Effetto farfalla

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Il signor Baum si era trasferito ormai da qualche anno in quel luogo remoto, dove la scarsa competizione negli affari gli consentiva di distendere i nervi pur continuando a curare i rapporti con pochi clienti affezionati e dalle tasche gonfie di denaro. Alcuni di questi erano stati rinviati alla sede centrale e prontamente ridistribuiti tra i colleghi, ma altri, i più facoltosi, il signor Baum aveva avuto l'accortezza di tenerseli stretti. Era il caso della vedova Cartwright, che viveva a due passi da lui e per la quale egli svolgeva transazioni di denaro necessarie al sostentamento degli eredi sparsi in tutto il mondo. Tra i due era scattata una piacevole intesa, che con il tempo si era evoluta in un solido rapporto di fiducia, poiché ella possedeva, oltre a uno sfondato patrimonio, anche un insaziabile istinto materno e il signor Baum, un giovanotto che viveva in un appartamento inospitale e lontano dai rispettivi affetti, veniva ricoperto delle più prelibate attenzioni e ricordato nelle sue incessanti preghiere quotidiane.                                                                       

Il decoro impone di non rifiutare le cure e l'impegno di una donna anziana, ma spesso l'istinto implacabile induce l'essere umano a ricercare una beata solitudine, per evitare di soffocare. E chi non presta ascolto al proprio istinto finisce, prima o poi, per soccombere sotto la sua scure.    Sicché diventa complesso, riflettendoci attentamente, capire chi uccise il signor Baum: se la vedova Cartwright o il galateo.

L'anziana non aveva la forza di stringere il collo di un giovane trentenne, ma possedeva la tenacia per levarsi all'alba, dirigersi in chiesa a seguire le letture appassionate e pregare per i propri cari. Anche quel giorno, dopo il consueto rito, si era chinata sulle deboli ginocchia e aveva presentato gli immancabili rispetti alla statua del Santo Patrono, poi, recatasi all'acquasantiera, aveva assassinato il signor Baum senza pietà.                                                                                             Estratta l'offerta dal borsello infatti, l'aveva gettata nell'acqua, accompagnando il lancio con un rapido segno di croce, ma il bastone che usava per sorreggersi era sgusciato in avanti e la vedova, per non cadere, si era aggrappata al bordo della vasca di marmo, rovesciandola sul pavimento. L'acqua santa aveva inondato i piedi dei presenti, causando urla di spavento, e il parroco era subito corso a sincerarsi che tutti stessero bene.                                                                       E così stavano, ma erano anche distratti dal frastuono e dalla confusione generale, permettendo a uno scaltro orfanello dagli occhi vispi, che ogni mattina chiedeva l'elemosina davanti alla chiesa, di cogliere l'attimo e tentare di scassinare la cassetta delle offerte. Quando il lucchetto finalmente scattò, il ragazzino fu colto sul fatto dal sagrestano, che accorse madido di sudore, urlando e puntando il dito grassoccio, ma dimenticandosi della pozza di santissima acqua, sulla quale scivolò, allargando le braccia e rivoltando da sotto in su il vassoio d'argento stretto tra le mani di un chierichetto vicino. Boccette di vetro e scodelle d'oro furono sbalzate contro le travi di legno dell'antico soffitto, dove aveva malauguratamente messo radici un'estesa famiglia di pipistrelli dormienti. Sbarrati gli occhi, impiegarono pochi secondi per tramutarsi in uno sciame inferocito e stridente, che investì i passanti sul marciapiedi antistante l'ingresso: i bambini piangevano, le donne urlavano coprendosi il capo con le mani, gli uomini si rifugiavano dove potevano. Alcuni di essi indietreggiarono inconsapevolmente in mezzo alla strada e per poco non furono travolti dalle auto in corsa. E così la vettura del signor Fritz aveva inchiodato all'improvviso, senza dare il tempo al camioncino che seguiva di frenare a sua volta, provocando un tamponamento a catena e l'apertura dello sportello posteriore, dal quale un prezioso carico di arance si riversò all'esterno e invase il nero cemento. Alcuni frutti rotolarono ai bordi della carreggiata e caddero in un tombino aperto, dove due operai lavoravano per venire a capo di un guasto alle tubature, e fu una vera fortuna che nessuno dei due rimanesse investito dalla succosa cascata. Il canale fognario centrale accolse la frutta, che da lì avrebbe raggiunto il mare in meno di un paio d'ore, e gli schizzi d'acqua indussero un ratto a correre per un centinaio di metri, prima di sbucare da un tombino lungo la strada principale, dove, annusando l'aria, era rimasto attratto dai formaggi della salumeria Kum. Alla vista dell'orrida palla di pelo nero che saltava nella sua direzione, la signora Kum afferrò prontamente la ramazza - era abituata a visite indesiderate come quella - e con un colpo poderoso spedì la creatura in aria. E poi giù, disegnando una parabola perfetta e planando sulla faccia del figlio del preside Fancy che, in quel momento, stava per scoccare una biglia di vetro con la sua fionda. Inevitabilmente, il proiettile cambiò la traiettoria originale.

Il signor Baum, sveglio da pochi minuti, aveva appena aperto la finestra della cucina, si godeva il panorama della via principale ed era impegnato in un sonoro sbadiglio liberatorio. L'ultimo. Nessuno riuscì mai a capire per quale motivo il signor Baum stesse giocando con una biglia di vetro, rigirandosela in bocca, per poi morire soffocato, ma tutti erano d'accordo su un fatto: si trattava di un gioco davvero pericoloso, che avrebbero sconsigliato a qualsiasi bambino.

Nessuno riuscì mai a capirne il motivo; e dire che sarebbe bastato unire i puntini.

Effetto farfallaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant