10.

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Mi portò nello stesso posto della nostra prima uscita. Il bosco era sempre uguale, tranne qualche foglia in più caduta sul prato. Non c'era nessuno, solo io e lui. Avevo mandato un messaggio a Blair dicendole che stavo con Harry e che non tornavamo a giocare e poi avevo spento il telefono per restare in pace, ma quello del riccio cominciò a squillare. Ci mettemmo seduti sotto un albero e rispose, chiedendomi scusa.

"Sì, okay, non ho intenzione di farlo, per me è morto." E attaccò.

Il suo umore sembrava improvvisamente cambiato. Sbuffò e si portò una mano tra i capelli, frustrato.

«Tutto bene?» gli chiesi ed annuì.

«Non stai fottutamente bene, dimmi cos'hai.» scossi la testa, non d'accordo con la sua risposta precedente.

«Non è niente che ti riguardi.» rispose freddamente. Alzai gli occhi al cielo per il suo bipolarismo e mi alzai; non avevo intenzione di rimanere lì mentre lui continuava a fare il musone, senza dirmi cos'avesse.

«Dove vai?» mi chiese.

«Cosa cazzo c'è di sbagliato in te?» sbottai, girandomi nuovamente verso di lui, che si era alzato.

«Non capiresti.» borbottò.

«Allora aiutami a capire, Harry.» dissi, con voce più calma.

Si sedette di nuovo sul prato, facendomi segno di sedermi accanto a lui. Sospirai, facendolo e si girò a guardarmi.

«Cosa vuoi sapere?» mi domandò.

«Le cose che mi nascondi.» dissi, inclinando di lato il capo, per scrutarlo meglio.

Annuì, cercando probabilmente le parole giuste.

«Mio padre, fin da piccolo era stato il mio eroe, il mio punto di riferimento. Poi, cominciò a bere per suoi motivi che nemmeno io so; tornava a casa completamente fuori di se, ma inizialmente era innocuo, o almeno così pensavo. Dopo un po' di tempo l'ho visto picchiare mia madre, avevo sedici anni e non potevo fare niente di che, se non dirglielo. La seconda volta che è successo sono andato da lui e gli ho urlato contro, chiedendogli cosa stesse facendo. Mi ha dato una botta in testa e sono svenuto. Mi sono risvegliato e sembravo essere solo al mondo. Lui era andato via, mia madre era praticamente andata fuori di testa ed io avevo solo me stesso su cui contare.» mi raccontò, senza versare nemmeno una lacrima. Era deluso e rotto.

«Chi è Amy, Harry?» non avevo resistito a chiederglielo. Ero curiosa di saperlo.

Si bloccò improvvisamente, probabilmente confuso. Non mi chiese come lo sapessi, semplicemente mi rispose.

«Era mia sorella.» disse in un sussurro. «Amy aveva solo sei anni quando se n'è andata. Il tumore l'ha mangiata viva.» aggiunse.

Non chiesi nient'altro, lo abbracciai solamente. Lo strinsi forte a me, accarezzandogli la schiena.

Dopo qualche minuto fummo costretti a tornare nel dormitorio. Andammo a cena nella mensa e ci sedemmo al tavolo con tutti gli altri. Ora che mi aveva detto tutto sul suo passato (o almeno speravo), il nostro rapporto era decisamente cambiato. Potevo fidarmi di lui e lui poteva fare altrettanto con me.

«E' tutto okay, Brook?» mi chiese Niall.

«Sì, certo, scusate per prima.» dissi.

Tutti mi sorrisero e notai che Blair non era al tavolo.

«Dov'è Blair?» domandai.

«Sta con Zayn da qualche parte.» disse Liam sorridendo.

Sentii il braccio di Harry avvolgere il mio fianco, avvicinandomi così a lui.

«Sentite voi due,» cominciò Kate, sorridendo maleficamente. «Avete una relazione, non è così?» chiese indicando me ed Harry.

Spalancai gli occhi e aprii la bocca per dire qualcosa, ma la richiusi poco dopo, non sapendo che parole usare. Mi girai verso Harry, che stava sorridendo.

