capitolo 43

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matilde mancini's pov:

'si e in pratica stavo scendendo le scale in tranquillità e loro mi hanno fatto uni scherzo, penso di aver perso trent'anni di vita' continua a raccontare Kai mentre siamo a cena in un qualche ristorante scelto da Mason nel centro di londra, del quale non so nemmeno il nome, ma sinceramente non m'interessa.
al tavolo siamo seduti io,mason,kai,jorge e catherine,la fidanzata du quest'ultimo,la quale si è rivelata molto simpatica.
'scusate ma vado a prendere un po' di aria' dico dirigendomi verso la terrazza che ha come vista il london eye che seppur sia abbastanza tardi è ancora illuminato e continua ad essere utilizzato, essendo che non è ancora arrivato il suo orario di chiusura.
questa terrazza mi ricorda molto il terrazzino del ristorante a roma che da sul colosseo,anche se non c'è paragone tra la vista sulla ruota panoramica e il magico colosseo.
'ti prenderai la morte a stare qui fuori con questo vestito, non so se ti è chiaro ma è settembre e siamo in inghilterra' mi dice una voce che mi arriva da dietro 'mati,ci conosciamo da poche ore, ma sono arrivata alla conclusione che c'è qualcosa che ti turba' continua cat appoggiandomi sulle spalle una giacca fin troppo grande per essere sua,quindi suppongo che sia di uno dei ragazzi
'ti è mai capitato di non sapere cosa ti succede dentro quando sei in un vortice di emozioni?' domando continuando ad osservare il tamigi illuminato dalla luce della ruota panoramica e girandomi poco dopo vendendola annuire
'ecco quello che sto provando in questi giorni' rispondo tronando a guardare il cielo coperto da un po' di smog che a Londra è sempre presente e l'enorme ruota panoramica che continua ad adornare la vista su questa città con le sue luci colorate mentre continua a girare lentamente.
questa sera all'esterno fa particolarmente freddo e tira una leggera brezza fresca ma sono  talmente tante emozioni mescolate insieme dentro di che prendermi il raffreddore sarebbe l'ultimo dei miei problemi,e anzi,sarebbe il male minore,almeno riuscirei a staccare da tutto per almeno un giorno.
'sai, all'inizio quando ho conosciuto Jorginho lo vedevo e provavo delle sensazioni strane che si ripresentano pure quando gli ero vicino. erano emozioni forti eppure non riuscivo a capire cosa fossero e cosa rappresentassero.
ho capito poi che era amore, quindi stai tranquilla, basta che aspetti un pochino e capirai pure tu, dai tempo al tempo,non metterti fretta inutilmente' mi risponde per poi rientrare e lasciandomi sola con le stelle e con i miei pensieri.
dopo qualche minuto però dato il freddo e dati i miei amici dentro al ristorante,decido di tornare nella struttura dove il clima è totalmente diverso da quello esterno, qui dentro c'è un calduccio molto piacevole.
trono al tavolo e mi siedo poggiando con delicatezza la giacca nera sullo schienale della sedia, il proprietario di essa non sapevo chi fosse ma gliel'avrei ridata dopo, tanto in questo momento sarebbe stata inutile a tutti.
'posso portarvi un dolce, un digestivo oppure un caffè?' domanda il cameriere molto gentile e dalla pronuncia si sente che non è del posto, eppure non riesco a capire da dove venga.
'per me un caffè' risponde per primo jorge,seguito poi da me e dagli altri,chiedendo in totale cinque caffè lisci, che arrivano poco dopo.
la serata si è dilungata anche troppo calcolando che domani abbiamo tutti allenamento al mattino mentre da quello che ho capito cat deve andare al lavoro, per cui ci salutiamo e risaliamo in macchina.
la strada dal ristorante sembra molto più lunga rispetto a quella dell'andata e la musica rieccheggia a basso volume nelle casse della macchina,mentre guido verso casa.
il centro di londra non dista molto da casa mia per questo ci metto relativamente poco ad arrivare lì.
entro in casa e mi tolgo i tacchi, che se indossati a lungo sono una vera e propria tortura.
cammino a piedi nudi sul parquet freddo che è per terra nell'entrata, percorro il piccolo patendo il poco freddo ai piedi, arrivando poi all'inizio del parquet in legno riscaldato dal riscaldamento a pavimento, che è la salvezza alla mattina appena si mettono giù i piedi dal letto.
arrivo in cucina e mi verso un bicchiere d'acqua bevendolo poco dopo dal bicchiere color blu scuro che avevo preso a caso dal ripiano.
solitamente avrei notato che questo è il bicchiere che usa sempre mason quando viene qui; 'mi ricorda il colore e l'inno del chelsea' diceva sempre facendo riferimento alla canzone che diceva 'blue is the color' all'inizio, e appena mason aveva visto quel bicchiere blu se n'era innamorato,volendo solo questo ogni volta che veniva qui.
metto il bicchiere in lavastoviglie e salgo le scale recandomi in camera,che rra rimasta uguale a come l'avevo lasciata qualche settimana fa, l'unica differenza probabilmente era la presenza di più polvere, ma credo sia normale.
mi svesto e mi metto il pigiama, mettendo poi il telefono in carica ed impostando una sveglia alle 7:30 di domani e coricandomi sotto alle coperte cercando di scaldarmi.
la valigia l'avrei sistemata domani, ora non ne ho proprio voglia.
il calore dovuto a tutte le coperte mi pervade il corpo, e dopo pochi minuti cado in un sonno profondo, come se non avessi dormito per anni, anche se non è così, avendo dormito pure mezz'ora in aereo.

———
la vibrazione del telefono mi sveglia, eppure la vera sveglia che avevo impostato ieri sera non aveva ancora suonato, segno che o non l'avevo sentita oppure non erano ancora scoccate le 7:30.
prendo in mano il telefono e leggo velocemente il nome sul display
'mason'
'pronto?' rispondo con la voce ancora impastata dal sonno
'oh alla buon ora! è da venti minuti che ti chiamo' mi dice lui, allora controllo sulle notifiche nella schermata di blocco del telefono trovando effettivamente più chiamate, e controllo poi pure l'orario 6:35 segna.
'mason, con tutto il bene che tu voglio, si può sapere cosa vuoi alle sei del mattino?'
'vieni a correre con me? quel babbuino di kai non mi risponde e se sveglio jorginho quello mi castra' risponde lui
'e va bene, dammi dieci minuti e fatti trovare sotto casa, ah e ti avviso, non ho intenzione di faticare troppo che ho allenamento pure dopo'
'fantastico, mati ti adoro, ci vediamo dopo'
'a dopo' gli rispondo staccando la chiamata e buttando il telefono dall'altra parte del letto stiracchiandomi.
perchè ho accettato di andare a correre di primo mattino? non lo so.
mi alzo e mi preparo, mentre le prime luci del mattino filtrano dalle finestre.
oggi si prospetta una giornata con un miniko di sole dato che ci sono poche nuvole in cielo, ma so già che entro le nove di mattina sarà tutto rannuvolato, come sempre d'altronde.
il campanello suona e scendo dopo aver preso la sacca con dentro telefono,chiavi e portafoglio,e dopo essermi assicurata che tutto fosse chiuso e che non ci fossero finestre aperte esco di casa chiudendola a chiave.
sarà una giornata molto lunga, iniziata non proprio con il piede giusto, ma questi sono solo dei piccoli dettagli.

Notti magiche || Matteo Pessina     (Wattys 2022)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora