La prima volta 2/2.

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Mattia gemette nuovamente, abbassando d'improvviso la testa.

Christian corrugò la fronte; sembrava terribilmente inesperto, tutto d'un tratto.

«É la prima volta?»

«Cosa-? Credi sia la mia prima volta?»

«Intendo... che qualcuno ti lecchi qui.»
Disse, senza sapere bene come dirlo.

Mattia non rispose, e Christian sorrise.

«Lo prendo per un sì.»
Si leccò le labbra. «E dimmi, regali le tue prime volte a gente a caso?»
Domandó, prima di chinarsi nuovamente e iniziare a leccare.

Il biondo quasi tremò.
«Non- non a caso.»
Sussurró, cercando di smettere di ansimare. «La- la mia prima volta l'ho data al mio ex. Uno stronzo, spero che un uccello gli caghi in testa mentre si dichiara a qualcuno.»

Christian si mise a ridere.

«C-Christian, sii più delicato...»

«Scusa.»
Sussurrò, accorgendosi che stava iniziando a stringere un po' troppo forte con le mani sulle sue cosce, proprio dove erano i graffi.

«Ho fatto di- di tutto con lui.»
Sussurrò, chiudendo gli occhi. «Dico... a letto, per il resto non ha mai fatto nulla per me.»

«Da quanto tempo non state più insieme?»

«Un anno.»
Sospirò. «Entra.»

«Senza prepararti?»

«No, non ne ho voglia.»

Christian arricciò il naso, alzandosi dalla posizione di prima. Si chinò sulla sua schiena, arrivando al suo orecchio.

«I ricordi lasciamoli al passato, mh?»
Sussurrò piano, accarezzandogli un fianco.
«L'idiota é stato lui a perderti.»
Gli baciò una spalla.
«Il sesso rude non cancellerà il dolore.»

Mattia si voltó nella sua direzione, con il cuore che all'improvviso aveva iniziato a battere più forte del dovuto.

Socchiuse gli occhi, sentendoli inumidirsi; a volte era vero che uno sconosciuto ti capisce meglio di chi ti sta vicino.

Si voltó verso di lui, e unì le loro labbra in un bacio talmente dolce che per un attimo si scordarono di essere nudi.

Mattia strinse le braccia attorno al suo collo e Christian lo spinse delicatamente sul letto, e si mise sopra di lui.

Quel ragazzino era strano, terribilmente strano, eppure forse un po' di amore era ciò di cui aveva realmente bisogno.

Il moro si staccò lentamente da lui, permettendosi di guardare in viso il più basso. Le guance rossastre dovute dalla situazione, dal bacio, dalla mancanza di aria e dall'eccitazione: le labbra gonfie socchiuse che gli facevano sperare che un giorno sarebbero di nuovo finiti su quel letto a rifare esattamente la stessa cosa, gli occhi azzurri che quel giorno sembravano brillare.

Christian non aveva parole per dirgli quanto fosse bello, e quando si chinò verso di lui e gli regalò un bacio a stampo, si sentì come se in qualche modo glielo avesse fatto capire.

Ma forse il biondo pensava a tutt'altro, dietro quegli occhi luccicanti.

E chissà, forse pensava la stessa cosa di lui.

Il più alto poggiò le mani sulle sue cosce, accarezzandole piano.

Avvicinò due delle sue dita alle labbra dell'altro e quello non si lasciò tradire da nessuna emozione; le accolse fra le sue labbra carnose e si prese la briga di leccarle e bagnarle lui per l'altro, e Christian non potè fare altro che sperare che presto avrebbe fatto la stessa cosa altro.

Come le Maschere di Pirandello. Where stories live. Discover now