farebbero lo stesso con me>>

Tornai al mio giaciglio sconsolata

<<Mi dispiace che ti trovi in questa situazione>> mi disse lui <<ma non so come aiutarti. Se dipendesse da me ti lascerei andare in questo momento, ma non farei del bene a nessuno dei due. L'unico modo per tenerti davvero al sicuro è che tu stia qui>>

<<Tu perché sei qui?>>

<<Non per mia scelta>> tagliò corto <<e neanch'io posso andarmene>>

Stavo per chiedergli qualcos'altro, ma un rumore particolarmente violento, seguito da un urlo femminile che non avevo sentito prima, ci fece rizzare a sedere entrambi. Masky mi fece cenno con la mano di fare silenzio, prese in mano una pistola e aprì la porta quanto bastava per vedere ciò che stava succedendo sul pianerottolo. Io mi sedetti a un angolo del letto, distante dall'uscio ma in modo tale da riuscire a vedere all'esterno, e ciò che stava succedendo fuori dalla stanza era raccapricciante.

Toby saliva le scale appesantito, trascinava il corpo di una ragazza semi-cosciente e coperta di sangue. Raggiunse la sua stanza senza guardarsi intorno, la trascinò fino all'interno e, a giudicare dal silenzio, lei doveva essere definitivamente svenuta. Uscì di nuovo, questa volta con gli occhiali abbassati, e guardò Masky con ira

<<N-non l'avrai ancora per molto>> disse

Masky entrò in stanza chiudendosi dentro, si appostò alla porta per controllare che Toby non provasse a entrare e, quando la situazione pareva essersi calmata, si rivolse nella mia direzione e mi disse

<<Qualunque cosa succeda, tu non uscire mai da questa stanza>>

Continua...

DEAD END | MASKY Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora