8.

396 6 0
                                    

Daniel pov

Due settimane dopo partimmo per il circuito ''Paul Ricard'' alla volta del Gran Premio di Francia. Avevo girato abbastanza forte tutta la mattina, negli ultimi due minuti fui richiamato ai box per un controllo gomme e dal momento che mancava veramente poco io e la mia squadra rimanemmo a guardare le ultime macchine che finivano i tempi. Yvie si sedette di fianco a me incrociando le gambe scoperte dalla gonna.

''Dovresti abbronzarti. Sembri un fantasma.'' Commentai mentre mi toglievo la balaclava, lei si osservò le braccia poi scosse le spalle ''Se ci provo mi brucio. Sai il mio sangue slavo...'' Commentò riferendosi alla parte della sua famiglia che veniva dall' ex Jugoslavia.

Mi abbassai la tuta e andammo insieme ai muretti. In pista erano rimaste solo la Ferrari di Charles, la Williams di George, la Red Bull di Max e la McLaren di Carlos.

Un tecnico Ferrari al nostro fianco si abbassò le cuffie disse a un uomo alla sua sinistra ''Tempo finito. Speriamo che finisca tra i primi cinque.'' L'altro annuì.

''Nich?'' Chiesi non vedendo il piccolo, la ragazza sbuffò ''Con i genitori di Carlos...''

''Non mi sembri al settimo cielo.'' Commentai ridendo, lei mi diede una lieve gomitata ''Vedi te! Suo padre mi annegherebbe nel mare.'' Scoppiò a ridere pure lei ''Però sua madre ha detto che il signor Sainz preferisce me a Carla. Sai che onore!'' Ironizzò lei ''Il suo trattamento privilegiato probabilmente sarà infliggere a me una morte veloce e a quell'oca una lenta e dolorosa.''

La seguì con una risata ''Meglio di niente!''

Fummo interrotti da un paio di tecnici McLaren che corsero verso i box di Carlos. I due della Ferrari al nostro fianco si rimisero le cuffie e guardarono i monitor, poi uno dei due riferì a Charles ''Bandiera rossa. Sainz. Macchina ribaltata.'' Poi spense la comunicazione e disse preoccupato con l'altro ''Sembra a me o quello è fuoco?''

Yvie mi guardò, provai ad essere impassibile ma quelle informazioni non promettevano bene. Non feci in tempo a dirle nulla che lei era già partita verso i box McLaren, non l'avevo mai vista correre così veloce.

Davanti al muretto erano radunati in molti, tra cui riconobbi i genitori di Sainz con in braccio Nich e lontano da tutti Carla.

''Non esce dall'auto.'' Disse uno al mio fianco sporgendosi, come se la situazione non fosse già critica si aggiunsero i giornalisti che nessuno ebbe la forza di mandare via.

Riuscivo a vedere Yvie che si faceva spazio per raggiungere i monitor, un uomo con le cuffie in collegamento con Carlos chiedeva fingendo tranquillità ''Carlos rispondi. Carlos è tutto ok?''

Non capì bene cosa accadde dopo nella testa della mia migliore amica, però strappò le cuffie all'uomo a ci urlò dentro ''Carlos sentimi bene sono Yvie. Vedi di uscire da quella cazzo di auto e mettere il tuo culo qui, subito. Non provare a fare stronzate. Mi hai sentito!? Non ci provare!'' L'uomo infuriato si riprese le cuffie ma non riuscì a urlare contro la ragazza perché dai monitor fecero vedere i commissari che aiutavano Sainz ad uscire dall'auto, e una voce debole ripose all'appello della ragazza.

''Sta bene.'' Annunciò l'uomo facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti, Yvie però non sembrava affatto rassicurata. Infatti la vidi sparire tra la folla di persone per poi ricomparire al mio fianco ''Vieni con me?'' Non gli chiesi dove andavamo. Ero certo della destinazione.

Attraverso un metodo che io non reputo di certo legale ci appropriammo di un motorino, e dopo esserci messi i caschi lei si mise alla giuda.

''Sicura?'' Chiesi io preoccupato aggrappandomi a lei ''Fidati Dani.''

Quando arrivammo all'infermeria dire che avevo il vomito era poco, se non avete mai sfrecciato alla velocità della luce in un Paddock schivando di poco l'omicidio di svariate persone e rischiando di rompervi l'osso del collo per una buca allora difficilmente riuscireste a capire come mi sentivo.

Due minuti dopo il nostro arrivo vidimo l'ambulanza scaricare una barella, la ragazza ci si buttò appresso. Io non mi avvicinai. Rimasi seduto su una sedia di plastica lasciandoli andare, non mi volevo immischiare troppo.

