<<Grazie del passaggio Nathan, sono stata felice di averti conosciuto per la seconda volta>> sorride come una bambina imbarazzata, imprigionando un ciuffo di capelli dietro l'orecchio lentamente. Questa mossa non dovrebbe avere niente di sensuale, eppure il mio corpo reagisce come se fosse la cosa più eccitante da vedere. Le ciglia che sbattono piano e lo sguardo colpevole causato dai suoi pensieri poco pudici che mi rivolge un attimo dopo è la mia disfatta definitiva.
Devo scendere, subito.

<<Ci rivedremo sicuramente>> le risponde lui, facendomi muovere sul sedile agitato.

Mi schiarisco la voce per distogliere un'occhiata complice che si lanciano, prima che lei ci da le spalle per sparire lungo il viale d'ingresso.
Che mi nascondono questi due?

<<Ne parleremo, di quello che le hai raccontato quando siete stati soli.>> So che Nathan non direbbe mai qualcosa fuori posto su di me, ma il modo in cui hanno sorriso entrambi significa solo che si è lasciato sfuggire appositamente qualche rivelazione di rilevante importanza probabilmente sui miei atteggiamenti.

<<Me ne ricorderò... ma adesso ho qualcosa di più importante a cui pensare.>> Mi volto in direzione della piccola ragazzina impacciata sull'uscio della porta mentre sta cercando il mazzo di chiavi da dentro le tasche del suo cappotto nero.

<<Tranquillo, le ho detto solo che si stava per immischiare in un gran casino e che avrebbe fatto meglio a rivolgere lo sguardo verso uomini più attraenti e simpatici di te.>> Alzo le sopracciglia quando torno ad osservarlo, stringendo la bocca duramente per far guizzare il muscolo della mandibola quasi con ossessione.

Potrei credere che sta mentendo visto che si tratta di lui, ma l'espressione seria con cui mi fredda non ha niente a che vedere col divertimento e in questo caso potrei davvero valutare l'idea di non voler rispondere più delle mie azioni.

<<Sto scherzando Blake>> sbuffa ironico prima di sghignazzare come un bambino.

<<Beh, è uno scherzo del cazzo>> mi passo una mano tra i capelli per sciogliere la tensione pulsante delle mani. Faccio per scendere quando mi rendo conto di non aver fatto una cosa che ho in mente da quando siamo partiti, da sempre in realtà.

<<Grazie Nath perché ancora una volta hai creduto in me, ancor prima di me stesso. Non potrò mai sdebitarmi e anche se volessi non sarebbe comunque abbastanza per i tredici anni in cui hai continuato a farlo. Solo questo, solo... grazie.>> Abbasso la voce come per confessare un segreto indecente, sentendomi in difficoltà più a restare in questa macchina col peso delle mie parole disperse nell'aria, che se mi dovessi spogliare completamente nudo davanti ad un gruppo di sconosciuti.
È un paradosso, lo so, il contrasto esistenziale che differenzia la mia vita da quella degli altri. E anche Nathan ne è perfettamente a conoscenza perché si limita ad un assenso del capo per comunicarmi che non ce bisogno di fare altro, siamo pari.

Anche se non la penso allo stesso modo decido di non controbattere, aprendo lo sportello per dirigermi in poche falcate a bussare alla porta di Alyssa solo quando il rumore del motore della macchina abbandona questa via. Dei secondi interminabili mi insospettiscono, soprattutto quando non sento altri movimenti provenire dall'interno.Prima di giungere a conclusioni affrettate percepisco però dei passi delicati scendere velocemente le scale e, un attimo dopo, la sua figura mi si materializza davanti con addosso solo un paio di pantaloncini corti e un top.

Prendo un respiro profondo per non farmi travolge dall'irresistibile voglia di strapparle via quel sorriso angelico dal volto, contando mentalmente fino a dieci.

<<Io... non sapevo se saresti entrato e così mi sono cambiata>> si tortura il labbro inferiore incastrandolo tra i denti, prima di passarci sopra la lingua e inumidirlo.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Where stories live. Discover now