Una ragazza psicopatica con una storia particolare e movimentata entra nella scuola delle arti mortali. Lì capirà chi è realmente e conoscerà qualcuno che le stravolgerà la vita.
La vita andava bene, fino ad allora mi avevano portato in centrale solo qualche volta per aver rubato, ma il sistema giudiziale in una cittadina multietnica e poco sorvegliata era molto scarso, quindi mi lasciavano andare sempre dopo una notte in cella, e se fregavano che avessi 15 anni e fossi senza famiglia. Il bello di non avere una famiglia è che puoi fare come ti pare, fino a quando non passò di lì un'associazione per ragazzi senzatetto; ci mancava solo questa. Mi divisero dai miei amici e, cercando nel databaise, videro che ero scappata da un orfanotrofio. Avrete capito che mi ripresero subito e invece di rimandarmi lì dentro, mi buttarono dentro un manicomio. Già un vero e proprio manicomio; a quanto pare da alcuni test risultava che io fossi psicopatica, bipolare e avessi diversi disturbi della personalità. Sinceramente non mi importava di essere classificata come una pazza squilibrata, sapevo di esserlo in fondo... cazzo ho ucciso i miei genitori e fare del male agli altri non mi interessava, ma non ci davo peso. La cosa che mi dava fastidio era essere di nuovo rinchiusa.
Mi buttarono dentro sto benedetto manicomio per "casi speciali" e vi giuro che questo era veramente l'inferno.
Mi riempivano di tranquillanti e mi bucavano continuamente. Inoltre ogni volta che avevo scatti di rabbia per lo stress che mi procuravano mi chiudevano in una stanza legandomi polsi e collo. In sei mesi ero diventata irriconoscibile: capelli scompigliati, occhiaie, piena di lividi, cicatrici e tagli ovunque. Non bastavano quelle fatte da mio padre, ora anche queste...
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Avevo perso le speranze, sarei morta lì dentro; avevo anche cercato di scappare ma tutto inutile, era impossibile. Mi ero rassegnata.
