2-Il viaggio

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Io ero l'esatto opposto di mia madre, lei era la tipica troietta dolce e socievole, mentre io ero più stronza e con comportamenti più da maschiaccio, lei era bionda con gli occhi azzurri e io mora con gli occhi castani, in poche parole io ero tutta mio padre e ne andavo fiera.

<<Tessa!>> Senti chiamarmi mia madre, risvegliandomi dai miei pensieri, era l'ora di partire.

Faceva molto caldo, quindi mi misi un completo dell'adidas con top e pantaloncini.

Faceva molto caldo, quindi mi misi un completo dell'adidas con top e pantaloncini

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Scesi al piano di sotto e caricai le valige in macchina.
In tutto questo il proprietario della casa nonché ormai ex di mia madre, non sapeva nulla, e quando sarebbe tornato da lavoro, come tutti gli altri uomini, non ci avrebbe trovato a casa e non avrebbe potuto rintracciarci perché ovviamente mia madre lo avrebbe bloccato su tutti i social senza lasciare alcuna traccia.
Onestamente un po' mi dispiaceva, ma ci avevo fatto l'abitudine.

Partimmo, il viaggio sarebbe durato tre ore, perciò mi sistemai con le mie cuffie e inizia ad ascoltare la musica - Happier Than ever - di Billie Elish.

Iniziai a cantare a bassa voce mentre pensavo...il mio nome, Tessa "ama essere diversa e non si accontenta mai", questo é il suo significato, me lo disse mio padre, e ovviamente ci prese in pieno, perché io sono esattamente così, anche se non lo mostro spesso essendo molto riservata...

Dopo 1 ora e mezza di viaggio ci fermammo all'Autogrill per comprare qualcosa da mangiare visto che era praticamente ora di pranzo.
Mia madre prese un'insalata in scatola, io odio queste cose, solo a pensarci mi viene il vomito, infatti io mi presi una buonissima pizza con la mortadella. Quando finimmo di mangiare ripartimmo.

Passo più o meno un'ora, iniziai a intravedere Los Angeles, era bellissima, non ci ero mai stata ed era uno dei miei sogni andarci, Los Angeles e New York, desidero andarci fin da bambina.

C'erano moltissimi alberi e grattacieli, ma soprattutto moltissimi colori, ero il tipo di ragazza che amava il nero, ma in quel caso non ci stavo proprio pensando a quel colore scuro e triste, anzi, ero tutt'altro che triste, per poco non mi uscì una lacrima per l'emozione!

E poi, eccola lì, la scritta Hollywood.

E poi, eccola lì, la scritta Hollywood

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Eravamo arrivati.

Il Mio Finto Fratellastro /// Dylan O'BrienWhere stories live. Discover now