- 𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 1 -

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                                      La folla

David è un uomo normale, con una vita normale.
Vive nel 10° piano di un palazzo a New York, 34 anni, alto 1.80m, capelli e occhi marroni, vestito un po' a caso con felpa e jeans, con una bella bionda come fidanzata, lavora in ufficio e ha la passione di scrivere. Una normalissima persona che puoi trovare ovunque, più o meno.

In ufficio
- Ti va se stasera andiamo in un qualche ristorantino di lusso a mangiare?~ -
chiese Greece, 30enne alta bionda ed elegante sia di aspetto che di carattere nonché l'attuale fidanzata di David Klimht.

- No, oggi devo finire di scrivere una cosa importante nel mio libro - rispose freddo David.
- Non potevi organizzarti meglio e non farlo all'ultimo momento? - ribatté la bionda con tono quasi aggressivo.
- La scorsa notte sono stato sveglio fino a mattina a scrivere. -

Greece sa che David a problemi di insonnia, ma vorrebbe che dedicasse più tempo al suo lavoro e naturalmente a lei.
Ci rimase un po' male ma comprese e con fare molto garbato e dandogli le spalle se ne andò a casa.

Anche David, dopo circa un oretta, spense il suo computer, uscì dall'ufficio e di diresse verso casa.

"Odio la folla della città...non sai mai ciò che ti può accadere. Non sei se quello dietro di te è un assassino o un ladro, non sai se quello davanti a te è una persona normale o uno psicopatico".

Pensò mentre si avvicinava al palazzo dove abita.
Uno spintone. Una gomitata. Uno sgambetto. Rischiò di inciampare un paio di volte per colpa del branco di persone che si muoveva controvento a lui.

Per colpa della sua insonnia spesso un dormiva di notte e rischiava di addormentarsi di giorno. Per fortuna con tutta quella confusione di persone e di parole, era impossibile prendere sonno...ma quanto pare no. Si sentì spintonare un'ultima volta prima di cadere a terra. Avrebbe voluto addormentarsi per aspettare che la tempesta si calmasse, ma se lo avesse fatto lo avrebbero sicuramente pestato.
Voleva sparire, non esistere finché non avrebbe voluto riapparire, volatilizzarsi in aria e tornare a casa.
Qualcuno, senza fare caso lui, lo superò camminandogli sopra.
- Coglione! -
Bisbigliò David.
Decise che era meglio arrivare a casa camminando invece di rimanere sdraiato a terra a prendere polvere mentre fantasticava.
Provò ad alzarsi ma qualcuno dietro di lui lo spinte di nuovo a terra. E di nuovo per un paio di volte.

- È PER CASO UN INCUBO?! -

Questa volta il suo bisbigliò divenne un tantino più forte.
Tutti si girarono.
Alcuni lo fissavano e altri lo ignoravano. Guardandosi attorno avrebbe davvero tanto voluto scomparire.
Un lieve "scusi" su sentì da dietro le sue spalle. Menomale che tutti lo stavano già ignorando.

Come aveva già detto, lui odiava la folla di città.
Non sa se lo ignoravano perché accade spesso che una persona impazzisca di punto in bianco... oppure perché era lui diverso.
Forse per il suo modo di vestirsi oppure per la sua faccia.
Ma la sua faccia non aveva nulla di strano. Occhi grandi e marroni, occhi sognanti, occhi che sapevano fantasticare e scappare via dalla realtà.
Forse era il suo naso il problema, ma il suo naso non aveva nulla si anomalo: un normalissimo naso a punta leggerne schiacciata...una punta schiacciata come quella di un pennarello a punta fine molto usurato, un pennarello che aveva la punta perfetta e che dopo esser stato consumato quella punta di fosse schiacciata.
Le labbra sottili e color rosso tramonto.
La sua faccia era a posto.

- Ma allora qual è il problema? Mmh...forse mi faccio troppe paranoie per lo stress... Oggi mi prendo una pausa dallo scrivere, ho bisogno di fare una dormita -.

La gente della folla si stava spargendo per tutta la città diventando solo un ricordo lontano.

Normalmente la strada dall'ufficio a casa sua ci vuole 15 min; ma gli sembrava di aver camminato ore.

Dʀᴇᴀᴍʟᴀɴᴅ - Lᴀ ᴛᴇʀʀᴀ ᴅᴇɪ sᴏɢɴɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora