«Fa strano, sapere di avere tutto questo. Tu sei sicuro di volerlo? Di volermi?»

Newt rimase a guardarlo, capendo che in Thomas le insicurezze erano molte di più di quanto immaginasse. Ricordò di avere venticinque anni, e che Thomas ne aveva solo ventisette, ricordò della loro giovane età e si sentì in colpa, di aver caricato sulle spalle di un ragazzo così giovane e intraprendente, il peso di un figlio.

«Tommy, io quello che ho detto ieri sera lo penso seriamente. Vorrei veramente crescere Caleb con te, sentirlo chiamarti papà e poter invecchiare con te, ma se tu non ti senti pronto, se senti che possa essere troppo, lo capirei. Sei giovane, siamo giovani, e non è necessario che per un mio sbaglio ci rimetta anche tu. Caleb è una mia responsabilità e io-» venne interrotto dalle labbra di Thomas, che lo baciarono per la prima volta davanti a Caleb. Ricambiò quel contatto, sentendo il peso che lentamente stava nascendo nel suo cuore, sgretolarsi con facilità.

«Voglio che tu capisca, che non hai appesantito la mia vita, anzi l'hai alleggerita. Ho sempre pensato solo al lavoro, a trovare qualcuno con cui stare bene ma non ho mai pensato di poter avere un figlio. Tu e Caleb siete la cosa migliore che mi sia capitata, e sarò solo onorato di poter essere suo padre, insieme a te. Voglio solo che tu sia sicuro, che non ci ritroveremo tra qualche anno a separarci perché dovrai fare i conti con la gelosia» disse Thomas, parlandogli con sincerità e aprendosi, forse per la prima volta.

Newt non credeva di essere capace di amare così tanto qualcuno, ma Thomas era la prova lampante che gli esseri umani sono esseri selettivi, poco fiduciosi che tendono a preferire la sicurezza piuttosto che rischiare. Thomas per lui era la scoperta, una vittoria. Era la rappresentazione della scoperta del mondo, che si sarebbe perso rimanendo nella sua vecchia vita, senza rischi e senza amore. Thomas, era il sole e lui la grotta di Platone. Thomas era il mondo che attende, pieno di cose da scoprire e di bellezze da vedere e lui è l'uomo, sicuro del posto in cui si trova e ossessionato dai riflessi del piccolo fuoco sulla sua amata grotta. Thomas era il bene, una carezza sul cuore e lui era la paura, l'angoscia e il terrore. Si rese conto di essere riuscito a uscire dalla sua grotta, da quel posto che lo aveva sempre tenuto al sicuro, e si rese conto che il mondo che aveva trovato, il sole che aveva illuminato la sua vita, non erano nemmeno paragonabili alle forme alle quali si era abituato. Si rese conto di aver desiderato così ardentemente che qualcuno lo tirasse fuori dalla propria grotta, da scordarsi che ci sarebbe sempre potuto riuscire da solo, se avesse voluto.

«Voglio che tu mi tratti come se fossi il vero padre di Caleb, voglio imparare e sbagliare con lui, insegnargli quello che so e vederlo prendere anche parte del mio carattere, delle mie abitudini. Voglio che tu chieda aiuto, perché se dobbiamo essere una famiglia voglio la mia parte, okay? Sei sicuro di volerlo, così tanto?» Continuò Thomas, scostandolo dai suoi pensieri e riportandolo alla realtà, che ormai aveva tutta un'altra forma.

«Tu sei già parte della nostra famiglia Tommy, perché ti amo, ti amo così tanto. Sono pronto e vederti crescere Caleb insieme a me, perché non ho mai voluto l'aiuto di nessuno perché non mi fidavo di nessuno, ma con te è...Diverso. Non ho ansia quando è con te, perché io non ho ansie quando sono con te. Mi fido, e sapere di averti, sapere che anche lui ti ha, mi rende solo che felice»

Si avvicinò e gli circondò il volto con le mani, accarezzandogli le guance. Thomas sorrideva, forse come non aveva mai fatto in vita sua, e si chiese cosa avesse fatto per meritare tutto quello.

«Ti amo» sussurrò, per poi girarsi verso Caleb, che non si era accorto di nulla, troppo impegnato a giocare con i suoi nuovi giocattoli.

«Io di più» rispose Newt, per poi girarsi anche lui, avvicinandosi a Thomas, lasciandosi abbracciare.

Lightning || Newtmas AUWhere stories live. Discover now