Cap. 1 Una giornata qualsiasi

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Quella mattina fui svegliata dal frastuono proveniente dal cantiere a fianco della mia vecchia casa, come ormai accadeva da mesi e mesi.
Mi alzai dal letto a fatica, trascinando i piedi, guardandomi attorno sconfitta. Vagai senza meta per la camera a piedi nudi, camera in cui avevo appeso ogni possibile ricordo di lei, di noi, ed una lacrima improvvisa solcò il mio viso pallido.
Mi avvicinai al mio telefono, appoggiato sul bordo del comodino, e scorsi tra le notifiche cercando il suo nome. L'ennesima relazione finita nel giro di pochi mesi. Ormai erano diventati incontri di sesso occasionale più che vere e proprie relazioni. Lei scriveva, io andavo a prenderla giustificandomi in qualche modo con i miei genitori e poi passavamo tutta la sera a scopare nel bagno di qualche discoteca scadente.
Poi stroncavo il rapporto e non se ne parlava più. E ricominciavo da capo con un'altra. 
Ero stufa dell'amore. Mi ero ormai convinta che non fosse qualcosa per tutti, ma solo per chi aveva la forza di soffrire. E io ero stufa di soffrire.
Mia madre mi chiamò dal piano di sotto a voce piena: "Jenny, la colazione è pronta! Sbrigati! Sei in quinta, non puoi cominciare l'anno con un ritardo!". Pensava solo alla scuola e mai a come mi sentissi. Non le interessavano i miei sentimenti, soltanto i miei risultati. Inutile dire che nonostante io ce la mettessi tutta non era mai soddisfatta. Mio padre invece, lui non sapevo nemmeno dove fosse. Erano anni che se n'era andato di casa. Non l'avevo mai più sentito e lui non mi aveva mai più cercata, ma stavo bene così. Non avevo mai avuto bisogno di lui, non mi aveva mai supportata. Per lui ero solo un errore. Ero contro natura. Avevo qualche scompenso mentale dal suo punto di vista. Ero completa anche senza la sua presenza. 
Scesi di corsa senza nemmeno salutare mia madre, mi sbrigai a finire quello che aveva preparato e mi precipitai in bagno a vestirmi. Nulla di particolare, non avevo grandi programmi, solamente la scuola. Non avevo nemmeno amici al di fuori di Wendy. In realtà non avevo mai avuto amici. Non li avevo mai voluti e non avevo mai provato a cercarli.
Non mi era mai interessato condividere la mia vita con qualcuno che non fosse lei. 
Mi sembrava stupido e ridicolo, anche se probabilmente in quel momento ne avrei avuto bisogno.
Mi misi un vestito nero, aderente, che facesse risaltare il più possibile il mio fisico. Ero bassa ma avevo una terza abbondante e un lato B alto e sodo. Non mi piaceva passare inosservata, anzi mi eccitava l'idea che le persone mi guardassero mentre ero fuori casa e poi pensassero a me. Poi indossai il giubbotto e un paio di Dr. Martens nere quasi nuove.
Afferrai lo zaino e mi fiondai fuori di casa, controllai l'ora sul display del telefono: le 7 e 3 minuti. Puntuale come sempre. Mi infilai le cuffiette e avviai la mia playlist. Ne avevo molte, ognuna con il suo nome. Questa invece si chiamava semplicemente "2". La più deprimente nonché la più lunga. Un'ora esatta. Sentii le prime note di "La tua Futura Ex Moglie" di Willie Peyote e rabbrividii. Quella canzone mi faceva sentire maledettamente male. Forse la adoravo proprio per questo.
Mentre camminavo verso la fermata del pullman guardavo sempre il cielo. Quella mite mattinata di settembre era molto luminoso. Se non fosse stato il primo giorno di scuola dell'anno sarebbe stata davvero una giornata splendida.
Attraversai la strada e mi fermai un attimo al centro della piazza. Si vedeva ancora uno spicchio pallido di luna. Ricominciai a camminare più lentamente, la fermata era dall'altro lato della strada. Wendy prendeva il pullman che andava dal lato opposto rispetto al mio, quindi ogni mattina ci incontravamo davanti al semaforo. Attraversavamo in direzioni opposte. La salutai velocemente e le diedi un bacio sulla guancia, lasciandole il segno del rossetto. Mi piaceva immaginare i suoi compagni gelosi di quel marchio violaceo sul suo faccino innocente. 
Il 5 sarebbe arrivato in 12 minuti secondo gli orari, mentre quello di Wendy, in direzione Giaveno, era appena passato. Avevo un'attesa eterna davanti a me, da sola. O meglio, in compagnia di me stessa e dei miei pensieri.

XxX spazio autrice
Sono davvero felice di essere tornata su Wattpad dopo così tanto tempo e di essermi messa di nuovo a scrivere. Questa è una storia speciale, racconta molto di me e di quello che ho passato finora, non a caso è tratta da una storia vera: la mia.
Questo è solo un capitolo introduttivo per cercare di contestualizzare il racconto, dal prossimo le cose inizieranno a farsi interessanti.
Spero che il mio lavoro possa e potrà piacervi, soprattutto perché ho pensato a qualche piacevole sorpresa 💦 da inserire nei prossimi capitoli.
La vostra troietta Jenny <3

La Ragazza del Pullman Where stories live. Discover now