Capitolo 5

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Se non ricordate come andava a finire il Capitolo 4 andatevelo a riguardare.
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Il cameriere viene a prendere le ordinzioni. Un bel bocconcino.
-Cosa desidera che le porto signora?-mi domanda.
-La tagliata di manzo-
-Come vino cosa prendete?- il suo sguardo salta da me, ad Evan e Jace.
-Sceglie la signorina.-Evan.
-Vorrei il Masseto, se possibile di vecchia data.- dico
-Un ottimo vino italiano signorina. Davvero un'ottima scelta. Ve lo porto subito. E come dessert?-mi guarda in attesa.
-Si può avere un..te?-il mio incatenato ai suoi occhi ed il mio sorriso sexy lo fanno diventare rosso e paonazzo.
-Io..emm-inizia a muoversi freneticamente su due piedi e sulla sua fronte si formano piccole goccioline. È incredibile l'effetto che procuro a gli uomini con una sola parola. Dico dentro di me ridendo.
-Prendiamo tre tagliate di manzo e come dolce vorremmo la vostra specialità-dice Evan.
-Va bene, signore.-
-Come ti chiami?-gli chiedo.
-Il mio nome è Jason, signorina.-risponde.
-Bene, Jason, mi piacerebbe fare qualche altra chiaccherata con te ma in questo momento vorrei il mio vino e purtroppo sono ad una cena di lavoro. Ma se per te va bene, potremmo vederci domani sera e prendere qualcosa da bere.- gli sorrido maliziosamente.
-Sì, certo. Sarebbe magnifico.- rimane lì con un sorriso a trentadue denti stampato in viso.
-Sì? Okay allora.. Ora porteresti il mio vino, Jason?-lo imploro con gli occhi di andarmelo a prendere.
-Sì, mi scusi.-lo guardo andar via dal tavolo velocemente e dopo un paio di metri vedo che si gira per guardami. Gli sorrido e lo saluto con la mano fino a quando non scompare dalla mia visuale.
-Non ti fa schifo flirtare con dei ragazzini? Sei molto più grande di lui e stai cercando di portartelo a letto?- Jace mi guarda con occhi che in questo momento esprimono solo ribrezzo nei miei confronti.
-Jace, sai non mi scopo tutti gli uomini che incontro. Molti sono solo amici, altri amici e compagni di avventure, oppure solo compagni. Tu cosa vuoi essere fra questi tre? Il mio scopamico o il mio compagno?-lo guardo sorridendo. È sicuro che ora gli faccio ancora più schifo dopo quello che ho detto. Inizia a ridere di gusto.
-Non credo ti piacerebbe, sai?-poggia i gomiti sul tavolo e incrocia le mani davanti alla bocca.
Inizio a ridere anche io -Oh Jace, io sono una donna aperta. Dovresti provare a fare quello che faccio..non credo ne saresti in grado. Non sei abbastanza forte fisicamente e psicologicamente.-
Anche Evan inizia a ridere unendosi alla nostra conversazione. -Alyssa, fossi in te non lo sottovaluterei affatto.-
-Vuoi provare, Jace?-domando in tono di sfida.
-Dici sul serio?- non ride più.
-Certo. Ma forse non puoi o non vuoi?-lo guardo dritta negli occhi  diventando seria. Mi fissa come per capire che piega sta prendendo la situazione.
-Ci sto, ma ad una sola condizione.-
-Quale?-domando curiosa.
-Evan deve partecipare.- strabuzzo gli occhi, non mi aspettavo una proposta di questo genere. Sarà una splendida serata!
-Se per lui va bene allora andrà bene anche per me. Mi è indifferente, anche se penso che più si è meglio è! Sarà una serata divertentissima, mi sto già bagnando al pensiero.- guardo Evan. Non parla, non si muove..mi fissa e basta.
-Evan non dici nulla?-chiedo divertita.
-Ci sono cose che devi sapere, prima che passiamo una notte tutti insieme.-dice serio.
-Sei vergine?- inizio a ridere talmente tanto che mi fanno male gli addominali.
Arriva Jason con il vino ed un cestello pieno di ghiaccio.
-Grazie Jason, sei stato magnifico.-
-Grazie a lei, signora- fa un piccolo inchino.
-Jason dammi del tu, mi stai facendo sentire una vecchia arrapata. Il mio nome è Alyssa, ma per gli amici solo Aly.-gli sorrido dolcemente.
-Va bene Aly. Le tagliate di manzo arriveranno subito.-
-Grazie Jas.- gli faccio l'occhiolino e dopo l'ultimo sorriso che mi fa versa il vino nel mio bicchiere, poi in quello degli altri e se ne va. Giro il bicchiere per un po', respiro il profumo che emana  quel liquido rossastro e poi inizio a sorseggiare.
-Mmm..adoro questo vino. È il mio preferito.- chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da questa magnifica miscela di aromi, alcool e uva. Magnifica.
-Sì, hai fatto un'ottima scelta.- concorda Evan.
-Sei italiana?- mi domanda Jace.
-Si vede molto?-
-Non abbastanza-
-Il mio papà era inglese. E la mia mamma mezza italiana e mezza islandese.-dico.
-Quindi la storia del tuo libro si basa..?-mi chiede Evan, senza completare la domanda.
-Sì, è la storia di mia nonna. Ha sofferto tanto, ma sono contenta che si sia svolta così perchè se no non avrebbe mai incontrato mio nonno, e non sarebbe nata mia madre ed io.- rispondo sinceramente.
-Mi dispiace.- dicono all'unisolo Evan e Jace.
-E per chi? Per me? Non sono stata io a soffrire per anni. La mia storia è ben diversa, ma centra con quella che sono.-dico. Nel frattempo arriva un altro camerie che porta i nostri piatti. Iniziamo tutti a mangiare e nessuno parla per un bel po' di miniti.
Poi Evan ricomincia a parlare: -Hai detto che la tua storia ti ha portato ad essere ciò che sei. Ma chi sei veramente?-
-Sono una Dominatrice, se è questo quello che vuoi sapere.-
Di nuovo cade il silenzio ed io continuo a mangiare la mia bistecca finendola.
-Questa cosa vi turba?-chiedo maliziosa.
-Affatto. Tu non hai idea di quello che siamo e di quello che facciamo. Ma lo scoprirai presto.-mi guarda con la testa di lato Evan.
-Non vedo l'ora bei bocconcini. Allora quando ci rivedremo? Domani?-
-Stai dimenticando Jason. Domani sera è il suo turno.-mi fa notare Jace nel suo solito modo da imbecille sfrontato e disgustato.
-Oh hai ragione, scusa avevo dimenticato. Sai la mia agenda è molto piena, ma se vuoi puoi unirti a me in qualche seduta. Qualche frustata sulla tua linguaccia non farebbe molto male, anzi.- gli propongo, ma a giudicare dalla faccia disgustata e preoccupata per la sua povera lingua direi che non vuole accettare.
-La cena era ottima. Ma ora devo andare ho un impegno. Paghi tu Jace?-
-Sono un gentil uomo, mal volentieri è un piacere.- mi fa un finto sorriso.
-Perfetto allora io vado- mi alzo e lascio un bacio rumoroso sulla guancia di Jace, lasciandoli lo stampo rosso fuoco delle mie labra.
Attraverso la sala ondeggiando e lanciando occhiate poco innocue e perverse a tutti gli uomini.
Passo dal bar del ristorante dove c'è Jason.
-Allora? Hai intenzione di fare ancora il timido o mi vuoi dare il tuo numero?- scherzo, anche se non del tutto.
Mi guarda sorridendo e prende un piccolo fogliettino bianco, dove scrive dei numeri.
-Ecco fatto.-mi fa l'occhiolino.
-Apposto, ti chiamerò per dirti dove. Ciao..- lo saluto con un bacio volante e con qualche sbattito di ciglia provocante. Poi esco e mi ritrovo immersa in una Londra fredda e caotica. Prendo un taxi e appena arriva mi ci fiondo subito dentro.
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Arrivo a casa e subito dopo aver varcato la porta inizio a spogliarmi. I lunghi capelli corvini ricadono sulla mia schiena perfetta, sfiorandomi le natichie.
Vado in cucina a prepararmi un drink. Inizio a sorseggiare e sento che l'alcool brucia nella mia gola e nel mio stomaco. Alzo la testa in alto per far scendere meglio tutto questo liquido che va a fare compagnia insieme al vino di poco fa. Vado ad accendere lo stereo ed alzo il volume. Non so quale canzone sto ascoltando, ma mi piace. Inizio a muovere i fianchi a ritmo di musica. La mia mano destra, che regge il bicchiere, sale in alto unendosi anche essa a questa meravigliosa danza. Sto ballando nuda e questa cosa è larecchio eccitante.
Butto giù tutto il liquido che c'è nel bicchiere e vado a versarmene dell'altro.
Alzo ancora di più il volume e salgo al piano di sopra. L'alcool inizia a fare effetto, potrà sembrare strano ma io non bevo quasi mai. Almeno non come questa sera, voglio divertirmi. Noi non possiamo bere, non possiamo fumare, non possiamo
drogarci. Non è sano per noi e per chi si sottomette a noi. È vietato a tutti coloro che praticano il BDSM.
Svuoto l'ennesimo bicchiere e vado in bagno. Apro l'acqua della vasca e ci butto un po' di bagnoschiuma all'olio d'argan, la mia fraganza preferita. Pian piano si riempe e la mia mente è libera di viaggiare nell'attesa sotto l'effetto dell'alcool.
Ho bisogno di qualcosa. O di qualcuno.
Scendo al piano di sotto e recupero la mia borsetta buttata vicino all'ingresso. Prendo il telefono e mando un messaggio.

