cap.3

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La testa continua a scoppiarmi mentre cerco di trovare la fottuta x di questa cavolo di equazione.
I muratori continuano a trapanare e giuro su dio che alla prossima mi butto dal terrazzo.
Avendo la verifica non posso assolutamente non studiare perciò apro il telefono:
-Rega ve prego diteme un posto dove studiare senza nessuno
Qui a casa è un casino
Nessuno risponde per circa 10 minuti e stavo perdendo le speranze poi il mio telefono si illumina
Maria: se vuoi a casa mia tra mezz'ora è libera non ho problemi a lasciarti sola
Cosa? Che cavolo assolutamente no, sicuramente sarebbe spuntato Riccardo da qualche parte e sarebbe finita male.
-Non voglio disturbare magari c'è tuo fratello o i tuoi
Maria:non preoccuparti riccardo è in palestra e io tra un po' vado con i miei al centrocommerciale
Quella notizia mi aveva confortato
-Grazie mille ti adoro, tra 15 minuti arrivo
Scrissi e chiusi il telefono.
Mi iniziai a preparare per evitare di fare figuracce con i genitori, misi sei pantaloni a zampa neri e un lupetto corto chiaro, profumo e portai lo zaino con i libri.
L'autobus che mi avrebbe portato vicino casa stava per arrivare perciò mi affrettati ad uscire.
Cosa dovrei fare con Riccardo? Dire tutto a Maria è impensabile lei è così carina con me sempre e io cosa faccio per ricambiare? Mi faccio il fratello.
Sono una merda questa storia delle finire ora.
Anche se l'attrazione è troppa.
Tra questi pensieri arrivai a casa loro, suonati e mi aprirono i genitori già col giubbetto
"Ciao Mara" salutai calorosamente la madre e il padre subito dopo.
Maria scese poco dopo dalle scale con la giacca i mano e i capelli spettinati.
"Scusate ancora il disturbo e grazie infinite"
"Non ti preoccupare Agnese puoi studiare tranquillamente il camera di Maria sai già dov'è noi torneremo tra 3 ore più o meno"
"Grezie mille ancora"
Dissi infine mentre chiudevano la porta.
Inspirai profondamente quel silenzio al quale non ero più abituata, poi mi diressi per le scale.
Ammirai le foto che erano appese ai lati.
Maria era sempre stata bellissima con gli occhi verdi e i capelli neri, mentre Riccardo era il più furbo e vivace tra i due, con i suoi capelli neri e lunghi fin da piccolo si distingueva facilmente, era sempre bellissimo.
Poggiai il mio zaino per terra accanto la scrivania bianca e lucida, mi sedetti e tirai fuori i libri, mi legarmi con la matita i capelli e iniziai a studiare.
Per un po' sembra andare bene, ma poi dovetti iniziare a studiare la teoria e era impossibile.
D'untratto sentii la porta aprirsi al piano di sotto, non potevano essere già tornati non era passata nemmeno un'ora.
Era sicuramente lui fortunatamente avevo chiuso la porta e speravo non sapesse che ero lì.
Lo sentii gettare il borsone a terra e salire le scale, il mio cuore iniziò a battere forte.
Passò davanti la sua camera, poi davanti quella di Maria velocemente, poi entrò in bagno.
Tirai un sospiro di sollievo.
Sentii che si stava facendo una doccia così mi rimisi a studiare senza perdere tempo.
La mia mente stava lottando da 10 minuti per levarmi dalla testa il corpo nudo e bagnato di Riccardo proprio ad un muro di distanza me.
Percepii l'acqua fermarsi e sperai solo per un secondo che venisse da me, ma poi ripreso il controllo delle mie emozioni e abbassai finivo la testa sui libri.
D'un tratto porta della stanza si spalancò e possenti sull'uscio la figura del suo petto leggermente bagnato coperto solo da un'asciugamano bianco in vita offuscó la mia vista per un secondo, poi il mio sguardo si spostò sui suoi capelli gocciolanti che cadevano sul viso.
"Pensavo mi raggiungessi nella doccia bambina" disse con voce seria e roca
"Non dovresti essere in palestra?" chiesi spostando lo sguardo sui libri ancora
"Pensavo ti avrebbe fatto piacere" dal tono sarcastico sapeva già la risposta, si avvicinò a me da dietro e si accostò al mio orecchio "Non mi saluti?"
"No devo studiare" ignorati l'odore del suo bagnoschiuma molto pungente e non lo degnai di uno sguardo.
"Cosa studi?" disse prendendo la sedia accanto a me e buttandosi sbracatamente.
Okay stava iniziando una conversazione del tutto normale, non farti cascare l'occhio sulla sua V, guardalo negli occhi e rispondi normalmente, ce la puoi fare.
Temerariamente alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi a fatica "Matematica ma non sto capendo nulla" ammisi riabbassando lo sguardo
"Io faccio lo scientifico ti aiuto"
"No tranquillo faccio da sola"
"Non era una proposta, ora sono il professore ascoltami e obbedisci" si irrigidì subito e diminuì la distanza tra noi.
Cazzo stavo per fate una grossa cazzata.

Long Dark HairWhere stories live. Discover now