Kant

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Cosa posso sapere?

Non tutto, non la verità.
Almeno così la pensava Kant.

«La nostra percezione del mondo è composta da due filtri: lo spazio e il tempo. Ci è impossibile ragionare su qualcosa escludendo questi due elementi. Le cose che conosciamo, che pensiamo di conoscere, in realtà potrebbero non essere come pensiamo che siano.»

Probabilmente a Eren sarebbe interessato molto questo argomento, se non fosse stato distratto da un biglietto che gli avevano passato al banco.

"A ricreazione andiamo nel cortile di dietro?"

Girandosi a guardare da dove provenisse, scoprì che il biglietto glielo mandava Armin.
Strano.
Di solito Armin amava l'ora di filosofia, mai al mondo si sarebbe distratto per scrivere un biglietto del genere. Era successo qualcosa di grave?

In risposta gli fece il pollice all'insù, per poi tornare a seguire la lezione, anche se oramai era sovrappensiero.

[...]

In quel cortile, Armin si dichiarò.

«E questa cosa ti turbava tanto da non riuscire a seguire la spiegazione su Kant?» Chiese Eren con un sorrisetto.

Armin alzò le spalle. «Sì, beh, la trovo una cosa importante. Probabilmente per te non lo sarà, dato che abbiamo modi diversi di percepire le cose.»

«Che vuoi dire?»

«Immagina una pallina rotolare per terra. Un gatto la inseguirebbe, ma tu cosa faresti?»

Eren ci pensò su. «Cercherei con lo sguardo da dove viene.»

«Esatto. Tu avresti trovato più importante capire da dove venisse, chi l'aveva lanciata o se fosse stato il vento. Il gatto, invece, avrebbe trovato più importante catturarla.»

Eren si stupì. «Per distogliere l'attenzione dalla tua dichiarazione mi stai rifilando una lezione su Kant?»

Armin ridacchiò. «Probabile.»

«Alla fine chi aveva ragione? Io che davo importanza all'origine della pallina, o il gatto?»

«Non si può sapere. Io direi te, ma la mia percezione potrebbe essere sbagliata, dato che ho i due filtri a impedirmi di vedere la verità assoluta.»

«I filtri di cui parlava l'insegnante? Spazio e tempo?»

«Proprio quelli.»

Eren mise su un'espressione confusa. «Ma quindi non si potrà mai sapere la verità su niente!»

«Non è detto. Ho appena detto che ti amo. Secondo te è la verità?» Chiese Armin.

«Sì.» Rispose senza esitare.

Il biondo sorrise. «Eppure nemmeno io so se è la verità. Sono abbastanza sicuro che lo sia, ma magari mi sono innamorato di un te che non è veramente te, ma un te solo secondo la mia percezione. Forse è per questo che le coppie si separano.»

«Secondo me stai travasando quello che diceva Kant. Tralasciamo la Critica della Ragion Pratica, che è solo religione e non me ne può fregare di meno. Intendo la Critica della Ragion Pura...»

«Mi hai beccato. Ti stavo rifilando pensieri miei spacciandoli per Kantiani. Però non tutto quello che ho detto è mio, gran parte è veramente il pensiero di Kant.»

Eren sorrise. «Ti amo anche io.»

«Ami me, o la percezione che hai di me?»

Entrambi si misero a ridere.

FINE

L'esempio della pallina l'ho preso dal libro "Il mondo di Sofia" e consiglio - a chi piace la filosofia - di leggerlo, è davvero bello.

È la prima Eremin che scrivo (non la prima fanfiction), quindi mi è nuovo entrare in questi personaggi. Penso pure di aver sbagliato a seguire i loro caratteri, ma magari facciamo finta di niente, dato che è stata la prima volta.

A scuola sto studiando Kant, l'avreste mai detto?

Ed Eremin sia *One Shots*Where stories live. Discover now