LONDRA NON È PIU' "IO E TE"

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Falling Apart - Michael Schulte

Avevo sempre pensato che sedermi e raccontare della mia vita, della mia storia fosse banale e inutile. Ho sempre avuto l'idea di non essere poi così interessante, e che raccontare di come io mi fossi innamorato, di come io mi fossi quasi annullato per una persona e di quanto sforzo avessi fatto per vivere per due, non fosse abbastanza da raccontare a della gente seduta in un pub in un venerdì sera, o ai colleghi di lavoro dopo una giornata stressante in studio.

Ho sempre pensato che raccontare di come io abbia donato il mio cuore a una persona non rientrasse nelle nozioni da sapere delle altre persone, ma semplicemente nelle mie di esigenze conoscitive. Ho sempre creduto che raccontare dell'amore fosse una cosa così importante che lo avevo sempre tenuto per me. Avevo sempre tenuto per me la purezza dell'amore che provavo ogni giorno nella mia vita, della leggerezza e delle carezze che ricevevo quotidianamente, delle discussioni che sfociavano poi nel sesso più vero e passionale che avessi mai provato.

E non smettevo di immaginarmi io e lui in cima al mondo mentre mi teneva la mano più grande della mia, quasi a nasconderla e prevalere su di me. Non smettevo di chiudere gli occhi e immaginarmi ancora al suo fianco mentre facevamo le cose più banali del mondo, che erano quelle che amavo di più, come aiutarlo a cucinare o come passargli le cose nel carrello della spesa per metterle via. Non ero in grado di fermarmi nel pensare che la città che si estendeva ai miei piedi in quel momento non avesse più il privilegio di sentire i suoi passi, o sentire il suo respiro. Londra non aveva più il privilegio di vedere il suo sorriso raggiante e non poteva più permettersi di nominare il suo nome.

Londra non era più in grado di percepire l'amore, perché l'amore potevamo essere solo io e lui ed era impensabile che Londra potesse rimpiazzarci così spudoratamente. Non aveva il diritto di dimenticarlo perché sarebbe andata all'inferno, per aver dimenticato una persona così pura e angelica.

E ora io guardavo Londra da una collina, mentre il mondo andava avanti, ma lui comunque non era al mio fianco a stringermi la mano come sempre. Seduto su una panchina fredda, mentre la neve cadeva prorompente dal cielo, dove mi stava guardando in quel momento. La neve cadeva troppo velocemente per i miei gusti, ma cosa mi potevo aspettare da Dicembre? Solo vento e neve.

Il bianco stava invadendo poco a poco la città londinese e io non vedevo l'ora che fosse tutta ricoperta di bianco, così non sarei riuscito a vederla com'era davvero e avrei sofferto un po' di meno, arrancando piano piano sempre meno. Senza nessun ricordo a lacerarmi il cuore e il petto e tutti gli organi in grado di sgretolarsi da un momento all'altro. Ero ancora rotto, tenuto in piedi solo da due fili che non si sarebbero mai spezzati, ne ero certo. Ma nonostante ciò ne mancava un terzo che era in grado di sorreggere gli altri due e me. Il terzo filo era quello più importante e qualcuno me lo aveva portato via così velocemente che non avrei mai negato a nessuno, neanche a me stesso, che avevo preso a piangere sotto il getto dell'acqua ogni sera, mentre sentivo le voci dentro di me urlarmi contro di andare da lui.

Io non sarei mai andato via con lui, per due semplici motivi, ma ci pensavo ogni sera. Ogni sera mi arrendevo un pochino di più e poi la voce nella mia testa veniva abbattuta da due colonne portanti della mia vita che mi riportavano a galla. Io arrancavo ogni giorno di più, e solo in quel momento mi resi conto quanto io fossi fragile e quanto necessitassi di lui per continuare a vivere. Io non ero in grado di andare avanti come gli avevo promesso. Questo mi rese consapevole del fatto che quello coraggioso e forte dei due fosse sempre e solo stato lui. Mai nessun altro.

E ora davanti a me c'era il prato di questa collina e il solo pensiero di poter piangere mi rasserenava perché avrei potuto farlo. Non avrei dovuto dare spiegazioni a nessuno per le mie lacrime.
E se qualcuno mi avesse detto perché stessi piangendo, avrei detto che davanti a me c'erano i suoi occhi. Davanti a me c'era il verde dei suoi occhi perfetti che mi dicevano quanto mi amasse ogni volta che li guardavo. E i miei rispondevano e gli dicevano mille volte ancora di più quanto lo amassi a mia volta.

You made me hate this city//l.sWhere stories live. Discover now