~Come un business man

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Non volevo sembrare uno sbruffone, ma ero certo che saremmo arrivati sul podio, ma arrivare primi? Non ne lo sarei mai aspettato.

Tornato in camera mi tolsi la giacca e la posai sulla sedia, mi sedetti sul divanetto adiacente al muro e controllai che cosa brulicasse sui social.
Ricky e io eravamo già su tutte le pagine gossip con più followers, tutti che ci acclamavano, sembrava che la nostra canzone stesse spopolando su tutto il web.
Regnava la pace nel camerino, ma appena cinque secondi dopo si fiondò una testa bionda nella stanza, non ebbi neanche il tempo di salutarlo che si getto tra le mie braccia stringendosi al loro interno.
Io approfittai per posargli le mani sui fianchi, così accentuati, facevo fatica a pensare che fosse il corpo di un diciottenne.
<< Mahmood siamo primi! >> era talmente eccitato che le parole gli uscivano a fatica.
Era così adorabile, non volevo staccarmi da lui per nessuna ragione, ma presto o tardi avrei dovuto farlo, la notizia che aveva portato non era da poco.
<< Che cosa? >> lo allontanai per guardarlo meglio negli occhi.
<< Si hai capito bene, siamo primi in classifica, Mahmood. >> posò la fronte sul mio petto: << Non ci posso credere. >>
Gli accarezzai la testa e sorrisi per tutto il tempo, non m'importava che fossimo arrivati primi, adesso Blanco era tra le mie braccia, al settimo cielo e con il fiato corto; ma ben presto il mio paradiso ebbe fine: come se si fosse svegliato dall'oltretomba, si scansò con velocità inaudita dal mio petto e cominciò ad arrossire.
Con fare perplesso gli chiesi: << C'è qualche problema? >>
<<No, no. >> si vedeva chiamarente l'imbarazzo farsi strada nei suoi occhi, come si faceva a resistergli?
Mi alzai con un bel sorriso stampato sulle labbra e gli presi la mano dicendogli: << Te lo avevo detto che la nostra canzone avrebbe spaccato, sono contento del risultato. >> e lui ricambiò il sorriso: << Ti ringrazio per avermi dato questa opportunità. >> e il suo sguardo scese sulle nostre mani, ma non sembrava intento a lasciarmela.
<< Stavo pensando, domani non saliremo sul palco, quindi potremmo visitare la città, farci un giro per i negozi o magari mangiare fuori. >> dopo una piccola pausa << Sai, c'è un posto che vorrei farti vedere. >> dissi avvicinandomi al suo orecchio ancora rosso.
<< Perfetto. >> il suo tono era un misto tra l'arrogante e l'imbarazzato, e questo mi faceva impazzire ogni volta.

Erano le undici di sera inoltrate e stavo portando in camera di Ricky qualcosa da sgranocchiare insieme.
Appena aprì la porta lo trovai appoggiato alla finestra. Stava parlando al telefono, probabilmente con qualche suo amico, non volevo impicciarmi nella sua vita privata, ma la curiosità e la gelosia erano troppo forti ed ebbero la meglio su di me.
<< Chi era? >> chiesi, allora, appoggiando il vassoio sul letto.
Lui si sedette di fronte a me guardando il vassoio: << Era sfera. Si voleva congratulare per il successo che stiamo avendo in queste ultime ore, è stato carino da parte sua. >>
Ero geloso, ma non potevo non osservare i suoi boxer, quando si sedeva si alzavano più di quanto avrebbero dovuto farlo, rivelando le sue cosce esili.
<< Si, è stato molto carino da parte sua... Ma io direi di gustarci queste prelibatezze gentilmente offerte dall'Ariston. >> e presi un tramezzino condito con prosciutto e maionese, uno dei miei preferiti.
<< Le hai rubate, scommetto. >> disse prendendo anche lui un boccone.
<< No, no, mi conoscono qui, posso prendere tutto quello che voglio. >> e lui si mise a ridere di gusto... Per quanto sarei riuscito ancora a trattenermi?
Si fecero le due e noi eravamo stesi sul letto a guardare il soffitto. Avevamo lanciato una sorta di sfida: chi sarebbe crollato per primo avrebbe pagato il pranzo di domani e a giudicare dalla faccia di Blanco avrei di sicuro vinto io: riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti, era una scena adorabile per i miei altrettanto secchi.
<< Ricky? >>
<< Che vuoi? >>
<< Sei sveglio? >>
<< Si... >>
Gli grattai la testa, volevo stuzzicarlo a tal punto da farlo incavolare, e poi avevamo bevuto, avrei potuto trovare una scusa per la mattina seguente.
<< Ricky dovresti riposare, altrimenti domattina crollerai dal son- >>
<< Non mi convicerai a mollare la sfida, non ci penso proprio a pagare il pranzo ad uno come te... E levami le mani di dosso. >> tolse la mia mano dalla sua testa e mi guardò torvo, ero riuscito nel mio intento e questo mi soddisfece.
Dopodiché gli presi i fianchi e azzardai a metterlo sulle mie gambe, volevo arrivare fino in fondo e non ero intenzionato a fermarmi.
<< E dimmi, come sarebbe uno come me? >>
<< Arrogante, impulsivo, forse troppo sicuro di sé e un imbecille di prima categoria. >> Vederlo così mi mandava ai pazzi, allora appoggiai la mia mano sul suo pallido collo e gli lasciai un leggero bacio a fior di labbra.
Blanco appoggiò le sue mani sulla mia clavicola e lo sentì gemere appena. Poi si avvicinò al mio viso e mi sussurrò: << Non provarci mai più. >> dopodiché si scansò bruscamente e si stese di nuovo.
Passarono pochi minuti, giusto il tempo di metabolizzare quello che era successo poco prima. Mi girai nella speranza di vedere la sua faccia ancora imbronciata, ma vidi solamente una testa addormenta immersa nel mondo dei sogni.
<< Buonanotte. >> e gli baciai la fronte e mi misi sotto le coperte.

~BlancMoodWhere stories live. Discover now