- Nina, sei al sicuro qui e non dovrai fare più cose che non rientrano nella tua volontà. Puoi contare sul mio aiuto. E non solo. -

Lo guardai confusa. Lui sorrise e se ne andò. Uscii dalla stanza e notai che il corridoio era pieno di gente che andava e veniva da un piano all'altro. Alzai lo sguardo verso la parete trasparente a sinistra la quale mi faceva capire di trovarmi all'incirca al terzo piano. Dalla parete potei osservare una sala controllo rotonda al piano terra e tanti, fin troppi, innumerevoli agenti che lavoravano al computer e non. Da molto lontano notai una targhetta con su scritto: S.H.I.E.L.D.

- Ah eccoci nuovamente in America. Fantastico. Ne ho sentite storielle su di voi che lasciano a desiderare. -

- Sei Nina Warth? Deve seguirmi. -

- Si sono io... Cosa c'è? -

- Dobbiamo seguire degli esami per assicurarle che sta del tutto bene. Poi le daremo un cambio e le restituiremo i suoi effetti personali. -

Annuii e la seguii al primo piano, dove eseguirono degli accertamenti. Rimasi ad aspettare un loro responso per circa 45 minuti.

- È assurdo che lei sia viva. - disse il dottore guardandomi - Il suo fattore rigenerante è strabiliante. -

- Si ma scordatevi di fare esperimenti. Ne ho abbastanza. -

- Stia tranquilla Signorina Warth, vogliamo solo assicurarci che lei stia bene. È il minimo dopo la ferita che ha subito. In tre giorni il suo corpo si è rigenerato ed è riuscita a rimanere in vita nonostante i suoi organi vitali fossero altamente danneggiati. È davvero incredibile. Segua la mia collega per ricevere gli effetti personali. -

Feci come detto e mi restituirono le mie carte, i documenti, un auricolare e un mazzo di chiavi.

- La moto è custodita nel parcheggio insieme al casco ma prima di tornare a guidarla le consiglio altri due giorni di riposo. -

- La ringrazio. -

Non appena uscì mi cambiai.

- Devo capire meglio cos'è successo. -

Uscii dalla stanza e chiamai nuovamente la donna.

- Mi scusi, io devo raggiungere New York il prima possibile. Casomai la moto potete spedirmela all'indirizzo che le scrivo? -

- Certo Signorina Warth. Scriva pure qui l'indirizzo. - disse la donna porgendomi un post it e una penna - Invece questo è il recapito del dottore che l'ha sorvegliata. Se dovesse avere problemi lo contatti senza problemi. -

- La ringrazio è gentilissima. -

- È il mio lavoro. Mi segua che le chiamo un taxi. -

Dopo che chiamò il taxi la ringraziai ancora una volta per la sua disponibilità.

- Si riprenda Nina. Stia bene. -

Era un amore di donna. Sicuramente gli ammiratori o le ammiratrici le correvano dietro. Penso che le avrei mandato un mazzo di fiori per ringraziarla di tutto.

Il viaggio in taxi durò tre ore e finalmente ero a casa dopo un'esperienza da non ripetere.

Non appena arrivai a casa avvertii Charles che tutto andava bene e che da quel giorno in più avrei provato a fare del mio meglio. Anche se sono la migliore in cio che faccio e quello che faccio non è la cosa migliore, promisi che ci avrei provato.

Era tardi ed ero molto stanca quindi rimasi a casa e poco dopo andai a dormire.

Il giorno dopo mi svegliai tardi.
Mi feci un bagno rilassante e cercai di contattare un fioraio così da poter spedire un bel mazzo di fiori colorati e illuminati alla Signorina Schwarz.
Uscii in giardino e notai che la mia moto era lì e poco dopo la custodii nel garage.

Chiamai un taxi e raggiunsi New York, precisamente il sushi bar. Il commesso a cui chiesi giorni fa di Leah mi disse che fu arrestata per cause anonime. Finsi di essere dispiaciuta e di non saperne nulla e continuai a bere il mio Hojicha.

- Mi scusi se la disturbo ulteriormente... Invece ha per caso visto un uomo alto, robusto, castano, carnagione chiara, occhioni blu... -

- Mi sta descrivendo il suo tipo ideale e vuole che gliene trovi uno così? Mi spiace deluderla ma non sono io. - disse il ragazzo sorridendo. Sorrisi con lui ma ero amareggiata; le sue parole sembravano quelle di qualcuno che non aveva mai visto nessuno così.

Passò del tempo e con la scusa pranzai e presi qualche altra bevanda. Lui non c'era. Non venne.

- Tenga il resto e grazie, gentilissimo. -

Uscii dal locale e girovagai per i negozi.
Comprai una felpa verde smeraldo.

Mentre ripercorsi la strada di prima iniziò a piovigginare. Alzai lo sguardo verso il cielo. Non avevo mai visto la pioggia. Nel giro di pochi secondi aumentò e la gente corse ammassandosi dentro i locali, fra cui il sushi bar. Li seguii ma per qualche istante rimasi sul ciglio della porta ad ammirare la pioggia. Era così bella e il suo odore era buonissimo. Poco dopo entrai e presi posto al solito sgabello.

- Ormai è di casa. Cosa le servo signorina? - disse il cameriere con cui avevo parlato prima.

- Un thè matcha, grazie. -

- Subito! -

Guardai alla mia destra, lo sgabello era libero. Quanto avrei voluto vederlo. La verità era che Bucky mi mancava un po'. Un po' tanto. Non so perché ma volevo solo aiutarlo a stare meglio con sé stesso e con gli altri. Mi piacevano molto i suoi occhi e il suo viso, trasmettevano tranquillità.
Bevetti il mio thè e me ne andai.
Uscita dal locale notai che stava piovendo ancora. Faceva freschetto ma si stava benissimo.

Sentii un calore provenire da dietro. Mi fu poggiato qualcosa sulle spalle. Abbassai lo sguardo ed era un giubbotto nero rivestito di lana all'interno.

- Ti sta un po' grande ma l'importante è che ti riscaldi. -

Voltai lo sguardo a sinistra e lo vidi. Sorrisi involontariamente.
Si posizionò davanti in modo da chiudere la zip della giacca. Quando la chiuse sollevò lo sguardo verso il mio e sorrise.

- Sono così felice di vedere che stai bene... - disse accarezzandomi il viso.

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⏰ Senast uppdaterad: Oct 17, 2022 ⏰

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