Capitolo 05

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Il mattino seguente mi ritrovai a pulire casa per prepararmi a quella che sarebbe stata una giornata piuttosto impegnativa. Ora che vivevo da sola, dovevo anche cavarmela da sola, non importava quanto potesse essere presente mia zia. Dovevo imparare a farcela con le mie mani.
Sin da piccola ero sempre stata abituata a lasciare i grandi lavori agli altri, persino rifare il letto era una cosa che non mi toccava. Ogni mattina la colazione era servita in enormi vassoi pieni di dolci, pancake alla banana, latte e succo d'arancia nelle rispettive bottiglie di vetro, cereali di quattro gusti diversi, caffè, cappuccino ed ovviamente non mancava la rigorosa colazione inglese che preferiva mio padre. Io ero fin troppo amante del dolce per mangiare una salsiccia appena sveglia.
Adesso invece mi svegliavo e, una volta entrata in cucina, trovavo solamente il vassoio della frutta sul tavolo. Beh, è piuttosto normale ed io dovevo imparare ad essere indipendente ormai... ma questo voleva dire anche dover salutare quell'enorme quantità di dolci che preparava la cuoca a colazione, perché adesso il primo pasto del giorno sarebbe stato sempre e solo latte con cereali, dato che ero piuttosto pigra e mi annoiava un po' cucinare — soprattutto quando stavo morendo di sonno!

Forse uno degli aspetti più odiosi fu capire quali tipi di detersivi utilizzare per pulire casa. C'è n'erano di tutti i tipi ed io a stento conoscevo le differenze. Mi sentivo come una sedicenne che aveva da poco cominciato a fare la spesa! Mi sembra inutile ammettere che... sì... alla fine chiamai la mia vecchia cameriera per chiederle aiuto. Ma lei era sempre stata dolcissima e mi spiegò tutto nei minimi dettagli, aiutandomi via telefono a fare la spesa di detersivi, dandomi anche qualche consiglio per il cibo e su come cucinare vari piatti che osavano essere i miei preferiti. Era semplicemente la miglior cameriera di tutte! Perché, soprattutto per me, era anche un'amica.
Poi tutto d'un tratto, alzando per un secondo lo sguardo, notai distrattamente la figura di un ragazzo nella corsia di fronte alla mia, che si voltò di scatto non appena vide che stavo per guardarlo. Aggrottai la fronte ma lasciai perdere, pensando che fosse semplicemente una persona qualunque in procinto di fare compere.

Mi avviai quindi verso il reparto dell'igiene, per comprare deodoranti, spazzolini e quegli odiosi assorbenti che si spostano nelle mutande non appena fai un passo. Certo avrei potuto prendere quelli interni, ma ero fin troppo ansiosa di non dover far passare troppe ore prima di cambiarlo per indossarne uno.
Dopo aver messo l'occorrente nel carrello, girai i tacchi verso le casse e mi avviai, tenendo lo sguardo fisso sugli scaffali pieni zeppo di prodotti. Fu così che feci scontrare il carrello con quello di un'altra persona, che si rivelò essere, ancora una volta, quell'odioso vicino.

Non appena si incrociarono i nostri sguardi sentii nuovamente quel nodo allo stomaco e poi la sensazione di vuoto interiore. Era di nuovo avanti a me, quante possibilità c'erano che avrebbe fatto la spesa proprio lì in quel momento?
«Malik» dissi con voce impostata. Lui mi rispose a tono, pronunciando il mio cognome. Nessuno dei due fiatò, così la usai come scusa per andarmene.
Girai il carrello e mi feci strada da sola ma Zayn mi chiamò nuovamente.
«Aspetta ascolta..» i miei piedi si bloccarono da soli come se avessero vita propria, anche perché la mia testa diceva di andar via e subito.
«Mi dispiace per ieri, mi sono comportato da psicopatico e me ne rendo conto. È solo che mi ha quasi scioccato rivederti» mi voltai per guardarlo e sembrava quasi essere sincero. Zayn Malik che si scusava per qualcosa? Dio, probabilmente questo è solo un sogno, forse se mi do qualche pizzicotto riesco a svegliarmi.
«Cosa stai facendo?» mi chiese confuso spostando lo sguardo sul mio braccio. Oddio, lo ha notato! Ed io non mi sono svegliata... ok, di sicuro non è un sogno.
«Va bene, grazie per le tue scuse. Arrivederci» gli risposi freddamente, smettendola di darmi pizzicotti al braccio. Mi girai nuovamente verso il mio carrello e lo spinsi verso le casse, questa volta non provò a fermarmi ma riuscii a percepire i suoi occhi fissi su di me mentre mi allontanavo da lui.

Dovevo aspettarmelo che prima o poi ci saremmo incontrati, non pensavo però così in fretta. Stranamente nessuno si soffermava a parlare con Zayn per scattare una foto o farsi firmare qualcosa. Forse veniva qui proprio perché tutti conoscevano già Zayn! D'altronde era anche il supermercato più vicino alle nostre case.

Dovetti mettermi in fila e la cassiera era alquanto lenta, quanto odiavo aspettare in fila al supermercato! Mi guardai attorno per far passare il tempo notando che quel giorno tutte le casse erano belle pienotte. Per essere un piccolo supermercato riusciva a contenere tantissime persone!
Questa non ci voleva, dovevo ancora tornare a casa, prepararmi da mangiare, andare in giro a cercare lavoro. Mi sarebbe piaciuto aprire uno studio veterinario lì in città.
Intanto sentii dei commenti di gente impaziente che non ce la faceva più ad aspettare tutto quel tempo, io mi limitai semplicemente a sbuffare e a guardare ossessivamente il telefono come se stessi aspettando un messaggio.
Quando arrivò finalmente il mio turno notai che effettivamente la cassiera era una donna sulla sessantina le quali mani tremavano fortemente e i suoi movimenti erano lenti quanto quelli di un bradipo.
«Ottanta dollari e cinquantanove» disse una volta finito di scannerizzare tutti i prodotti, rivolgendosi a me con voce vibrante.
«Pago con la carta» le riferii, ma la signora me lo vietò di fare. Rimasi ferma per qualche secondo a guardarla perplessa.
«Il pos non funziona da stamattina» mi fece sapere, roteai quindi gli occhi dato che non avevo prelevato soldi e che quindi oggi non avrei mangiato, né tantomeno avrei fatto la spesa.
«Va bene, riporto tutto dove l'ho trovato» dissi con voce un po' annoiata, cominciando a tirar fuori dalle buste di carta tutto ciò che avevo comprato.
«Ottanta dollari e cinquantanove, giusto?» sentii dire ed alzai immediatamente lo sguardo per vedere che non solo Zayn era in fila dietro di me, ma adesso stava anche pagando in contanti per la mia spesa.
«C-cosa stai facendo...» balbettai incredula. Facendo così sarei rimasta in debito con lui ed io non voglio averci niente a che fare!
«Oh, signorina, questo ragazzo è un ragazzo d'oro» mi disse la cassiera, che intanto aveva preso i soldi di Zayn e aveva fatto lo scontrino. Ormai era fatta, ero in debito con lui.
Ero rimasta senza parole, mi limitai semplicemente a forzare un sorriso, poi presi le mie cose e salutai, pronta ad andarmene.

Non potevo crederci che lo avesse fatto, avrei preferito non poter comprare la spesa piuttosto che farmela pagare da lui. Tra tutti, proprio lui!
Misi le buste in macchina e stavo per aprire la porta quando sentii nuovamente la sua voce fastidiosa.
«Neanche un grazie?» eccolo, con il suo fare da arrogante superiore.
«Grazie Malik, ma non dovevi» gli risposi mentre aprivo lo sportello della macchina.
«Non voglio niente in cambio, volevo solo pagarti la spesa dato che non potevi. Qui molte volte il pos muore, io ci sono abituato» ci guardammo per qualche secondo in silenzio, mi stava dando dei consigli su come vivere a New Hope per caso?
Non sapevo cos'altro fare, effettivamente non aveva senso dargli addosso in quel momento. Aveva fatto una cosa carina, non potevo comprare tutto quel cibo e lui mi ha aiutato.
«Va bene, grazie» misi un piede nell'auto pronta a sedermi dal lato del guidatore.
«Stiamo apposto, Fanning?» ah, quindi questo suo gesto era un modo per chiedere ammenda? Dio, non sarà una spesa pagata a farmi dimenticare di come mi hai spezzato il cuore... idiota.
«No» gli risposi freddamente, per poi chiudere lo sportello, mettere in moto e andarmene.
Ero abituata ad avere a che fare con stronzi, ma devo ammettere che lui manteneva sempre il primo posto tra tutti quanti... non mi avrebbe mai lasciato stare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 28, 2021 ⏰

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