*

Carlos pov

Mi ricordo solo di essere uscito di pista e di aver fatto cappottare l'auto, per il resto sono solo sensazioni, odori e rumori. Non avevo la forza di muovermi, non riuscivo a muovere il braccio destro e anche respirare mi era faticoso. Per questo non riuscì a rispondere a Tom che mi chiedeva come stessi.

Fu lì che incominciai a sentire puzza di fumo, qualcosa stava andando a fuoco. La cenere iniziò ad infiltrarsi sotto il casco e cominciai a tossire forte. Vidi la luce sotto la macchina a testa in giù se fossi riuscito a togliermi la cintura forse avrei potuto scivolare via da quello spazio. Forse.

Ma non ne avevo la forza, ero bloccato. Immobilizzato come se una forza estranea mi tenesse ancorato al sedile della mia monoposto.

La mia unica consolazione era che sarei morto in macchina, la mia vita. Ero nato per quello e sarei morto per quello.

E fu nel momento in cui mi arresi che mi fu ricordato per cosa dovevo continuare a vivere. La voce di Yvie mi riempì le orecchie, erano per la metà insulti ma fu abbastanza per aiutarmi a slacciare la cintura e farmi scivolare giù. E da lì non ricordo più nulla, mi sentì solo tirare fuori da lì e venire trasportato su un ambulanza.

Quando mi risvegliai sentì gli occhi pesanti e dovetti combattere contro me stesso per tenerli aperti. Iniziarono a vagare per la stanza, era sicuramente un ospedale.

Osservai le pareti bianche e spoglie finché non incontrai un corpo famigliare che si era appisolato lungo il mio letto. I capelli marroni erano delicatamente appoggiati sulle coperte immacolate e il suo corpo si muoveva al ritmo lento dei respiri.

Allungai il braccio per toccarla, forse per vedere se era veramente lì o forse solo perché volevo farlo. Ma il mio corpo fu scosso da una botta di dolore lancinante alle costole e mi uscì un lieve mugolio di dolore. Non fu troppo forte ma Yvie alzò comunque la testa, e vedendomi sveglio fece un sussultò di stupore.

''Vado a chiamare l'infermiera.'' Disse girandosi per nascondere un sorriso, tornò pochi secondi dopo con una donna alta e magra. Che controllò un paio di apparecchi a cui ero attaccato e mi disse ''Signor Sainz lei ha una costola rotta e l'omero destro fratturato. Non ha respirato troppo fumo quindi direi che è fuori pericolo ma preferiamo tenerla qui per accertamenti altri tre giorni.''

''La gara?'' Chiesi subito, non mi importava se ero acciaccato da fare schifo il mio primo pensiero era la sempre la mia auto ''No sarà in condizioni di correre per molto tempo signor Sainz, e ora se non le dispiace.'' Disse scomparendo nel corridoio.

''Merda.'' Mormorai, Yvie si avvicinò al letto con uno sguardo omicida ''Sei fortunato che sei messo così perché la voglia di picchiarti è tanta.'' Risi piano, ma fui di nuovo bloccato dal dolore al petto.

Lei mi accarezzò i capelli sistemandomi il ciuffo ''Carla e i tuoi genitori sono passati prima ma tu dormivi ancora, vuoi che li vada a chiamare?'' Scossi la testa ''No, rimani tu ti prego.'' Mi guardai intorno e chiesi ''Nich?''

''Con Daniel in hotel - si mise a frugare nella borsetta tirando poi fuori un pezzo di carta- mi ha detto di dartelo.'' Presi il disegno, eravamo noi tre che ci tenevamo per mano con sopra la scritta ''riprenditi papà'' ovviamente realizzata da Daniel. Mi si bagnarono le guance e mi coprì il viso per nasconderle.

''Ti lascio solo.'' Disse Yv, ma io la fermai ''No ti supplico.'' Lei si girò e andò a sedersi su una scomoda sedia di plastica, io la osservai e mormorai piano ''Ti ringrazio per prima. Mi hai salvato.'' Lei si passò una mano tra i capelli ''Senza di te non sarei mai uscito da quell'auto. G-Grazie.''

Lei provò a dire qualcosa, ma la porta si spalancò facendo entrare la figura di Carla, che nel suo metro e mezzo di tacchi sembrava quasi alta. Con tutta la sua irruenza mi fu addosso cominciando a farmi domande. E quando riuscì a distogliere lo sguardo da lei Yvie se ne era già andata, dileguandosi tra i corridoi dell'ospedale. 

I'm here for you - baby SainzWhere stories live. Discover now