«Monique cosa?» è sconvolta:«E devo sapere tutti questi dettagli cinque minuti prima che cominci una lezione in università? In giorni che non ci siamo sentite non hai avuto il tempo di farlo?»

Capisco il suo stato d'animo, nemmeno io avrei preso bene tutto questo se la situazione fosse stata inversa. Ma come faccio a spiegarle che sono stata così tanto trascinata in questo vortice di situazioni che mi sono dimenticata del resto del mondo?

«Mi dispiace Claire, non l'ho fatto apposta» le dico, ma lei nemmeno mi guarda più.

Mi ignora per il resto della lezione come se non volesse più ascoltarmi volutamente. Ma che diavolo mi è preso? Dovrebbe essere la persona che più dovrei sentire il bisogno di sentire in momenti difficili o belli, non so che cosa mi è successo. Non c'è una sola cosa che io faccia bene. O che sia giusta. Non capisco come devo comportarmi, cosa devo fare per far andare tutto bene a tutti. 

Infatti, a fine lezione Claire si alza e se ne va senza nemmeno aspettarmi come suo solito. 

Non riesco a fermarla, è così veloce a farsi spazio tra le persone che la perdo di vista. 

Prendo in mano il cellulare e provo a chiamarla mentre mi avvicino alla porta d'ingresso, ma non mi risponde, come già immaginavo. Non ho nemmeno il tempo di concentrarmi sul trovare Vinnie e Albert per tornare a casa insieme, la mia testa è focalizzata su Claire. Infatti, quando esco dall'aula e sento qualcuno toccarmi la spalla, quasi trasalgo dallo spavento. 

«Sei diventata sorda?» è Vinnie, insieme ad Albert.

«Ho preso di vista Claire» dico.

«Ho visto che stava correndo via, è in ritardo per qualcosa?» domanda Albert. 

«No, ma devo trovarla» rispondo. 

«Sopravviverà là fuori,  farebbe paura a chiunque quella ragazza» pensa Vinnie:«Dobbiamo tornare a casa, Nick e Sebastian sono bloccati in casa perché Monique non vuole essere lasciata da sola, ha chiuso ha chiave ogni porta, si è tenuta le chiavi per sé e i ragazzi non riescono a uscire»

Spero di aver sentito male. Ha chiuso in casa i ragazzi?

«Divertente questa» immagino sia un battuta.

«Perché stai ridendo?» chiede Vinnie confuso. 

I nostri sguardi si incontrano per la prima volta da quando mi ha lasciato il bacio sulla fronte come se nulla fosse e io lo distolgo subito, non riesco a reggerlo. A Vinnie, invece, sembra non importare nulla. Come diavolo fa a essere così menefreghista? 

Albert tossicchia per riportare la situazione alla normalità:«Nick mi ha detto che se non ci trova a casa entro cinque minuti, ha intenzione di uscire dalla finestra costruendosi una fune di lenzuola»

«Non posso, devo raggiungere Claire a tutti i costi»

«Albert vai tu, io l'aiuto a trovare Claire» si offre Vinnie. 

«Non ho intenzione di affrontare Monique da solo, è la tua ex fidanzata, non la mia» si lamenta Albert.

«É una ragazza normalissima» commenta Vinnie. 

«Questa è solo una scusa per non entrare in appartamento» dice Albert. 

«Cosa Beth? Hai urgente bisogno di me con Claire?» finge Vinnie, afferrando il mio braccio e spingendomi leggermente per allontanarci da Albert.

Si vede che Vinnie ha bisogno di una scusa per non affrontare Monique, probabilmente questa situazione comincia a pesargli più del dovuto. Mi domando come abbia fatto a stare con quella ragazza per così tanto tempo... Non mi sembra stia molto bene. 

«Vincent Hacker, non ti permettere a lasciarmi da solo anche in questa situazione» minaccia Albert. 

«Claire ti sta chiamando? Allora andiamo subito» continua la sua sceneggiata Vinnie e mi trascina via allungando la mano verso la mia e stringendola per assicurarsi che io lo stia seguendo. I suoi anelli freddi entrano in contatto con la mia pelle, nella mia testa mi tornano in mente ricordi di ieri sera e scuoto la testa per allontanare qualsiasi strano pensiero. 

«Non è stato molto carino da parte tua» riprendo Vinnie.

«Non mi interessa» risponde. 

Quando mi volto vedo Albert sbottare al telefono con qualcuno, glielo si legge in faccia che non ha alcuna intenzione di presentarsi in casa. Mi dispiace per Nick, ma penso che quella fune di coperte sia la sua unica via d'uscita. 

Mi libero dalla presa di mano di Vinnie e mi fermo sul posto. 

«Puoi anche andare via adesso, penso che Albert abbia capito» gli dico. 

Vinnie mi guarda confuso, poi vedo i suoi riccioli biondi spostarsi leggermente. Una folata di vento mi fa venire i brividi, mi chiudo con le mie braccia per scaldarmi. Lui se ne accorge e si toglie la giacca, resta con un cappellino nero in testa e una maglietta bianca a maniche corte, vedere le sue braccia tatuate mi fa sempre perdere la testa. Ma non è questo il momento. 

«Tieni» allunga la mano con la giacca. 

«Che cosa vuol dire tutto questo?» domando confusa. 

«É la mia giacca?» risponde lui.

«Non parlo della giacca» dico. 

«Hai tre secondi per prenderla» cerca di cambiare argomento.

«Non ti capisco, sul serio» comincio.

«Stai ancora parlando della giacca?» ma lo fa apposta?

«No che non sto parlando di questa maledetta giacca» gli dico. 

Lui abbassa la mano e punta lo sguardo su di me. Non mi sembra il caso di cominciare questa discussione in questo momento, in mezzo alla strada, ho altri pensieri per la testa come parlare con Claire e sistemare le cose lei. Farò tutto un po' per volta. 

«E di cosa stai parlando?» insiste lui.

«Non è il momento, davvero, lasciami stare» gli passo accanto per andare avanti per la mia strada. 

«Devi andare da Claire?» mi chiede seguendomi. 

«Non è ovvio? L'ho detto dieci volte» 

«No, è la direzione opposta» mi avvisa. 

Mi fermo sul posto. É come se fossi sull'orlo di esplodere. Le mie parole non riescono a restare chiuse nella mia testa e so che me ne pentirò molto probabilmente, ma non posso continuare a vivere con questi pensieri. Mi volto verso di lui. 

«Ti sei ghiacciata?» si domanda, avvicinandosi a me. 

Allunga le braccia per fare in modo da riuscire ad appoggiare la sua giacca sulle mie spalle. La sistema con massima cura e attenzione, il suo volto è così vicino al mio, riesco a vedere le sue guance rosee dal freddo, le ciglia lunghe e il piercing sul naso così piccolo che quasi non si vede. I suoi occhi scuri seguono la linea delle mie spalle mentre le sue sopracciglia sono corrugate, è concentrato. 

«Vinnie... Che cosa sta succedendo?» gli domando. 

«Ti sto mettendo la giacca, sei così bianca in viso che i bambini potrebbero pensare che Natale sia arrivato in anticipo e che la città abbia deciso di distribuire in giro delle statuine-»

«Che cosa sta succedendo tra di noi?» insisto con la mia domanda. 

Lui molla la presa sulla giacca e il suo sguardo di nuovo incontra il mio. 


PAUSE II - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora