Capitolo 39

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Un lieve bussare alla finestra mi desta dal mio dormiveglia, facendomi scattare in piedi per andare ad aprirla.
Kyle mi guarda dal basso della strada, il mento leggermente alzato.
"Preferisci che salga dalla finestra, che entri dalla porta, o che compaia lì?"
"Non lo so..." balbetto incapace di dargli una risposta sensata.
Scrolla le spalle, fa un sorrisetto.
"Qual'è l'opzione più romantica delle tre?"
Le mie labbra si increspano, mentre uno strano calore mi pervade la pelle.
"La prima" dico senza riflettere.
"E la prima sia" lo sento mormorare prima che si arrampichi agilmente issandosi sul davanzale della mia finestra.
In un attimo, me lo ritrovo di fronte, che mi scruta in tutta la sua altezza.
Fa un passo incerto verso di me, le mani mi cingono i fianchi.
Arrossisco senza volerlo.
China lentamente il viso verso il mio, poi resta in attesa, come se aspettasse un mio permesso.
Con un lieve sorriso, mi sporgo verso le sue labbra e lo bacio.
"Credo proprio che verrò a trovarti più spesso" bisbiglia.
Mi libero dal suo abbraccio, poi mi vado a sedere sul letto, invitandolo a fare lo stesso.
La sua espressione muta di colpo, i muscoli delle braccia si tendono.
La sua T-shirt nera evidenzia alla perfezione ogni muscolo del suo corpo.
"Che succede..." sussuro, ma mi blocco all'istante sentendo il cigolio della scala.
Qualcuno sta salendo.
Senza preoccuparsi di bussare, mamma entra in camera mia.
Freneticamente, mi guardo intorno, in cerca di Kyle.
Non c'è. Ovviamente.
"Katherine?" mi chiama, la fronte corrugata.
"S-Sì?" faccio del mio meglio per impedirmi di balbettare.
"Con chi stai parlando?"
"Nessuno" mi affretto a replicare "stavo...stavo solo riflettendo ad alta voce."
Mi fissa a lungo, lo sguardo indagatore.
"Se ti serve qualcosa, sono in cucina" dice prima di chiudersi finalmente la porta alle spalle.
Tiro un sospiro di sollievo, mi lascio cadere di schiena sul letto.
Kyle mi compare accanto, sdraiato come me, un braccio sotto la testa.
"Tua madre è...un sergente militare" dice con un sorriso ironico.
Rido sommessamente.
"Sì, beh, diciamo di sì."
I suoi occhi ki guardano con un'intensità quasi magnetica, difficile da reggere.
Distolgo lo sguardo, concentrandomi sulle rifiniture della mia coperta rosa confetto.
"Il vantaggio di essere un demone" lo sento mormorare dopo un po' "è quello di avere un'eternità a propria disposizione."
Lo guardo timidamente.
"Per questo" continua "potrei rimanere così a guardarti per anni."
Sento le guance andare a fuoco, e sono costretta a maledire ancora una volta la mia carnagione chiara.
Mi mordicchio leggermente il labbro.
Lo sento farsi più vicino.
"Vuoi dormire?" domanda "resterò qui finchè non ti addormenterai."
Scuoto piano la testa, ma le palpebre iniziano ad appesantirsi.
"Lia si accorgerà che sei stato qui?" mormoro.
Lui sorride.
"È una sensitiva, ma è pur sempre una bambina di dieci anni. Non penso abbia poteri così sviluppati."
Abbozzo un sorriso anch'io, poi scivolo irrimediabilmente nel sonno.

After the midnight [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora