Smarrito

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L'unico rumore in quella grande stanza era prodotto dalla macchinetta del caffè e da qualche neon guasto che ogni tanto emetteva scintille. Poso la valigetta sul pavimento lucido. 
Inizio a correre in tutte le direzioni, per cercare qualcuno. Nulla. Un'infinità di scrivanie, fogli, computer vecchi, fogli di carta arrotolati e matite. Non c'era nessuna forma di vita oltre me. 
Non era mai successo. Inizio a pensare di essere in un orario sbagliato, così mi avvicino all'orologio sul muro. Nulla da fare, sono le sette e trentacinque. La giornata di lavoro inizia alle sette e mezza.

Decido di tornare al pianoterra per parlare con la segretaria, magari lei ne sa qualcosa. Prendo un'altra volta l'ascensore, questa volta verso giù. Sono al pianoterra, la segretaria è là seduta alla sua scrivania, come sempre. 
"Scusi, può dirmi che giorno è oggi?"
"E' lunedì, perchè me lo chiede? Dovrebbe saperlo, no?
"Beh, a quanto pare sono l'unico ad essermi presentato a lavoro questa mattina, lei sa dove sono i miei colleghi?"
"No, è impossibile. Li ho visti tutti salire esattamente cinque minuti fa, tutti come sempre mi hanno salutata e hanno preso l'ascensore"
"Ma al primo piano non c'è nessuno, glielo assicuro, ho controllato benissimo in ogni stanza"
"Si dev'essere sbagliato, capita a tutti, stia tranquillo" 
Mi sono convinto di ciò e ho deciso che salirò di nuovo, probabilmente avrò sbagliato piano.
E per la terza volta in dieci minuti, riprendo l'ascensore. 
Mentre l'ascensore saliva, per qualche motivo speravo di essermi sbagliato la prima volta, l'idea di essere solo mi suscitava un pò di angoscia. 
Sono istanti di suspence letale mentre vedo le porte dell'ascensore allontanarsi l'una dall'altra.

Ora ne ho la conferma, la prima volta non mi sono sbagliato. In quella stanza non c'era nessuno.
"Ne ho abbastanza di questi scherzi, ora la segretaria mi sentirà!" 
Rientro nell'ascensore appena prima che si chiudi, e furioso clicco con violenza il tasto "0".
Alla fine del breve viaggio in ascensore, succede una cosa che non avrei mai immaginato, e che andava oltre qualunque logica.
Davanti a me non c'è più la scrivania della segretaria, la porta d'ingresso, i distributori automatici e nemmeno quel lampadario osceno sul soffitto. E' qualcosa di inspiegabile, è una stanza che sembra espandersi all'infinito. Pavimento, pareti e soffitto sono rivestiti di carta da parati gialla. Nessun arredamento, nessun suono. Tutto così simmetrico. Faccio incuriosito qualche passo avanti e sento un rumore, come uno strappo molto grande alle mie spalle. 
L'ascensore era sparito. Ora sono davvero smarrito.

Stuck in a nightmareWhere stories live. Discover now