A:Griffin
Ma che cazzo ti è preso?

Da:Griffin
Possibile che tu non capisca?

A:Griffin
Capire cosa? Non c'è nulla da capire, il tuo atteggiamento è stato poco consono e inaccettabile da parte mia!

Da:Griffin
È assurdo tutto questo!

A:Griffin
Cazzo Griffin! Che cazzo vuoi dire con " È assurdo tutto questo"?  Parla chiaro perchè mi stai facendo davvero incazzare.

Da:Griffin
Alyssa io ti amo. Ti amo dal primo istante in cui i nostri occhi si sono incontrati.

Sento un dolore al petto e alla testa allucinante.. Come può dirmi questo? Sa come sono. Sa che io non provo le stesse cose che prova lui per me. Perchè allora dirmelo? Se lo sarebbe potuto tenere per se e lasciarmi vivere la mia vita.

A:Griffin
Lo sai che io non provo le stesse cose per te. Perchè vuoi rovinare sempre tutto?

Da:Griffin
Perchè devi pensare solo ed esclusivamente a te stessa? Sei una sporca egoista. Mi fai schifo. Ti ho detto che ti amo e tu dici che voglio rovinare tutto. Mi fai solo schifo, non meriti il mio amore.

Non lo riconosco più. Non mi ha mai insultato. Non mi ha mai detto di questa cazzata. Io non voglio avere un fidanzato o un uomo che prova qualcosa per me. Mai.

A:Griffin
Bè forse dovresti cercarti un'altra Dominatrice perchè io non ho alcuna intenzione di averti come palla al piede. Daltronde sono una "sporca egoista" no?

Da:Griffin
Hai ragione! Sarei solo una palla al piede per te, un oggetto, un povero illuso. Buonanotte.

Mi dispiace per quello che ho detto. Dentro di me monta una grossa quantità di rabbia, non solo per lui ma anche per me stessa per averli spezzato un pezzo di cuore.

La vasca! Mi sono dimenticata di chiudere l'acqua, cazzo! Salgo in fretta le scale e quando arrivo trovo tutto il bagno allagato. Urlo. Un urlo di rabbia, dolore, frustrazione. Lancio il telefono sul muro rompendolo e tutti i pezzi cadono a terra, in quella piccola piscina dove ora galleggiano.
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Sono le 8:30 a.m., e la sveglia fa un rumore fastidiosissimo che mi procura forti fitte di dolore alla testa. Non ricordo nulla di ieri sera. Zero assoluto. Si sente ancora la musica che proviene da giù. Chiudo gli occhi, cercando di riprendere a dormire, ma tutta questa musica di merda non mi permette di riacquistare sonno. Prendo un cuscino e me lo metto sulle orecchie ma niente, la musica si sente ancora.
Sbuffo sonoramente ed impreco ad alta voce tutto ciò che se Dio sentisse con le sue orecchie, non mi permetterebbe nemmeno di andare all'inferno. Un forte senso di nausea mi prende allo stomaco e corro subito al bagno. Appena entro mi ritrovo con il mio culo non più perfetto a terra. -Cazzoooo.. Dio che male!- sento che devo urgentemente rimettere. Apro la tavoletta del gabinetto e inizio a buttare fuori tutto, anche l'anima. Mi pulisco la bocca e poi mi lavo i denti.
Appena finisco guardo per terra e trovo tanti aloni di acqua e sapone con una vasca piena fino all'orlo. In un angolo il mio telefono in mille pezzi. -Ma che cazzo è successo ieri sera?- mi domando. Cerco di ricordare, ma nulla. Ho questo dolore atroce che non mi permette di ragionare. Scendo le scale e mi dirigo al piano di sotto diretta allo stereo per far terminare questa grande tortura. Preferisco quando qualcuno mi frusta con la canna o quando per la prima volta mi è stato messo un dilatatore anale. La musica non si sente più ed ora prevale un forte senso di pace e quiete anche se sento come ci fosse un trapano nella testa.
Vado in cucina a prendere un bicchier d'acqua con l'aspirina. Ho lo stomaco sottosopra e mi sento a pezzi. Ho come una brutta sensazione, come se ieri fosse successo qualcosa di orribile. Ma cosa?
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Ragazze ce l'ho fatta, scusatemi se vi ho fatto aspettare molto. Penso che il fatto che questo capitolo sia un po' lungo mi giustifichi almeno un pochino.
Avete visto quante cose sono successe in questo capitolo? La cena, la proposta di Alyssa, un qualcosa che Evan vuole dire ma che non viene detta ahahahaha, Griffin e la sua litigata, la mattina seguente...
Spero vi piaccia tanto il mio libro. Crescete sempre di più e questo mi fa un enorme piacere. C'è addirittura gente che si è già affezionata ai personaggi. Anche io lo sono. Sono felice di aver creato questa storia, di avere voi lettrici e di avere come amici questi personaggi particolari.
Ora vi lascio leggere, avete aspettato fin troppo tempo. Buon sabato sera, Rose. ♥

Passione senza treguaOnde histórias criam vida. Descubra agora