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POV MATTEO
Avevamo vinto.

Eravamo Campioni D’Europa

Urla.

Gioia.

Grida.

Festa.

Lacrime.

Non riuscivo a descrivere tutto quello che stesse succedendo in quel momento.

Chi correva con la coppa in mano.

Chi era a telefono con i proprio familiari.

Chi urlava e saltava dalla gioia.

Chi era steso a terra a piangere.

E io ero lí, fermo al centro del campo, senza sapere bene cosa fare, da dove cominciare, chi chiamare.

Anzi, chi dovevo chiamare lo sapevo.

Squilla.

Segreteria.

Non rispondeva.

Perché era proprio lí, dietro di me, con le braccia aperte, pronta ad abbracciarmi.

POV MARTINA

Eravamo ai rigori

Era stata una partita faticosissima.

Era il turno dell'Inghilterra.

Saka.

Era un mio amico, un vero talento per la sua giovane etá, non gli avrei mai augurato di sbagliare, perché so quanta delusione causerebbe, ma sopratutto quanti insulti riceverebbe dai tifosi inglesi, che avrebbero un motivo per sfogare tutto il loro razzismo represso.

Eppure.

Sbaglió.

Gigio paró quel rigore.

E neanche si accorse di aver vinto un Europeo.

Fin quando tutti non gli si fiondarono addosso.

Un boato all'interno dello stadio.

Avevamo vinto.

Eravamo Campioni D’Europa

Urla.

Gioia.

Grida.

Festa.

Lacrime.

Senza pensarci due volte abbracciai Paulo, con le lacrime agli occhi, prima di correre per scendere in campo.

C'erano ancora tutti i giocatori dell'Inghilterra, li avrei salutati dopo.

Ora avevo altro da fare.

C'era davvero una confusione assurda.

Non riuscivo a trovarlo, in mezzo a tutte quelle persone, fin quando non lo vidi.

Da solo, in piedi, completamente confuso ed incredulo, al centro del campo.

Stava chiamando qualcuno.

Fin quando non si giró e mi vide.

Avevo le braccia aperte, aspettando il suo abbraccio.

Mi corse incontro e mi sollevó in aria.

"Ti amo" dissi.

"Anche io" rispose lui piangendo.

Mi riportó a terra, con le nostre fronti l'una contro l'altra, con i nostri occhi fissi in quelli dell'altro.

Finalmente annullai la distanza tra le nostre labbra, con un bacio.

"Vado da Nico ci vediamo dopo" gli dissi.

Cercai di trovare mio fratello in tutto quel casino.

"Nico" dissi io sorridendo.

"Marti" mi rispose, stava piangendo.

Gli corsi incontro per abbracciarlo.

"Sei stato bravissimo"

"Grazie anche alla mia allenatrice"

"Ti voglio bene" dissi per poi scappare a fare un giro generale di saluti e complimenti a tutti gli altri.

Dopo aver concluso i saluti, nel mentre della premiazione, andai a salutare i giocatori inglesi.

"Ciaooo" dissi avvicinandomi a Mason.

Lui ricambió con un abbraccio.

" Non so cosa abbiate fatto tu e Paulo di preciso ma ti ringrazio, non sapevo che anche tu sapessi"

Lui mi guardó con uno sguardo comprensivo.

"Tutta la squadra sa"

"Attenzione c'è un nemico nel nostro territorio" sentí qualcuno avvicinarsi.

"Marcus"

"Almeno ti ricordi di me" disse mentre lo abbracciavo.

"Come potrei mai dimenticarti"

Arrivó tutto il resto della squadra e decisi di fare i complimenti anche a loro:

"Siete stati bravissimi anche voi, avete lottato fino all'ultimo, sono sicura che avete dato il meglio di voi"

"Non sei obbligata a dirlo" rispose Foden.

"Abbraccio di gruppo" disse poi Sancho.

"Abbraccio di gruppo" ripetei io ridendo.

Stavo per raggiungere gli altri quando vidi Saka seduto a terra che piangeva.

"Hey che succede" dissi sedendomi accanto a lui.

"So cosa stai pensando in questo momento, a tutto quello che ti aspetterá leggere quando uscirai da qui, e potrai anche essere deluso per quello che è successo, ma credimi, non dovrai mai vergognarti per essere quello che sei, ricorda che sei solo un ragazzo di 19 anni, che ha giocato una competizione così importante, con alcuni dei migliori giocatori, facendo un ottimo percorso"

Dopo queste parole mi alzai ed aiutai anche lui a rialzarsi.

"Grazie mille" disse per poi raggiungere gli altri.

Stavamo per rientrare in pullman quando vedemmo Mason e Paulo avvicinarsi a noi.

"Credo che vi dobbiamo alcune spiegazioni".