«Sì, una cosa simile.» ridacchiò il riccio accanto a me. Alzai gli occhi al cielo, dandogli una gomitata. Mi stavo vergognando troppo. Non ero molto espansiva su quei discorsi, mi stava fastidio parlare delle mie cose agli altri. Ed Harry era una di quelle.

«Brook, sei decisamente troppo rossa.» commentò Niall, scoppiando a ridere e venne seguito da tutti gli altri.

«Aah fanculo ragazzi.» dissi, nascondendo il viso nell'incavo del collo di Harry.

«E' okay piccola, sei tenera.» ridacchiò, accarezzandomi i capelli. Gli diedi un pugno scherzoso sul petto e fece finta che gli facesse male. «E anche un po' aggressiva.» aggiunse, facendomi l'occhiolino.

«Ti odio.» dissi facendo il broncio.

«Io invece ti amo.» disse baciandomi il naso.

Mi bloccai appena pronunciò quelle parole. Le aveva sicuramente dette senza accorgersene, per modo di dire. Ma erano così belle dette da lui, con la sua voce. Senza pensarci un attimo gli diedi un bacio a stampo, che ricambiò subito, approfondendolo. Mi staccai, non volendo dare spettacolo davanti a tutta la mensa.

«Beh ragazzi, siete sdolcinati.» disse Louis, sbuffando. «Mi fate venire il diabete.» ridacchiò.

«Ho un'importante annuncio da fare!» esclamò Niall. «Domani sera ci sarà una festa che organizza quel nerd di Michael, ma ci saranno tutti, perciò andremo anche noi.» disse facendo tutto da solo.

«Ovvio, non perdiamo nemmeno una festa noi!» urlò felice Louis.

Harry si avvicinò al mio orecchio.

«Non metterti niente di corto, non voglio che ti mettano le mani nelle mutande, amore.» sussurrò, dandomi poi un bacio sulla guancia.

«Ricordati che non mi puoi dire quello che devo fare.» risposi puntandogli un dito contro, poggiandolo sul suo petto.

Alzò le mani in segno di resa.

«Però lo farai lo stesso.» mi impose e alzai gli occhi al cielo, non rispondendogli.

Ovviamente non gli avrei dato ascolto.

**

Spensi la sveglia e mi stiracchiai, alzandomi dal letto. Harry era probabilmente nella doccia e appena uscì dal bagno aveva solo un asciugamano legato alla vita.

«Scattami una foto, che dura di più.» mi fece un occhiolino.

«Smettila, cretino, non ti stavo guardando.» mentii, entrando in bagno.

Che bel risveglio.

Il mio ragazzo (se così si poteva chiamare) mezzo nudo in giro per la camera. Fantastico.

Entrai in doccia e mi lavai, quando uscii mi vestii con gli abiti che avevo preparato sopra al lavandino e mi truccai poco, sistemandomi poi i capelli ribelli.

Con Harry andammo a mensa per fare colazione circa venti minuti dopo. Era più lento di me a vestirsi e prepararsi. Al tavolo c'erano Liam, Jeremy e Niall.

«Gli altri?» chiese Harry, lasciando la mia mano che aveva afferrato poco prima, per sedersi e per lasciar sedere anche me.

«Louis dorme e non ha intenzione di alzarsi per ora, mentre le ragazze non ne ho idea.» rispose Niall sorridendo.

Mangiammo qualcosa e poi ognuno andò alla propria lezione. Salutai Harry con un bacio a stampo e andai nella mia classe, dove il professore di letteratura inglese aspettava.

Mi misi seduta, dopo averlo salutato cordialmente e aprii il libro, leggendo qualche poesia. Le amavo, ma non tutte attiravano la mia attenzione. Appena la classe si riempì, notai che Blair non era venuta a lezione. Chissà cos'aveva fatto con Zayn la sera prima. L'avrei riempita di domande.

«Ragazzi, per la prossima volta decidete una poesia di Shakespeare che vi rappresenti e poi le leggeremo tutti.» spiegò appena la campanella suonò, facendo alzare tutti i presenti.

Altra poesia? Bene, sarebbe stato difficile rappresentarmi attraverso una di esse, nemmeno io mi conoscevo veramente.

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