La prima volta 2/2.

Comincia dall'inizio
                                    

Lui sorrise beffardo.

«Odio quando non la gente non mi dá del "lei", lo sai?»

Il moro lo guardò, in un misto fra "sei serio" e il terrore per paura di essere lasciato così, in quel modo, con un'erezione che iniziava a fargli seriamente male.

Il biondo mise entrambe le mani sulle sue guance, avvicinandolo al suo viso.
«Lubrificami, non ce la faccio più ad aspettare.»
Sussurrò.

Christian sgranò gli occhi, e quasi ringraziò il momento in cui Mattia aveva smesso di segarlo.

Si avvicinò due dita alla bocca ma quello si mise a ridere.

«Non hai capito.»
Sorrise di nuovo, prima di mordersi il lbbro inferiore.
«Voglio che mi lecchi.»

Il moro pensò realmente di aver capito male, ma no, era esattamente così come sembrava.

Eppure, anche se non si sarebbe mai sognato di farlo, lo trovava terribilmente eccitante.

Così finì per distanziarsi di nuovo da lui, e quando Mattia aprì le gambe Christian scosse la testa.

«Stavolta no.»

Il biondo corrugò la fronte, ma tempo due secondi si ritrovò a pancia in giù sul letto, con il corpo dell'altro sopra al suo.

Il moro si avvicinò al suo orecchio.
«Siamo in due in questo letto, le ricordo.»
Sorrise, prima di alzarsi in piedi e afferrargli i fianchi.

Il biondo stava per ribattere, ma quando si ritrovò il bacino all'aria si morse il labbro: non era male quando decideva di prendere il controllo.

«Stai diventando più sicuro o sbaglio?»
Chiese il biondino, poggiando la guancia contro il materasso.

«Sto esplodendo dalla voglia di scoparla.»
Rimarcò l'utilizzo del "lei".

«Al massimo é il contrario.»
Disse con tono orgoglioso, mettendo i palmi sul materasso e facendo leva per alzarse la schiena, mantenendola sempre inarcata.

«Intanto sei tu quello a pecora.»

«Smettila di darmi del tu.»
Disse, irritato. «E poi sono io che ti ho sedotto, conta questo.»

Christian alzò gli occhi al cielo, prima di guardare la sua schiena. Fece passare le mani lungo la colonna vertebrale, per metà coperta dalla felpa azzurra, e guardò le fossette di Venere alla base del sua schiena e si morse il labbro.

Era tremendamente bello quel ragazzo, ancora non capiva perché avesse avuto bisogno di ricattare proprio lui per divertirsi un po'.

Forse lo eccitava solo il pericolo.

Finì ad accarezzare i suoi glutei, e Christian mentirebbe se dicesse che anche quando quest'ultimi erano fasciati dai pantaloni, non si era mai fermato a guardarli.

Senza pensarci troppo, finì per spogliarsi, gettando i vestiti dove capitavano.

Si chinò con la schiena, iniziando a lasciargli dolci baci seguendo il percorso della colonna vertebrale, e sentì un piccolo sospiro da parte del più basso.

«Amo i baci sulla schiena.»
Specificó, e a Christian parve strano che d'improvviso se ne uscisse con una frase su di sè.

Il moro però sorrise, stavolta dolcemente.
«Sì?»
Domandò, in un tono che non credeva nemmeno lui potesse cacciare.

Continuó a baciarlo tenendogli stretti i fianchi, e quando arrivò alle natiche le tenne separate grazie alle proprie mani.

Guardò quello che sarebbe stato oggetto delle sue attenzioni, e senza troppi indugi, si chinò per leccarne piano il contorno.

Come le Maschere di Pirandello. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora