Epilogo (parte 1)

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E così, il caso si concluse.

Ci furono molti morti questa volta, ma i ricordi delle persone erano sbiaditi con il tempo. Era lo stesso di quando si verificava un tifone o un'interruzione di corrente: c'erano molti danni, ma nessuno conosceva il vero motivo per cui era successo.

Naturalmente, anche le previsioni fatte dai funzionari europei avevano aiutato.

I resoconti sui giornali avevano accreditato la distruzione nei sobborghi di Yokohama ad un conflitto su larga scala tra l'organizzazione illegale Port Mafia e qualche sua organizzazione nemica. L'area circostante era stata resa irriconoscibile dalle armi da fuoco, granate e una quantità spaventosa di bombe che erano state lanciate. Niente di più, niente di meno.

Ma ovviamente, visto ciò che era accaduto, era ovvio che gli esperti in crimini legati agli utilizzatori di abilità iniziassero a muoversi: era l'unità di contromisura criminale dotata della polizia militare, un nemico naturale di un'organizzazione illegale come la Port Mafia.

Tuttavia, nel giro di mezzo mese, l'indagine della polizia militare fu improvvisamente interrotta, come fosse un respiro evanescente. Tutti i soggetti coinvolti avevano voltato la testa poiché pensavano che una cosa del genere avesse già dato una bella pulizia all'interno della Port Mafia.

La Port Mafia era potente, ma non abbastanza potente da mettere a tacere la polizia militare, la più forte agenzia investigativa criminale del paese. Allora, che tipo di magia aveva usato?

Non aveva usato alcuna magia. Non ce n'era bisogno.

Le agenzie di pubblica sicurezza britanniche e francesi avevano interferito con le decisioni legali del Ministero della Giustizia attraverso il Ministero degli Affari Esteri e proprio così, tutto venne spazzato sotto il tappeto con una scopa e una paletta. Dopotutto, due delle armi segrete più potenti del mondo si erano combattute e si erano distrutte a vicenda. Il governo giapponese non aveva voluto saperne nulla. A seguito dell'estinzione di questo incendio da parte delle maggiori superpotenze europee, solo un piccolo numero di mafiosi era stato accusato di multe e condanne penali sospese prima che tutto finisse.

E così, il caso del Re Assassino che aveva devastato la Port Mafia si era concluso.

***

Due mesi dopo l'incidente, l'ex membro delle pecore, Shirase Buichirou, stava guardando con impazienza l'orologio. Si trovava al porto dei traghetti di Yokohama. I turisti stavano camminando avanti e indietro per il molo con i bagagli in mano.

Shirase era in piedi davanti all'ingresso di un traghetto, che fissava torvo il suo orologio di fabbricazione svizzera prima di voltarsi per guardare di nuovo dalla parte opposta.

Stava aspettando qualcuno. Una grossa motocicletta apparve presto dall'altra parte del porto. La moto rosso cremisi superò le auto che passavano nella corsia di sorpasso e si avvicinò evitando i passanti sul marciapiede, poi si fermò sul bordo del molo. L'autista scese e si è diresse verso di lui.

"Yo. Spero che tu non abbia aspettato troppo a lungo."

Era Chuuya.

"Sei in ritardo, Chuuya!" Gridò Shirase. "Non ti rendi conto che il tuo salvatore è pronto a salpare?Dove eri e cosa stavi facendo?!"

"Aspetta."

Chuuya afferrò un cappello dal portabagagli sulla sua moto e lo tenne tra le dita, camminando mentre lo girava per l'orlo.

"Cosa, ti piace il cappello? È suo, no?"

"Sì."

Chuuya continuò a girare il cappello per un po' prima di metterselo in testa. "Mi scoccia che sia un'eredità di mio fratello, ma ha i suoi usi. Quando parti?"

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