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CHRISTIAN'S POV
Durante la cena non ho praticamente toccato cibo. Il mio stomaco si rifiutava di mandare giù anche soltanto un boccone.
Passo, di malavoglia, il mio piatto a Mattia che, invece, sta mangiando peggio di uno che non tocca cibo da giorni.
Poi, mi alzo e vado a sdraiarmi sul mio letto.
Passa qualche minuto, dove ho sonnecchiato attaccato al cuscino, poi sento un peso che si appoggia sul materasso.
«Ehi, Bro. Stai così ancora per prima?» mi chiede Mattia, con le mani sui fianchi.
Io non rispondo. Rimango ad occhi chiusi, con il respiro soffocato dal cuscino bianco e soffice.
«Se è per quello che ci ha, o per meglio dire, ti ha detto Raimondo, devi stare tranquillo» continua con la voce calma e delicata che lo contraddistingue «Secondo me è rimasto solo un po' perplesso dal fatto che io sono molto estroverso. Parlo sempre, non sto mai zitto... Mentre tu sei tutto il contrario» si siede al mio fianco e io sono obbligato ad aprire gli occhi e tirarmi su, visto che mi toglie il cuscino dalle braccia.
Continua a fissarmi, ma io non riesco a reggere il contatto visivo.
Mi metto le mani dietro la nuca, con la schiena appoggiata allo specchio dietro i letti.
«Devi aprirti, Frate'. Se non lo fai qui, quando pensi di poterci riuscire?!»
Le mie mani passano sui miei occhi e li sfrego sbuffando.
«Il problema non è Raimondo»
Alzo lo sguardo verso di lui.
«Sono io» rispondo acido.
Detto questo mi tiro su, facendomi forza con le braccia e vado verso il giardinetto sul retro.
Apro la porta che dà sul verde e, per fortuna, non trovo nessuno.
Mi tiro su il cappuccio della felpa e mi siedo sui freddi, ma morbidi, cuscini del divanetto più vicino.
Non ho voglia di parlare con nessuno.
Mi sono perso dentro qualcosa più grande di me, e ora non so come uscirne.

BEATRICE'S POV
«Voi sapete cos'è successo?»
«Forse ha avuto una crisi»
«Speriamo niente di grave»
I ragazzi stanno continuando ad interrogarsi sul perché dell'atteggiamento di Mattia e Christian quando, dalla camera di questi, esce il biondino, deluso.
Noi ci zittiamo e lui si và a sedere sulle scalinate, davanti allo schermo.
Non sappiamo cosa fare. Se andare da lui o lasciarlo solo.
Non sappiamo neanche dove sia Chri, ma questo, sinceramente, mi importa meno.
«Andiamo noi» sussurra Albe, facendo segno con la testa ad Alex e Dario, il nuovo allievo della Peparini, con cui i ragazzi hanno legato molto.
Noi li guardiamo avvicinarsi al ragazzo. Rimangono qualche minuto a parlare, poi si alzano, andando verso le camere.
«Vabbè raga. Lasciamo che la risolvano loro» suggerisce LDA «Meglio non mettersi in mezzo in queste cose»
Annuiamo e ci sparpagliamo per la casetta.
«Sei preoccupata?» mi chiede, avvicinandosi, Nicol, insieme a Serena.
«Per cosa? Christian?»
Lei mi guarda come se fosse ovvio.
«No»
Tutte e due sgranano gli occhi.
«Ceh non posso dire che non mi dispiaccia vedere una persona stare male, ma che sia lui o chiunque altro non m'importa» rispondo calma e decisa.
«Wow. Cos'è tutta questa sicurezza?!» chiede Serena, stupita.
«Ho solo deciso di lasciare perdere e dimenticare tutto. Se è successo questo, si vede che doveva andare così» mi metto le mani in tasca e vado verso il banco della cucina, dove Carola sta provando a preparare una ciambella.

CHRISTIAN'S POV
Riesco a rimanere solo pochi minuti.
Dalla porta della casetta escono, preoccupati, Albe, Alex e Dario, insieme a Mattia appena dietro.
«Cosa volete?» chiedo acido. In questi momenti ho bisogno di stare solo, altrimenti potrei esplodere.
«Vogliamo sapere cosa ti sta succedendo» la voce di Albe risuona in un silenzio straziante.
«Ho soltanto bisogno di stare solo» continuo, con tono freddo.
«Non vuoi proprio parlarne?» mi chiede Alex, sperando che cambi idea.
Il mio silenzio risponde al posto mio.
Albe sbuffa e scuote la testa. Alex rimane zitto, con occhi delusi. Dario ha le braccia incrociate e si tiene a distanza, non sapendo cosa dire. Mattia, invece, ha già perso la speranza e spunta appena fuori dalla porta.
Qualche secondo, poi, l'aria comincia a farsi pesante. Sento troppo i loro sguardi fissi su di me.
«Ho detto che ho bisogno di stare solo!» scoppio alla fine, frustrato.
Loro, colti alla sprovvista, sobbalzano appena. Non mi avevano mai sentito alzare la voce.
Ritorno a guardare il vuoto, mentre i ragazzi, uno alla volta, rientrano in casetta, lanciandomi uno sguardo di disprezzo appena prima di superare l'uscio.

Finalmente solo.
Faccio un sospiro di sollievo, ma dentro di me è in atto una guerra.
Non riesco a stare fermo, ho bisogno di fare qualcosa.
Ho bisogno di stare meglio.
Mi guardo intorno, cercando una qualunque cosa che possa aiutarmi.
Poi, noto una scatolina bianca sulla poltroncina alla mia destra.
Sigarette.
Probabilmente sono di Luigi. Le lascia sempre dappertutto.
Sono tentato di prenderne una, ma mia madre mi ha sempre sconsigliato di fumare.
"Fa male hai polmoni..." diceva "...e i polmoni sono indispensabili per un ballerino".
Non so che effetto avrebbe il fumo sul mio corpo, ma non mi interessa.
Ho bisogno di stare bene e sono sicuro che questo mi aiuterà.
Ne tiro fuori una dalla scatolina e me la passo tra le dita.
Ora mi serve un accendino.
So che Luigi ne teneva sul comodino in camera.
Rientro in casetta e, senza essere visto da nessuno, prendo il primo che trovo. Poi, torno velocemente fuori.
Mi metto comodo sul divanetto e accendo la mia prima sigaretta.
Faccio un tiro e un fumo caldo e pungente mi inebria le narici.
Sento la gola che brucia, ma non ci faccio caso.
Espiro e una nuvola grigia mi avvolge nel freddo della sera.
Ora mi sento meglio.

Spazio autrice
Visto che sono molto lenta a scrivere vi ho regalato un capitolo un po' più lungo.
Ditemi cosa ne pensate.
Secondo voi Christian ha fatto la scelta giusta??

TᴜʀʙᴏJR /𝐶ℎ𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑎𝑛 𝑆𝑡𝑒𝑓𝑎𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖/ ᵃᵐⁱᶜⁱ21/22Where stories live. Discover now