Capitolo 9

319 24 23
                                    






Le giornate passarono imperterrite, consolidando in Newt e Thomas una nuova abitudine. Si vedevano per pranzo, dandosi appuntamento davanti l'ufficio di Newt, per poi dirigersi a piedi verso il solito ristorante, avendo poco più di un'ora da passare insieme e non volendo sprecarla. Continuavano a raccontarsi, a conoscersi meglio e a capirsi, lentamente, senza invadere l'uno lo spazio dell'altro.

Thomas aveva preso come sfida il riuscire a sapere quante più cose su Newt, per capirlo a fondo, per scrutare ogni angolo della sua essenza.

Newt, invece, si lasciava conoscere per quanto possibile, rimanendo sempre sulle sue, non mostrandosi troppo interessato alle loro uscite o a ciò che passavano insieme, nonostante provasse una delle sensazioni più belle mai sperimentate, quando era con lui.

Quando poi si separavano, non perdevano tempo per iniziare a scambiarsi messaggi, che Newt ormai attendeva in ansia.

Si svegliava al mattino, sapendo che Thomas fosse già sveglio, e sperava che ci fosse un suo messaggio, che avrebbe garantito l'inizio di una conversazione che si sarebbe poi protratta per tutta la giornata, fino al momento in cui si sarebbero visti.

Durante quel mese, Newt aveva capito quanto Thomas fosse diverso da ciò che mostrava. Capì quanto fosse generoso e dolce, quanto amasse la compagnia delle persone a cui voleva bene. Conobbe le sue preferenze in vari ambiti, e si ritrovò a pensarla in modo diverso da lui su molti di essi, ridendo della loro diversità.

Durante le poche ore giornaliere che passavano insieme, era capitato più volte che rimanessero in silenzio, seduti uno vicino all'altro mentre aspettavano il pranzo. In quei momenti, i sorrisi di entrambi coloravano i loro volti. Newt, rimaneva fermo a guardarlo sorridere, lottando con la parte di se che voleva chiudere tutto quello che avevano costruito e tornare alla normalità. Thomas, invece, rimaneva a fissare Newt perché si prendeva del tempo dalle parole, dalle domande e dalle richieste, lo osservava confermando a se stesso che il sentimento che provava era forte e cresceva, giorno dopo giorno e minuto dopo minuto.

Durante una delle loro uscite, decisero di rimanere in macchina di Thomas, a causa della forte pioggia che caratterizzava gli inverni londinesi. Thomas aveva preso il pranzo per entrambi ed erano rimasti davanti l'ufficio di Newt, ad ascoltare la radio in sottofondo godendosi il calore della macchina.

«Ti va, se usciamo stasera?» Aveva chiesto Thomas, mentre addentava la sua tortillas ripiena di pollo fritto, spostando lo sguardo dal volante a Newt, seduto vicino a lui.

«Non posso proprio la sera, ho tante cose da fare a casa e tra poco finiranno i lavori nel vostro ufficio e devo rifinire parti del progetto» disse Newt con il cuore che batteva a mille, per la paura che aveva di dire qualcosa che potesse non sembrare vero.

Tutta quella situazione, quando entrava dentro casa e suo figlio lo abbracciava, lo tormentava. Quando si sdraiava nel letto e l'unica luce che vedeva era quella della luna, si domandava cosa stesse facendo; come potesse essere stato così stupido da pensare che potesse essere fattibile conoscere Thomas. Si addormentava con il mal di stomaco e i sensi di colpa per aver nascosto a qualcuno la parte più importante della sua vita. Poi, però, quando si svegliava e trovava un messaggio da Thomas, capiva che i pensieri potevano restare tali, come i loro incontri che sarebbero rimasti sempre una cosa segreta, che nessuno avrebbe mai scoperto, eccetto Minho.

Quest'ultimo, che vedeva molto meno a causa delle uscite con Thomas e della mole di lavoro che cresceva ogni giorno, lo aveva invitato a cena un paio di volte e Newt ne fu felice come mai, perché aveva bisogno di parlare con lui, di raccontare al proprio migliore amico ogni dettaglio per ricevere i consigli giusti su come comportarsi.

Lightning || Newtmas AUDonde viven las historias. Descúbrelo ahora