Credo davvero che ognuno abbia la propria persona in giro nel mondo, e sono convinta che io ho già incontrato la mia dentro il suo sguardo. Ecco perché poche ore fa ho scelto di smettere di lottare per un sentimento che Blake vedrà sempre come una minaccia, ma ho iniziato semplicemente a non desiderare altro di diverso.
Ho deposto le armi e ho fatto un passo indietro, con la consapevolezza che più niente potrà mai tirarlo fuori da sé stesso ma che in questo sfacelo viscerale non deve per forza essere da solo. Ho scelto di non scegliere l'amore, di nasconderlo, perché sento di essere forte per poterci rinunciare. L'ho fatto per mostrargli che le cose possono cambiare, che le circostanze non devono rimanere incise come vincoli.
Così ho messo da parte i sentimenti che non se ne andranno facilmente, li ho lasciati dietro lo spacco di un cuore ancora fragile e ho provato a non pensare al mio dolore.
Ma ho deciso di scegliere il suo.

Mi tampono i capelli bagnati prima di coprire accuratamente con un fondotinta la chiazza sul mio collo e vestirmi per incontrare Becka, che mi ha appena inviato un messaggio per avvertirmi di scendere tra qualche istante.
Ultimamente ci vediamo solo in alcuni momenti durante la settimana prima delle lezioni, quando passa in camera per prepararsi e prendere i libri della giornata. Non riusciamo mai a parlare molto, ecco perché abbiamo deciso oggi di vederci fuori da queste mura per pranzare fuori e prenderci un po' di tempo da sole.
Afferro il telefono senza più nessun altro avviso, prima di recuperare la borsa e scendere al parcheggio dove già mi sta aspettando.
<<Ciao splendore!>> Senza lasciarmi il tempo di chiudere lo sportello, mi ritrovo avvolta dalle sue braccia intorno al collo e dal profumo che ormai ho imparato a riconoscere come il suo preferito.
<<Hai rubato l'auto al tuo ragazzo?>> Sorrido guardandola. Becka non ha mai voluto comprare una macchina nonostante abbia la patente da qualche anno. È inutile, mi ha sempre detto, perché per i lunghi viaggi c'è l'aereo e per quelli brevi Uber.
<<John ha insistito finché la prendessi, ma sai già come la penso. Avremmo potuto benissimo farne a meno.>> Mi strizza un occhio prima di mettersi al volante sulle note della playlist di Ariana Grande.
Dopo aver ottenuto qualche rimprovero da altri automobilisti circa la sua guida e aver urlato a squarciagola almeno cinque canzoni scoppiando a ridere per la scarsa intonazione di entrambe, arriviamo davanti un piccolo locale che non avevo mai visto prima al centro della città stracolmo di ragazzi della nostra età.
Ci sediamo al nostro tavolo e ordiniamo due panini, prima di notare nello sguardo di Becka qualcosa di diverso. Qualcosa che non ho mai osservato prima, nei suoi occhi.

Ma prima che riesca domandarle a cosa sia dovuto questo cambiamento, la sua voce mi anticipa facendosi spazio nel brusio di questo locale.
<<Raccontami di Elliot, com'è andata la serata?>> Domanda in attesa di sapere qualche informazione circa il ragazzo di cui le ho appena accennato prima d'incontrarlo. Becka non sa ancora nulla, né di ieri né di qualche giorno fa, non immagina minimamente che Blake sia riapparso nuovamente nella mia vita.
Mi muovo agitata sulla sedia, in imbarazzo per quello che sto per rivelarle, ben lontano da quello che la sua mente in questo momento sta pensando. Mi guardo attorno solo per non incrociare il suo sguardo e non mostrarle quanto in realtà i suoi pensieri non c'entrino nulla con la realtà successa in tutti questi giorni.
<<C'è poco da dire su di lui, dovrei parlarti più di Blake>> ammetto tutto d'un fiato mentre i suoi occhi ora mi fissano seri e la sua bocca non emette più nessun suono.
<<Ci siamo rivisti ieri sera.>> Concludo indifferente, come se questo fosse sufficiente a mascherare quanto tutto ciò mi crei inquietudine.
Lei mi ha vista immobilizzata, dentro un letto in piena notte rimanere a fissare il soffitto mentre le lacrime mi rigavano il viso. È stata Becka a venirmi accanto e dormire con me, la sera del mio ritorno che immaginavo fosse diverso.
Le ho detto che non mi sarei più fidata di Blake, che non avrei mai più permesso mi facesse così del male. Ero arrabbiata e le ho fatto giurare che se mai fossi stata sul punto di ripensarci e perdonarlo, allora avrebbe dovuto ricordarmi quel momento: l'istante in cui mi sono resa conto che la durata di un attimo effimero di felicità, non ne sarebbe mai valso tutto quel gelo emotivo. Che niente avrebbe mai posto rimedio alla sensazione di essere stata rimpiazzata come un oggetto privo di vita, per la sola beatitudine personale in compagnia di un altro corpo.
È stata lei ad ascoltarmi per tutto il tempo e ora non mi sorprendo nel vedere il suo sguardo velarsi di apprensione quando si incrocia nelle mie iridi.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Where stories live. Discover now