4. Damian ☯️ Una porta per l'Inferno

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"Siamo tutti la perversione di qualcuno,
il sogno di un altro
e il rimpianto di un altro ancora".
(Charles Bukowski)

In ginocchio sul pavimento, gli occhi lucidi e il viso arrossato per la corsa, Lavinia mi fissa come se avesse visto un fantasma.

Il mio sguardo le scivola addosso, sulle invitanti distese di pelle dorata dal sole, che la semplice canotta grigia e i pantaloncini lasciano esposta. Una ciocca di capelli, sfuggita all'elastico, le ricade sulla fronte e il suo profumo dolce satura l'aria, stuzzicando i miei sensi.

Qualcosa è cambiato in lei e non solo a livello fisico. La sofferenza le ha impresso addosso il suo marchio.

Nel silenzio, sento il suo cuore pompare forte. Senza smettere di fissarmi, si alza e copre la breve distanza che ci separa. Quando è a meno di un passo, solleva la mano per sfiorarmi la guancia.

Colto di sorpresa, resto immobile e rigido. Lavinia ritrae la dita come se si fosse scottata. Lacrime si addensano dentro i suoi occhi e tracimano fino a rigarle le guance.

La fisso senza capire. «Perché piangi?»

Lei tira su col naso e si passa una mano sul viso. «Perché...? Damian, tu sei vivo! Per mesi ho creduto che fossi... che Kyra ti avesse...»

Kyramechi. All'udire quel nome, una collera violenta mi pervade. La ingoio come una miscela amara è tengo su la maschera di finta indifferenza. «Che mi avesse fatto fuori?» mi chino su di lei e le soffio nell'orecchio: «Che dire? Sono un osso duro».

Lavinia fa un passo indietro e assume un'aria vagamente imbarazzata. «C... che ci fai qui?»

«Curiosità. Volevo vedere come te la passi. Il tuo demone sta traslocando?» chiedo accennando agli scatoloni impilati vicino alla porta.

Lo sguardo di Lavinia diventa triste. Le mie parole hanno toccato un nervo scoperto.

Quando imparerai, Draga? Non puoi fidarti di un demone. Soprattutto, non aprirgli il tuo cuore. Lo farà a pezzi e a te non resterà niente.

«Alexis non è qui. Sono successe un po' di cose dall'ultima volta che ci siamo visti».

«Aggiornami, sono tutto orecchi».

Il suo sguardo si assottiglia. «Stjepan non ti ha detto niente?»

Alzo le spalle. «Non l'ho sentito di recente».

Una linea sottile le solca la fronte. «Avete litigato?»

«No». Mi fissa, in attesa di spiegazioni. «Diciamo che mi sono preso un periodo sabbatico. Essere quasi morto in quella grotta mi è servito a mettere ordine tra le mie priorità. Per quanto io sia fedele a Stjepan, ora sento il bisogno di stare un po' per conto mio».

Lavinia sembra cogliere l'autenticità delle emozioni che stanno dietro alle mie parole. La tensione abbandona i suoi tratti e le labbra si piegano in un sorriso. «Sono felice di vedere che stai bene, Damian. Finalmente ho l'opportunità di ringraziarti. Hai quasi perso la vita per salvarmi, io... non potrò mai ripagarti per quello che hai fatto».

«E se invece potessi?»

Le parole sono venute fuori prima che potessi riflettere. La confusione si dipinge sul volto di Lavinia. Il sangue fluisce e le colora le guance in un modo delizioso. Per un istante, uno solo, immagino di avventarmi sulla sua bocca - che sa di marmellata e di tutte le altre cose buone che ho desiderato assaggiare quando ero umano - e saccheggiarla. Questa visione, potente e improvvisa, mi spaventa così tanto che sento il bisogno di allontanarla.

Il Principe delle OmbreWhere stories live. Discover now