Prologo

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La vedo.

I suoi capelli sono biondi come quelli di un angelo, ed il suo viso è delicato in ogni minimo particolare: il naso, gli zigomi, gli occhi azzurri. Come se fosse stato scolpito da un artista.

Ogni volta che la vedo mi fa sempre lo stesso effetto. Mi devasta.

È perfetta.
Non pensavo fosse così bella, Cristo.
Ma non permetterò a questo dettaglio di mettermi i bastoni fra le ruote.

È sola al bancone del bar, e sta bevendo un drink. Indossa un vestitino rosso che le arriva a metà coscia, lasciando esposte le belle gambe.

Sembra triste.

Mi avvicino e mi posiziono sullo sgabello di fianco a lei. "Un Manhattan, per favore." Dico al barista.
La guardo. Lei si sta rigirando il calice del suo cosmopolitan tra le dita, facendo ruotare il liquido nel bicchiere.

"Brutta giornata?" Butto lì.
Lei si volta verso di me e mi fissa con i suoi profondi occhi azzurri, studiandomi. "Ehm... già. Il mio ragazzo mi ha mollata." Mormora, mentre distoglie lo sguardo. Poi finisce il suo drink.

Intanto arriva il mio bicchiere e io ne bevo un sorso. "Che uomo stupido. Non si rendeva conto di quanto era fortunato? Non tutti hanno una ragazza che somiglia ad un angelo." Sfodero il mio sorriso più malizioso, facendola arrossire leggermente.

"Non tutte hanno la fortuna di incontrare un uomo che sembra uscito da un catalogo di modelli." Ribatte lei, mentre mi squadra dall'alto al basso.

Sorrido e mi avvicino con lo sgabello, le mie ginocchia che sfiorano le sue cosce.

Il mio sguardo viene attirato dal suo bellissimo collo: è lungo e sottile. Riesco a vedere il battito regolare del suo cuore attraverso la pelle trasparente e chiara, e non posso fare a meno di immaginare le mie mani intorno al suo collo.

Quanto ci metterei a toglierle il respiro?Quanto ci metterei a vederla inerte e finalmente immobile sotto di me? Un minuto? Due?
Vorrei tanto scoprirlo.

"Che ne dici se ce ne andiamo di qui?" Le sussurro all'orecchio. Lei rabbrividisce e si allontana leggermente, scuotendo la testa.
"Non credo sia una buona idea..." Risponde, a disagio.

Aggrotto la fronte e la guardo. "Perché?"
Ridacchia, imbarazzata. "Perché ci conosciamo da appena....quanti saranno? Quattro o cinque minuti?
È stato piacevole parlare con te, ma ora devo proprio andare."

Si alza e prende la sua giacca dallo sgabello, infilandosela. Se ne sta andando, ma appena fa un passo rischia di cadere e io l'afferro in tempo per la vita.

"Qualcuno qui ha bevuto troppo." Le mormoro.

Se prima rischiavo di perderla, ora ho una scusa buona per riprendermela.

"Ho solo....devo solo trovare la mia macchina. Lasciami..." Dice, leggermente confusa.
Scuoto la testa. "Non sei in grado di guidare. Quindi lo farò io per te. Lascia che ti porti a casa."

Inizia ad agitarsi. "Non sono ubriaca. E non mi faccio accompagnare a casa da uno sconosciuto. Potresti essere un maniaco o un serial killer....o entrambe le cose." Biascica.
Intanto con la mano libera frugo nella tasca dei miei pantaloni.

Tiro fuori la siringa e la infilo velocemente nel suo braccio destro, iniettandole la droga.
"Ma che diavolo..." Geme.
Le accarezzo i capelli. "Shh. Rilassati. Lasciati andare."

Dopo qualche istante chiude gli occhi e sviene tra le mie braccia.
La stringo a me e inizio a guidarla verso l'uscita del locale.

È da tanto che immaginavo questo momento.Ho pianificato tutto nei minimi dettagli. Ho organizzato tutto in modo perfetto.

Non sbaglierò niente.

Avrò la mia vendetta.

Senza cuore -L'incubo-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora