- BUTTER: The Purple Heart Thieves -

A Purple City era sorta una nuova giornata. Il sole in alto e fisso in cielo irradiava con la sua luce le finestre dei molteplici palazzi che si innalzavano in quel determinato punto della città. Molte erano le persone che passavano nelle vie più affollate e trafficate di Purple City che ospitava l'incredibile cifra di 10,5 milioni di abitanti. Le strade erano coperte dal morbido tocco dei petali viola di alcuni fiori che lasciavano nel cambio di stagione tra l'inverno e la primavera che sarebbe giunta brevemente.
Dalla mattina si arrivò alle ore di punta in cui molti lavoratori uscivano dai rispettivi uffici per consumare un pasto caldo se ordinato in tempo, quasi tiepido se era concessa una pausa di soli 10 minuti e completamente freddo se non si otteneva quest'ultima e ognuno doveva terminare il proprio compito, dimenticando il sapore di quello che poteva essere il pranzo di sosta dal proprio dovere giornaliero. Il tempo passò molto veloce e ognuno tornò felicemente a casa, verso la destinazione tanto desiderata dallo stesso momento in cui si prendeva servizio sul proprio posto di lavoro. Purple City cominciò a tingersi di un colore più tenue, circondata dalle prime luci artificiali delle strade colme di macchine che delineavano il percorso di un classico traffico serale. Le ore oscillarono tra gli ultimi spicchi di luce naturale, fino al calare totale della notte. In tutto quell'arco di tempo era terminata una giornata piuttosto frenetica per i cittadini dipinti dello stesso colore dei petali scivolati dolcemente sui marciapiedi di quella città apparentemente serena.
Era arrivata l'ora più temuta poiché nel cuore di Purple City vivevano i criminali più scaltri e tenaci del posto. Venivano chiamati BTS , ossia l'acronimo di Bangtan Sonyeondan che lasciava intendere quanto fossero resistenti a qualsiasi arma. Erano abili nello schivare qualsiasi colpo, tanto da essere definiti "a prova di proiettile". Astuti più delle volpi erano riusciti ad ottenere infinite ricchezze dalle più conosciute e classiche, alle più complesse e importanti. L'ultimo colpo che riuscirono ad attuare fu alla Casa Viola in cui i parlamentari e il presidente erano occupati in un importante conferenza stampa. Nonostante quella struttura fosse stata rinforzata e controllata dalla sorveglianza dello stesso edificio, i sette ladri erano riusciti perfettamente nella loro impresa.
Dopo quell'attentato il presidente promise ai suoi cittadini che sarebbe riuscito ad acciuffare i BTS e ripristinare l'equilibrio sociale di Purple City.
Mentre la città era in fase di assestamento, in quanto nessuno camminasse in piena notte, i sette criminali erano impegnati a progettare il loro prossimo piano nel loro rifugio lontano da tutti e impercettibile agli occhi dei comuni abitanti di quella città.
La stanza in cui si concentravano ad ultimare le loro mosse era illuminata da un led bianco ghiaccio che rifletteva le loro ombre sul tavolo pieno di fogli, documenti, pennarelli rossi e graffette sparse sull'intera superficie.
Loro sette, invece, erano disposti in tanti modi diversi all'interno di quel posto avente una sola finestra esposta verso un determinato punto di Purple City. Posizionati sul piano più alto di un palazzo isolato rispetto ad altri per godere di un eccellente vista e di un controllo indiretto della città.

In quel posto chi visionava i movimenti delle vittime da colpire in certi momenti era Kim Nam-Joon il leader dei BTS di età 28. Con il suo potenziale in molte discipline teoriche come l'inglese e in quelle pratiche come l'informatica progettava i piani più efficaci insieme al calcolo di coordinate spaziali, importanti per sapere quali movimenti fare durante l'esecuzione di un progetto al fine di tornare con quanto più "oro in casa".