Capitolo Due

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Louis si è bruciato le sue possibilità di essere vagamente simpatico con circa metà del cast.

Prima di tutto, era stato portato in una saletta più piccola, con solo due sedie color crema e un tavolino pieno di tazze di caffè vuote, al cospetto di un attore afroamericano dal sorriso ampio e il completo scuro, seduto elegantemente con le gambe accavallate.

''Horse & Hound, quindi'' aveva detto, voce nasale e dall'accento americano. La testa si era inclinata in una posa interrogativa, quasi stupita. Louis provava esattamente la stessa cosa. ''Molto bene. Allora, presumo lei abbia delle domande.''

''Ovviamente, ovviamente'' Louis si era sistemato una manica raccolta, sorridendo in maniera rilassata. ''Allora, qual è stata la sua scena preferita da girare?''

L'uomo aveva smorzato il sorriso in uno confuso, ma era durato meno di un secondo. ''Perché non mi dice lei qual è stata la sua preferita e ne discutiamo insieme i vari aspetti?''

Potete immaginare come è andata.

Il secondo colloquio era stato persino peggiore: l'attore era di Madrid, e non spicciava una parola di inglese, cosa che Louis era troppo nervoso per notare. L'uomo, vestito di beige e con un'interprete accucciata accanto a lui sul divanetto, una donna riccia vestita con una camicia larga, non aveva sorriso per tutto il processo.

''Lei si è identificato nel suo personaggio?'' aveva chiesto Louis, attendendo che la donna ponesse la domanda in spagnolo. L'uomo aveva risposto con un secco 'no' che l'interprete si era persino presa la briga di ripetere. Louis aveva aggrottato le sopracciglia. ''Come mai?''

Dopo la traduzione, l'uomo borbotta qualcosa in spagnolo, fissando Louis. La donna traduce, esitante: ''Perché era un robot muto e con tendenze psicotiche e cannibali.''

Oh, beh.

Quando Louis si era ritrovato davanti, per ultima, una bambina dal luminoso caschetto biondo e vestitino azzurro, con tanto di scarpette bianche che non raggiungevano la morbida moquette della sua stanza, si era sentito giusto un pelo più rilassato.

''Allora, tesoro, questo è il tuo primo film?''

Gli occhi della bambina si erano alzati per contare silenziosamente. Ritornando su di lui, aveva detto: ''Il ventiduesimo.''

''Oh. Sono tanti film.'' si era complimentato, vagamente in soggezione. ''E qual è il tuo preferito?''

''Mmm.'' la bambina aveva arricciato teneramente le labbra. ''Quello con Leonardo Di Caprio.''

Ovviamente. Louis non avrebbe nemmeno dovuto chiedere.

Stremato e deluso da sé stesso, Louis si era trascinato di nuovo nel piccolo corridoio, il corpo pesante e la camicia spiegazzata. Passandosi una mano tra i capelli scompigliati, si era fermato di scatto al richiamo della voce che, probabilmente, punteggerà i suoi prossimi incubi:

''Signor Tomlinson, ha un-''

''No. Assolutamente.'' si era voltato, fronteggiando apertamente la donna dai capelli rossi, che gli stava sorridendo in modo quasi complice. Aveva ammiccato, sbrigativa, facendo un cenno con la cartelletta piena di fogli scarabocchiati a caso. Louis ha la stessa abitudine, ma non simpatizzerà con il nemico.

''Credo che lei voglia seguirmi, invece.''

Quando Louis si rende conto che stanno di nuovo percorrendo il corridoio per la sala dedicata ad Harry, è troppo tardi: la donna apre la porta, lo spinge dentro e su un 'farò in modo che nessuno vi disturbi' chiude la porta con una mandata della serratura automatica. E' così stanco e così confuso che gli sembra sia successo tutto troppo in fretta.

Notting Hill ||L.S.||Where stories live. Discover now