«Si, davvero esco con Reb!» Dice sorridendo.

Oddio, non riconosco il mio migliore amico. Dov'è finito quello che le conosce a scuola e nell'arco della giornata le ha anche scopate e poi torna a casa per riposarsi e la sera è pronto per una nuova conquista?

«Tu sei sicuro di non avere qualche grave malattia?» Gli chiedo cercando di rimanere serio.

Sinceramente, avevo visto Dodo un po' assente nell'ultimo mese di vacanze estive, poi è iniziata la sua assillante richiesta di cambiare sezione ma non scuola. Tutto questo mi è sembrato strano ma non ho mai detto nulla poiché fin quando lui non me ne parla io non sono nessuno per chiedere spiegazioni.

"Sei il suo migliore amico, il suo coinquilino e il suo collega di combattimenti." Mi suggerisco un po' di motivi ma li abbandono, comunque, non sono abbastanza per dover chiedere delle spiegazioni.

«No, Rocky, non ho alcuna malattia; voglio solo passare un po' di tempo con lei. - dice mentre si infila le nuove Superstar - Mi piace!» Esclama poi.

Decido di smetterla, anche perché insistere non lo farà parlare di più. Dodo è come i confetti nelle bomboniere, vedi uno scatolo gigante e poi ti ritrovi cinque confetti avvolti in più strati di tulle.

«Almeno scopatela!» Gli dico strizzandogli l'occhio, così per intenderci. «La vita non gira solo attorno al sesso.» Dice come un vecchio saggio cinese. «Disse quello che ieri sera in discoteca è entrato in un bagno in compagnia di una rossa.» Dico ridendo, mi è sempre piaciuto dargli fastidio, soprattutto quando so che non può ribattere.

«Le persone cambiano.» Dice ridendo, ho tanto l'impressione che lui ci creda meno di me.

Mi saluta con la mano come fanno i bambini e poi esce di casa.

"Coglione" sussurrò andando in camera. Questa sera, è una di quelle sere dove non ho voglia di fare nulla e tanto meno di annoiarmi e nell'indecisione resto steso sul letto a fare nulla. Sposto lo zainetto della Nike e noto un foglietto che cade dalla tasca aperta, mi chino e lo prendo tra le mani. Giro e rigiro il foglio tra le dita senza capire cos'è.

Nel mio cervello ho il vuoto più totale.

Mi riesce difficile anche capire cosa siano quei numeri perché non è la mia grafia e quindi non ricordo di averli scritti, non ricordo nemmeno che una ragazza mi abbia dato il suo numero di telefono.

A proposito di telefono, in qualche parte della casa, sento il mio cellulare suonare. Dall'insistenza deduco anche che sia una cosa importante.

«Giuro che se Dodo ha dimenticato la patente o altre cazzate lo castro.» Sbraito mentre cerco il telefono senza avere risultati, perché quando non ne ho bisogno lo trovo dappertutto anche con il rischio di spaccarlo ed ora che mi serve non riesco a capire dove cazzo sia sotterrato.

Se mia madre fosse qui, sono sicuro, che mi ripeterebbe fino all'infinito che sono un disordinato e che lascio tutto in giro.

Ricordo ancora quando mesi fa dimenticai le sigarette sul divano e Mattia iniziò a giocarci spezzandole tutte.

Ricordo che in quel momento avrei voluto piangere per le mie sigarette ma poi ebbe la meglio la preoccupazione che Mattia, il mio piccolo ometto, avesse ingerito qualcosa di quella merda.

Ricordo ancora che disse «Dadà, non sono buone, puzzano!»

Credo di non aver mai provato così sollievo in vita mia.

"Eccolo!" Penso mentre tasto il mio telefono sotto al plaid a rombi e il cuscino.

Leggo 'Remo' sulla schermata, quindi, mi affretto a rispondere. Dopo aver trascinato la cornetta verde sullo schermo metto in vivavoce e rimetto a posto il disordine che avevo creato in cinque minuti su quel divano.

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