8:00

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Chissà se quel posto è ancora in piedi.

Miyagi lo aveva detto molto tempo fa, quando ancora eravamo bambini. Mi diceva spesso che il suo sogno era quello di raggiungere il Casello 4, la fermata che la metropolitana ormai saltava spesso perché non c'era più nessuno che abitava lì. Gli ultimi abitanti di quella periferia, molto a nord della città, erano morti da anni. Anche l'asilo che frequentavamo io e Miyagi aveva chiuso e i nostri genitori si sono trasferiti più vicini alla città, lasciando i nonni lì.
Ogni tanto andavamo a trovarli e Miyagi ed io guardavamo spesso l'orizzonte dal Casello 4.
La vista totale della città in lontananza, le nubi soffici, l'alba e quella quiete che solo un luogo disabitato poteva dare.
Ma poi non ci siamo più tornati.


"Shinichi, se dovesse succedere qualcosa, per favore, andiamo al Casello 4."


Non sapevo nemmeno io cosa volesse dire ma era vero che anch'io avrei voluto rivedere quel panorama.
Dimenticare tutto, per sempre.

Il giorno che Miyagi e io ci ritrovammo nella stessa classe, ero così felice che avrei voluto saltare sul posto, correre e abbracciarla.
Ma lei aveva distolto lo sguardo, come se si vergognasse del mio sorriso e della mia presenza.
Era stato orribile.
Mi ero chiesto per lungo tempo perché avesse fatto così.

Ma ora eravamo qui, mano nella mano, a osservare tutto quello che lei e io desideravamo vedere da tempo.
Il freddo pungente della mattina era perfetto per risvegliare i nostri nervi, alcune lucciole iniziarono a volare e sparire tra i fili d'erba attorno a quel Casello.
Il Casello 4 era una fermata davvero abbandonata a sé stessa, i rampicanti adornavano le colonne e alcuni cartelli al neon erano caduti, tutto era avvolto dal silenzio e per un attimo ebbi la sensazione di essere libero da ogni peso.
Guardai Miyagi e le vidi spuntare un sorriso sul volto.
"Miya, sei felice?"
Lei accennò con la testa e si strinse a me: "Ho paura ma sono felice..." - disse tremando un po'.
Guardai il mio zaino e lo appoggiai a terra tirando fuori una coperta: "Tieni, così non avrai freddo."
"Non è il freddo, Shinichi... sai che non posso provarlo..."
Mi rialzai e l'avvolsi nella coperta sorridendole: "Non preoccuparti, Miya, io ti proteggerò. Non ce lo siamo promesso? Il 16 Giugno, alle ore 7:00 del mattino... ci saremmo trovati qui per fuggire via da tutto e da tutti... me lo hai promesso... ce lo siamo promesso..."
Stavolto fui io a tremare ma non per il freddo.
Aveva ragione Miyagi.
Non è mai stato il freddo a farci tremare.
Ma solo chi abbiamo incontrato, chi ci ha diviso, chi ci ha ferito e soprattutto chi non ci ha mai capito.
Per questo eravamo fuggiti.
Noi due eravamo migliori amici e i migliori amici si sono sempre detti tutto, sia le gioie che i dolori.
Per questo Miyagi non mi aveva confessato subito di quello che le avevano fatto, di ciò che aveva dovuto subire e di come ora finalmente si sentiva sicura di sé nell'esprimere tutta la sua paura.
"Shinichi..." - mi disse stringendomi le mani mentre il vento iniziava ad alzarsi e la luce del sole illuminava meglio la città: "...la verità è che non c'è alcun modo. Non puoi salvarmi. Non puoi fare niente!"
La sua voce tremò e la vidi fare una smorfia come se volesse piangere.
Ma Miyagi non poteva più piangere.
Quello che le avevano fatto era stato troppo.
"Almeno tu, Shinichi, scappa!"
Le sorrisi ancora dandole un bacio sulla fronte: "Non potrei mai abbandonarti al tuo destino, sono sicuro che non accadrà nulla. Assolutamente nulla."
Dissi così e insieme ci guardammo, sentii il ticchettio del mio orologio da polso e volli guardarlo.

7:58

Da lontano iniziai a sentire delle grida così vidi lungo la strada che portava proprio lì un gruppo di persone, o almeno così sembravano.
Sapevo cosa volevano ma non glielo avrei dato.
Abbracciai Miyagi e la strinsi forte a me.

7:59

Le grida si intensificarono, erano ormai quasi vicini al Casello con i loro occhi pieni di rabbia e odio.

8:00

Attesi per un lungo istante ma non accadde nulla, spostai Miyagi e le sorrisi. Anche lei sembrò stupita.
"Hai visto, Miya? Non è successo nulla!" - gridai felice ma ormai un gruppo di mani aveva preso Miyagi e un altro gruppo prese me.
Mi agitai facendo sfilare il mio zaino dalle spalle e rischiando di strappare la camicia, mi allungai e presi Miyagi di nuovo con me, sfilando anche a lei il suo zaino e stringendola tra le mie braccia.
"Basta! Lasciatelo in pace!"
Ma le mie parole non arrivarono e i loro occhi erano ancora più iniettati di sangue di prima, spiccavano di quel rosso vivo nell'azzurro di quel posto tranquillo.

E poi... mi cadde l'occhio sull'orologio di un uomo e lo vidi.

"7:59... il mio andava avanti?"
Guardai Miyagi e la vidi sorridere.
"Shinichi, se dovesse succedere qualcosa, per favore, andiamo al Casello 4... era così, vero? Il ricordo di Miyagi Tsugumi."



8:00





Il 16 Giugno, alle ore 8:00 del mattino, l'intero Hokkaido fu invaso da un'esplosione pari a dieci bombe atomiche.
La causa fu dovuta a un malfuzionamento dell'androide MT04, creato appositamente dall'esercito giapponese assieme ad altri androidi per proteggere le più importanti metropoli giapponesi. A causa di un bug interno, l'androide ha manifestato diversi sbalzi di umore fino al collasso finale dove ha attivato la sua autodistruzione.
Le autorità del posto avevano allertato l'esercito di questo malfunzionamento ma nessuno ha riportato le segnalazioni.

Il centro dell'intero Hokkaido è sparito dalle mappe.




"Shinichi, se dovesse succedere qualcosa, per favore, moriamo insieme."

Ricettacolo della FelicitàWhere stories live. Discover now