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Mikey pov

Quella notte si era appena conclusa una delle nostre solite riunioni, nel giro di pochi minuti il resto della gang si era già dileguato mentre noi cinque, nonché membri fondatori della Toman, ci trovavamo ancora ai piedi del santuario.
Circa mezz'ora più tardi raggiungemmo i parcheggi, dove tempo prima avevamo abbandonato le moto, feci per salire sulla mia adorata CB 250T ma qualcosa catturò la mia attenzione.

« Oi Ken-chin! Ti dai una mossa? » urlai al mio amico, ancora in cima alle scale, probabilmente troppo impegnato a guardare chissà cosa, perciò non ricevetti alcuna risposta.

« Ma che diavolo succede? » chiese Baji, che nel frattempo aveva affiancato Draken assieme a Pah-chin e Mitsuya.

Quest'ultimo parlò: - « però, non è mica una cosa da tutti i giorni eh?! »

A quel punto, curioso di sapere cosa stuzzicava l'attenzione di quei quattro, li raggiunsi nuovamente su per le scale.
Mi feci largo tra di loro e li guardai con aria interrogativa.

« Guarda un po', Mikey! » affermò Draken facendo segno con la mano verso una strada qualche metro più in là rispetto al santuario di Masashi.

Seguì con lo sguardo il punto indicato da Ken-chin è quello che vidi furono un paio di volanti della polizia che scortavano uno di quei grossi furgoni, gli stessi che si utilizzano per il trasporto dei detenuti.
Onestamente, Mitsuya aveva ragione, non è certo una cosa che si vede tutti i giorni, a maggior ragione se si tratta di un corpo straniero.

Che diavolo ci fa qui la polizia americana?

« Perciò qualcuno di pericoloso è giunto in città eh?! » commentò Pah.

« Così pare, comunque sia non è un problema nostro! » dissi cercando di sviare il discorso.

Certo, ero curioso anch'io ma era anche vero che immischiarsi significava solo grane in più e la Toman non ne aveva alcun bisogno.

Non feci neanche in tempo a fare dietrofront quando nel mio campo visivo comparvero due bolidi che alla massima velocità si affiancarono alla prima volante.
Successe tutto in pochi secondi, prima un fastidioso rumore di pneumatici e poi uno schianto, anche il furgone blindato perse il controllo. Probabilmente il tipo alla guida cercò di deviare l'urto, ma fu inutile, visto che la vettura si ritrovò a girare più e più volte su se stessa. Andando, inevitabilmente, a ridosso della volante già distrutta.
Per un po' la visuale fu compromessa dal fumo che fuoriusciva dai veicoli ma quello che successe da lì a qualche istante dopo, ci lascio completamente a bocca aperta.

Vidi Baji sporgersi in avanti, come per guardare meglio quella strana figura che si intravedeva oltre la coltre di fumo.

Sgranò gli occhi: - « Non può essere.. »

Umi pov - qualche minuto prima 

Non avevo idea di dove mi trovassi, sapevo solo che la polizia americana non voleva più avere a che fare con la sottoscritta e che di conseguenza avevano deciso di affidarmi alla polizia giapponese, d'altronde è qui che sono nata. Mi avevano bendata, ammanettata è sbattuta in questo dannato furgone blindato.
Nessuno osava spezzare quel silenzio che si era creato, neanche le guardie che avevo di fianco, probabilmente troppo occupate a tenermi d'occhio, nel caso facessi un passo falso.

« Allora? Ne avremo ancora per molto? »

« Sta zitta, siamo quasi arrivati! » mi rispose uno dei due agenti.

Un sorriso malizioso comparve sul mio volto, era il momento.

Sfrecciavamo su chissà quale strada di Tokyo, quando finalmente sentì quel fragore così famigliare, riconoscerei la mia bambina fino in capo al mondo. Poi, accadde tutto in una manciata di secondi, prima sentì uno schianto, lo sbirro alla guida biascicò qualcosa che non capì e successivamente il furgone prese a girare ripetutamente su se stesso, finché non urtò contro la prima volante.
Perdevo sangue dalla testa, ma poco importava, dovevo uscire da lì.
Mi strappai la benda dagli occhi e feci per mettermi su ma uno degli agenti, privo di sensi, giaceva inerme su di me.

« Togliti di mezzo stupido piedipiatti! » dissi scacciandolo via.

Persi preziosi secondi della mia esistenza per cercare le chiavi di quelle dannate manette, quando finalmente le trovai, le feci scattare e me ne liberai. Tirai un calcio alla portiera del furgone blindato e saltai fuori, ero completamente avvolta dal fumo delle vetture, sarebbero esplose da un momento all'altro.

« UMI! » sentì qualcuno chiamarmi da lontano, feci alcuni passi in avanti nella stessa direzione della voce ma prima che potessi raggiungerla vidi la seconda volante venirmi addosso. La schivai per un soffio e così finì per schiantarsi contro il furgone.

« Tsk, incompetenti! » dissi rialzandomi da terra

« Chi lo avrebbe mai detto che sarebbe andato tutto liscio, eh Wakasa? »

« Cos'è? Dubiti di una Keisuke? »

A quelle parole mi voltai.

Wakasa e Takeomi, entrambi ex membri fondatori dei Black Dragons, erano i migliori nel Kanto quando Shinichiro era al comando.
Mi trovavo negli Stati Uniti quando venni a sapere che ci aveva lasciati.

Mi chiedo ancora se quella di andare via sia stata la scelta giusta.

Conoscevo quei tre da anni e nonostante la nostra notevole differenza d'età, ne combinammo davvero di tutti i colori insieme prima della mia partenza.

Eravamo davvero un bel quartetto.

A quei ricordi accennai un mezzo sorriso, poi Takeomi mi riportò alla realtà:

« Perdi sangue! » disse portando due delle sue dita sulla mia tempia destra.

« Eh? Oh questo? Non è nulla! » lo rassicurai.

« Non cambi mai, eh Umi-Chan? » ridacchiò Wakasa.

Non era per niente vero, erano cambiate talmente tante cose. La gente sosteneva che me lo si poteva leggere addirittura negli occhi, sarà per la cicatrice o che so io.

« Filiamocela prima che arrivino i rinforzi »
dissi glaciale.

Mi guardò malinconico, come se si fosse reso conto di essere completamente fuori strada, tuttavia non obbiettò nulla e fece per porgermi il casco.

« Dopo di te! » disse facendo segno verso la mia CB 250T, mentre l'ex vice presidente era già montato sulla sua.

Saltammo in sella, accesi il motore e sfrecciammo via nel buio della notte, indifferenti di fronte al caos che avevamo creato.

Redemption 償還 [Manjiro Sano] Where stories live. Discover now