VIII. CIÒ CHE NON SAI

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"I'd rather be, rather be
Anyone, anyone else
But jealousy, jealousy
Started followin' me "
«Jealousy, jealousy», Olivia Rodrigo

Chiyo fissa la pagina bianca che si trova davanti. Di solito, disegnare le fa scaricare tutte le emozioni e pensieri negativi, ma oggi non ci riesce, non si sente abbastanza motivata per mettere ciò che prova in un disegno. Sospira mentre giocherella con la matita.

Aveva provato a mettersi al lavoro, ad editare qualche foto, a finire qualche grafica, ma è stato un fallimento: vuoto totale.

Odia i momenti in cui non riesce a produrre nulla, li detesta. La sua testa non vuole funzionare: nessuna idea, nessuna forma, nessuna immagine da trasferire su carta. Vuoto assoluto.

Vorrebbe tirare una testata allo sketchbook davanti a lei. È brutto essere bloccati quando si sta disegnando. Anche nella vita, è brutto non sapere cosa dire, cosa fare, cosa pensare.

La sensazione di quel maledetto groppo alla gola, quello che ti viene quando stai per piangere ma non puoi lasciarti andare. Chiyo vorrebbe davvero mettersi a piangere, ma non può.

In tutto il caos che le frulla per la testa, le torna in mente uno dei pochi momenti in cui aveva provato questa stessa impressione. La mostra d'arte della scuola, l'anno scorso. Ricorda tutto esattamente.

Ricorda quanto era contenta del suo dipinto ad olio, la "Notte Stellata" di Van Gogh, ma la palette era composta solo da tonalità di rosa e viola. Era la sua versione, assieme ad un'altra manciata di quadri e lavori modificati.
Poi era arrivato il turno di Ayame. Il suo era il disegno per antonomasia.

<<Oddio...>> aveva sussurrato Chiyo, tenendo gli occhi incollati sulla tela <<...ci sei riuscita>>

Si ricordava di quando la sua migliore amica le aveva detto che, per la mostra dell'istituto, avrebbe replicato su carta la sua scultura preferita: La Pietà di Michelangelo.

Ha ancora in mente l'immagine dei loro due lavori vicini, della massa di studenti e persone che ammirava il disegno dell'amica, della quasi commozione e di tutte le lodi ricevute.

Ci era stata male. La invidiava. Invidiava quelle doti artistiche che lei non riusciva ad ottenere. Ma non l'ha mai detto esplicitamente, né ad Ayame né a nessun altro.

Chiyo prende la matita e fa un qualcosa di inaspettato: si mette a scrivere. Non lo fa spesso, ma ci sono momenti in cui deve per forza buttare giù le parole sulla carta.

Scrive. Scrive della mostra dell'anno precedente, scrive del disegno perfetto della sua migliore amica, scrive dei brividi che le erano venuti, scrive di ciò che vorrebbe avere di Ayame. E lei non lo saprà mai, non saprà mai di tutte le cose che le invidia.

Appena posa la matita si mette a guardare la pagina piena di scritte. Non è venuto fuori tanto a livello di lunghezza del testo, ma va bene così. Lei non lo saprà mai.

D'impeto, strappa la pagina dal block notes e se la infila in tasca. Scende le scale e prende le sue Converse nere. Improvvisamente le è venuta voglia di uscire, fare un giro, prendere una boccata d'aria.

Ha sempre amato passeggiare sola. Le piace ritagliarsi tempo per se stessa, è un'abitudine che, secondo lei, è bene avere.

HALF | Sakusa KiyoomiWhere stories live. Discover now