Respiro a fatica sentendomi più nervoso ogni istante di più, la fronte madida di sudore e la sensazione di soffocare scandisce ogni secondo di quest'interminabile supplizio. Ho bisogno di sapere che sta bene, io devo occuparmi di lei.
<<Ma non lo farò, perché conoscere la verità ti farà soffrire più di ogni altra cosa. E io voglio che tu ne ricorda ogni singolo minuto, dello strazio che ti travolgerà.>> Sussurro rabbioso fissando i suoi occhi sgranarsi a queste parole, prima di lasciarlo andare malamente facendo finire il suo corpo a terra.
<<Che stai dicendo?>> Domanda confuso, cercando di rimettersi in piedi proprio mentre Jaxson fa capolinea in questa stanza. Solo adesso Jace sembra iniziare a capire e scuote la testa come per rifiutare un'idea di cui non ha mai dubitato. Solamente in questo momento, il suo sguardo viene immobilizzato dalla paura.
<<Ti devo parlare, Jace.>> Si limita a dire Jaxson mentre il silenzio piomba in queste mura e io mi volto di spalle disinteressato dal loro dolore.

Mi curo solo di tornare ad osservare lei, lunga come un angelo dormiente e avvolta solo da una bellezza proibita. Una verità lontana dalla tragica immagine che ho davanti ai miei occhi, dove la mia bimba non avrebbe mai dovuto essere.
Il suo aspetto non rispecchiava affatto quello di una creatura come lei, il labbro spaccato e uno zigomo arrossato su cui presto si formerà un ematoma sono solo le ferite meno gravi del suo viso. Gli occhi sono chiusi e avvolti da un sonno anormale, contornati dal sangue secco per una ferita proveniente da una tempia dove lo squarcio è ancora ben evidente e profondo.
Una mano è imbrattata di sangue per colpa forse del tentativo di tamponare la lesione più grave, oppure un taglio sul palmo ne è la causa, mentre i vestiti sono ridotti ad un brandello di combinazione tra sangue e terra.
La osservo per infiniti minuti colpevole di essere stato io a condurla verso questa strada e, a questa consapevolezza, il cuore mi sprofonda nel petto.

<<Dobbiamo portarla via da qui Blake, ha bisogno d'aiuto.>> Travis con due dita appoggiate sul polso di Alyssa per sentirne il battito mi osserva pensieroso dal basso. <<Adesso.>> Aggiunge prima di rivolgere a Nathan uno sguardo preoccupato.
<<Adesso...>> ripeto come un automa, fissando Nathan comporre un numero di telefono mentre si allontana per parlare con qualcuno.
<<Faremo prima ad andare noi in ospedale anziché aspettare un ambulanza. Li sta avvertendo del nostro arrivo.>> Con un cenno del capo Travis mi indica le intenzioni di Nathan, intendo a spiegare le condizioni di Alyssa a quello che immagino sia un medico. Io invece continuo a stare in silenzio, incapace di muovere un solo muscolo per la pesantezza che inavvertitamente percepisco sul mio corpo. Osservo il mondo muoversi intorno a me riuscendone a sentire tutto, ma senza fare niente.
<<Aiutami ad alzarla, continua a perdere del sangue e il suo battito è debole.>> Ordina Travis, afferrando una coperta dal divano per tamponare la ferita alla testa.
A queste parole il mio cuore risale in gola per sprofondare un attimo dopo nello stomaco. Le mani iniziano a tremare a causa delle palpitazioni forti e accelerate, mentre il respiro diventa affannato e irregolare.
<<Dobbiamo...>> Incapace di dar voce ai miei pensieri, mi sembra di non sbattere neanche più le palpebre. La paura mi sta paralizzando.

<<Blake dobbiamo muoverci!>> Gli occhi di Travis mi si parano davanti, mi afferra il volto e lo scuote per incitarmi a fare qualcosa e ritornare in me. <<Ce la farà, andrà tutto per il meglio vedrai. Ma adesso abbiamo bisogno di te, lei ha bisogno di te.>> Senza perdere altro tempo mi intima a seguirlo, voltandomi le spalle.
<<Blake!>> Richiama di nuovo la mia attenzione, e i miei occhi lo guardano terrorizzato. Incrocio di nuovo il suo sguardo, e per la prima volta mi accorgo di quanto anche lui sia preoccupato.
Alyssa ha bisogno di me.
Con questa convinzione mi riscuoto dallo stato di trance tornando finalmente ad essere utile in questa situazione, impedendo ai pensieri di farmi schiacciare.
<<Dobbiamo andare... Tu... Tu pensa ad accendere l'auto.>> Farfuglio intimorito, costringendo i piedi a muoversi nella direzione del divano, impegnandomi a ragionare passo per passo.  Non permetterò alla paura di sovrastarmi di fronte la necessità di scegliere tra la vita di Alyssa o la costrizione che mi rende passivo a causa dei pensieri negativi. Non posso permetterlo.
Prima di uscire dalla stanza, Travis appoggia una mano sulla mia spalla fissandomi dritto negli occhi. <<Devi tornare in te, subito.>> Aggiunge per la condizione insolita a cui non è abituato vedermi e, subito dopo, scompare oltre la soglia.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Where stories live. Discover now