●The plague●

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Karlheinz era stato assente per tutto l'ultimo mese della gravidanza di Cordelia, e nemmeno il giorno del parto aveva deciso di farsi vivo.

La donna, dal canto suo, nonostante fossero già passati 2 giorni, era ancora troppo stanca per alzarsi dal letto e aveva ordinato ad una balia di prendersi cura dei gemelli.

Erano stati chiamati Ayato, Laito e Kanato in ordine di nascita.



...♤♡◇♧...



- No! No! No! Shhhh perfavor-....-.

Non riuscì nemmeno a terminare la frase che tutti e tre ripresero a piangere.

La ragazza si portò una mano sugli occhi esasperata.

Non era riuscita a dormire nemmeno 10 minuti da quando li aveva avuti in custodia, ed essendo umana, neccessitava urgentemente di stendersi almeno per un'ora.

Era forse chiedere tanto?

Sbuffò sonoramente prendendo in mano due ciucci.

Non aveva prove a riguardo, ma era certa che fosse tutta colpa dell'ultimo gemello nato se anche i primi due si mettevano spesso a piangere.

Aveva infatti notato che era sempre lui ad iniziare oltre che il più difficile da far calmare.

Mise i ciucci in bocca ai due pel di carota che si placarono all'istante e prese kanato in braccio uscendo in fretta e furia dalla stanza in modo da permettere agli altri bambini di riaddormentarsi in santa pace.

- Ascolta...non so a che gioco stai giocando... ma sappi che non è affatto divertente!-.

Si fermò nel corridoio e fissò seria il bambino che reggeva saldamente tra le braccia, convinta che riuscisse a capirla perfettamente.

- Io non sono speciale come te ok? Ho bisogno di riposarmi! Quindi, perfavore, sii più collaborativo d'ora in poi!-.

In risposta al suo discorso, kanato, che aveva smesso di piangere e la stava guardando incuriosito, le tirò un sonoro calcio nello stomaco.

- MHHHH!! TU PICCOLO-....-.

Si bloccò subito portandosi una mano nel punto leso quando vide altre due serve che la osservavano da lontano con un sopracciglio alzato.

Oh giusto...in quella casa bisognava stare molto attenti a tutto ciò che si faceva.

In fin dei conti era stata avvertita molto in anticipo...la testa attaccata al collo era un premio...non un diritto.

Non era proprio la sua giornata.

Prese un grande respiro lanciando un'occhiata omicida al bambino e riprese a camminare.

Una delle tante cose strane che aveva notato di Kanato, era che c'erano alcune stanze che non gli piacevano.

In che senso?

Il salotto del piano terra...? si metteva a gridare e ad indicare un angolo dove non c'era assolutamente niente.

La cucina....? iniziava ad agitarsi e ad allungarsi col corpo verso l'uscita come se volesse scappare da qualcosa.

Il bagno...? Non ne parliamo... aveva dovuto portare il fasciatoio nella stanzetta dei gemelli perchè "sua maestà" non aveva intenzione di entrarci.

Conclusione? Per calmarlo durante l'ennesimo pianto era costretta ad uscire di casa.

Era solita portare Kanato fino al cimitero adiacente alla villa, passeggiare un pò tra le varie tombe e infine rincasare non appena il piccolo dava segni di stanchezza.

Spalancò con sicurezza il portone e si portò una mano sugli occhi imprecando.

Stava piovendo...perfetto!

Si sedette sul primo scalino sbuffando.

Sistemò meglio Kanato tra le proprie braccia in modo che stesse in posizione supina e gli avvicinò alla bocca un ciuccio.

Non appena vide il bambino strapparglielo di mano e chiudere gli occhi, sospirò di sollievo.

Bhe...se lo guardava meglio...era davvero adorabile.

Sorrise dandogli una lieve carezza sul viso per poi appoggiarsi con la schiena al muro dietro di lei godendosi il venticello fresco e la quiete del bosco.

Tutta quella tranquillità però, insieme alla mancanza di sonno forzata non ebbero che una sola conseguenza...senza rendersene conto si addormentò.



...♤♡◇♧...



- mhh.....-.

Strinse gli occhi quando un raggio di sole le si posò sul viso svegliandola e sbadigliò assonnata.

Il sole era sorto?...

Chissà che ore erano...

Si guardò in torno ancora frastornata.

- Mh...sono in giardino....si...-.

Sbiascicò mentre si stiracchiava.

- un'attimo...sono in giardino!?!?! Nonono! Mi sono addormentata!?!?....KANATO!!!?-.

Scattò in piedi non vedendo più il bambino tra le braccia e iniziando a sudare freddo.

- KANATO!!? DOVE SEI!!?-.

Gridò con le lacrime agli occhi, scendendo dalla grande scalinata dove si era assopita iniziando a cercarlo.

Gliel'avrebbero fatta pagare cara se gli fosse successo qualcosa.

- KANATO PERFAVORE!-.

Guardò ovunque.

Dietro agli alberi....

In mezzo ai cespugli...

Vicino al lago...

Sperava davvero che non fosse stato tanto stupido da avventurarsi così lontano e soprattutto che non ci fosse caduto dentro... ma del bambino nessuna traccia.

Si portò le mani tra i capelli isterica facendo dietro front verso la villa.

Era morta...

Lo era sicuramente...

- Perfetto...davvero perfetto!! Da quanto tempo sto lavorando qui..? Una settimana..? UNA SETTIMANA E VERRÒ GIÀ UCCISA!-.
Urlò mettendosi a ridere dalla disperazione.

- Bene...devo dare l'addio a tutti i miei parenti... il mio bellissimo gatto mr. Cuddles e-... kanato...?-.

Si bloccò osservando il piccolo che era tranquillamente seduto vicino alle scale di entrata intento a giocare con tutti gli insetti che avevano la sfortuna di capitargli a tiro.

- Mh...? I....de?-.

Chinò la testa di lato mentre guardava la ragazza curioso.

-....si...SI HILDE! SONO IO!-.

Urlò scoppiando in lacrime mentre lo prendeva in braccio e lo stringeva forte.

- Per l'amor del cielo!!! Hai idea di quanto tu mi abbia fatto preoccupare!?!?! Perché non mi hai svegliata!?!? Sei proprio in grossi guai signorino!-.

Iniziò a parlare alla velocità della luce in modo da sfogare tutta la sua frustrazione mentre entrava in casa.

Kanato la aveva guardata per tutto il tempo e più la ragazza parlava, più lui si metteva a ridacchiare.
Hilde, vedendo la reazione del piccolo sospirò.

- Sto sprecando il mio fiato con te vero?-.

Sorrise posandogli un bacio sulla fronte prima di storcere il naso alla vista della sua tutina lercia.

- Vedo che ti sei divertito molto nel fango, ma direi che è il momento di fare un bel bagnetto, che dici?-.

Ridacchiò e gli toccò la punta del nasino con l'indice facendogli squotere la testa mentre si incamminava verso la camera da letto.

- HEI! SCHIAVA!-.

Hilde si bloccò subito sul posto non appena udì quella voce tanto famigliare quanto spaventosa che le fece passare un brivido lungo la schiena.

Cordelia era sveglia...

It has begunWhere stories live. Discover now