II

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PREMESSE DEL CAPITOLO

Verrà nominato: 4bus0 m1n0r1l3, quindi tr4umi.
Cose già dette nel anime e/o manga, ma voglio stare con l'anima in pace ^^"

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-Il piano va avanti come da pianificato, Boss.- Comunicò con viso neutrale.

-Perfetto, Akutagawa-kun, sospetta qualcosa? O l'agenzia?-

-Nessuno, nè Jinko nè l'Agenzia di detective armati sospetta minimamente, vi potete fidare di me.-

-Gran ben lavoro, Akutagawa-kun. Devi star subendo molto, vero?- Chiese, con pena inesistente.

-Niente che non possa sopportare, Mori-san.-

-A meno che tu non debba comunicarmi qualcosa d'urgente, ci vediamo il mese prossimo. Aspetto buone notizie, da te.- Concluse Ōgai, Boss e medico personale della Mafia.

-Ovviamente, Mori-san. Arrivederci.- E uscì da quella grande porta non prima di aver fatto un inchino.

-Arrivederci.-

Ōgai Mori diceva cose che, anche se non sembrava, avevano un significato più profondo di quello che apparentava. Con "A meno che tu non debba comunicarmi qualcosa d'urgente.", intendeva qualcosa di più profondo? O lo disse giusto per dar aria alla bocca? Avvolte non comprendeva il suo capo.

Si dirigeva al suo appartamento. Era uscito il giorno prima durante la notte per il suo lavoro, e ora tornava, dopo aver finito.

Mori gli aveva dato il permesso di non andare a lavorare e concentrarsi nella sua attuale missione, ma, se si fosse assentato completamente, avrebbe potuto destare sospetti, quindi, per quei mesi, avrebbe fatto lavori da ufficina e/o compiuto missioni di minor importanza, come quelle che faceva agli inizi della sua "carriera" da mafioso, quando aveva soltanto 10 anni.

Odiava ripensare a quei dolorosi anni, era solo un bambino, quando compì la sua prima missione. Akutagawa denominò quell'epoca della sua vita "Quando ancora ero umano".

Scosse la testa da un lato ad un'altro, per scacciare pensieri e memorie. E se... non esistevano, non nel suo vocabolario. E se... non erano ammessi, nè la vita, nè la morte avrebbero ascoltato; non avevano pietà con nessuno.

Prese le chiavi e aprì la porta di "casa" sua ma, un peso che gli saltò adosso, non gli permise entrare.

-Che diamine...- Sussurrò il moro, sentendo come qualcuno lo abbracciava e stringeva a sè.

-Akutagawa, mi sono preoccupato così tanto...- Sussurrò una voce preoccupata che, da oramai un po' di tempo, riconoscerebbe a miglia di lontananza.

La frase in sé aveva mosso il suo freddo cuore, ma ciò che lo stupì di più, probabilmente, fu chi gli rivolse quelle innocenti frasi.

-Jinko...- Sotto altre condizioni, magari, avrebbe iniziato a piangere, sigillosamente, ma, in quel momento, non l'avrebbe fatto.

-Perchè non mi hai svegliato, quando te ne sei andato questa notte? Non mi sarebbe quasi preso un infarto al svegliarmi.- Disse con una voce bassa, gentile e preoccupata, separandosi leggermente dall'altro, guardandolo con quei calorosi occhi.

-Svegliarti...?- Sussurrò stranito, non staccando i suoi grigei occhi da quelli che combinavano un bellissimo color dorato e viola. Davvero gli occhi contrari erano ipnotizzanti.

-Si, se l'avessi fatto non mi sarei spaventato al non vederti. Davvero lavori a ore così alte della notte?- Chiese preoccupato per la sua salute.

-Eh? Oh, si...- Ancora imbambolato dal viso dell'altro.

Sorry, I didn't kiss you...Where stories live. Discover now