VII - 𝔰𝔥𝔞𝔨𝔢𝔰𝔭𝔢𝔞𝔯𝔢𝔞𝔫 𝔩𝔦𝔢𝔰

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"AMORE, E' COME AVERE VISTO UN FANTASMA", sorrise Klaus Mikaelson

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"AMORE, E' COME AVERE VISTO UN FANTASMA", sorrise Klaus Mikaelson.

Lilura abbassò il giornale e inclinò la testa con aria interrogativa.  La scorsa notte, i servi di Klaus avevano finalmente trovato il suo corpo, e ora l'uomo dai capelli biondi era in piedi di fronte a lei in carne ed ossa.  I suoi occhi scintillarono di compiaciuto divertimento, cosa che Lilura trovò estremamente irritante. 

"Sei diventata più brutto," disse infine, tornando al giornale che aveva in mano. "Hai qualche ruga di troppo, sì?" 

Bugie.  Bugie.  Bugie. 

Aveva un aspetto persino migliore di come Lilura ricordava. 

Klaus non ha esitato, "Suppongo che sia il tuo tipo." 

"Cosa, volpi argentate? Mi dispiace dirtelo ma tu non sei George Clooney, Klaus." 

"È una bella giornata, vero?"  Si adagiò sulla panca, ignorando la sua osservazione.  "Guardaci, proprio come ai vecchi tempi." 

Lilura inarcò un sopracciglio scettica. 

"Guardare il mondo girare e sgretolarsi da qualche parte in alto." 

Lilura piegò il foglio e guardò Klaus.  Quello che ha detto era vero, letteralmente, poiché la coppia era situata su una panchina solitaria nel parco di Mystic Fall, elevata da una collina.  Dai loro posti, potevano vedere quasi tutto.  Il parco pubblico era pieno di vita.  Gli alberi estendevano la loro bella ombra per le persone che riposavano sotto di loro, e gli uccelli cantavano allegramente.  Un gruppo di tre bambini strillava di gioia mentre correvano dietro a un altro, impegnandosi in un intenso gioco di freeze tag.  Lilura si spostò sulla sedia quando i suoi occhi incontrarono quelli di Klaus. 

"Cosa stai facendo? Non fai chiacchiere." 

"Al contrario, mia luce delle stelle, faccio molte chiacchiere. L'ho fatto per ore e ore, come la tua festa di compleanno nel 1475. Riesci a credere che siano passati secoli da quella notte?"  Stava guardando il cielo, strizzando gli occhi al sole. 

"È passato molto tempo," rispose Lilura. 

"Sì, precisamente."  I suoi occhi azzurri si fissarono improvvisamente in quelli di Lilura, "E il tempo cambia le persone". 

Si alzò e si spolverò i pantaloni, "Quindi è nel tuo interesse fare come dico. Temo di non perdonare così tanto il tuo prossimo tradimento." 

Lilura ribolliva: "Tradimento? Io..."

Quella sensazione familiare di un groppo in fondo alla gola fermò la sirena.  La sua mente tornò alla promessa che aveva fatto con la Strega Originale, e Lilura sospirò invece di andare avanti.

𝐒𝐈𝐑𝐄𝐍; klaus mikaelsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora