Well, shit

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Clarke

"Onestamente... non mi interessa."
Maya mi fissa dallo specchio sulla sua scrivania. Ha anche smesso di pettinarsi i capelli pur di lanciarmi uno sguardo torvo da dove la sto ascoltando, appoggiata contro lo stipite della porta della sua camera.
"Sono seria, Maya. Puoi farti anche tutta la confraternita, per quanto mi riguarda."
"Non...," sospira, e volta la sedia verso di me per non essere costretta a parlare col mio riflesso. "Non ho intenzione di farmi strada verso di lui scopandomi tutti i Sigma Tau, se è questo che stai dicendo."
"Non lo è e non mi devi spiegazioni. Hai baciato Jasper, e allora? Wells non è il tuo fidanzato, non l'hai tradito. Sa a malapena della tua esistenza."
Maya assottiglia lo sguardo. Ho decisamente sbagliato tasto. "Quello che voglio dire è... non mi interessa perché è una cosa fra voi due. Se un giorno Wells ti sposerà come tu tanto desideri, sarai tu a raccontargli il tuo passato. Io non c'entro niente."
Esatto, non c'entro niente, quindi non so perché sono qui a sorbirmi le paranoie di Maya sul perché non dovrei dire a Wells quello che ho visto. Con tutto quello che sta succedendo, poi!
"Bene," appoggia la spazzola sulla scrivania ingombra di libri e di quello specchio a forma di cuore vagamente inquietante. "Allora parliamo di qualcosa che interessa anche a te. Ti ho mandata a chiamare anche per questo. Parlami del tuo piano."
"Ottimo," finalmente si ragiona. Mi stacco dallo stipite e comincio a passeggiare per la stanza. "Dobbiamo trovare un modo per vendere alle ragazze la storia del corso di autodifesa senza farle insospettire."
Maya appoggia il gomito sulla scrivania per reggersi il mento sulla mano. "Facile. Sanno tutte di Charlotte. Basta dire la verità, cioè che è per la loro sicurezza."
"Certo, ma non è abbastanza. Succede in tutti i campus. Le ragazze vengono violentate ogni giorno."
"Drama queen...," mormora, battendo velocemente le ciglia.
"Comunque," continuo, ignorandola, "Non verranno tutte. Anzi, ne verrà meno della metà."
"Allora diciamo che è obbligatoria. Ci inventiamo che daremo i profitti in beneficenza."
Mi fermo tra il suo letto rosa e un armadio dello stesso allarmante colore. "Beneficenza?"
"Certo. Dovranno pure pagarlo il corso, no?"
"Ma lo fanno i ragazzi della sicurezza," tento, lentamente.
"Esatto. E lo fanno gratis. Vittoria doppia, no?", e mi regala uno di quei sorrisi da squalo alla Michael Fassbender. Ecco un altro motivo per cui Maya è la Presidentessa e io no: ha l'animo da businesswoman. Riuscire a metterlo in sacca sia alle sorelle che alle guardie, riuscendo comunque a fare del bene. Nonostante tutto, ogni singolo penny che guadagniamo - che non serve per il mantenimento della casa, bollette eccetera - va a finire in beneficenza. È importante per il nostro curriculum, pare. Siamo in continua competizione contro le altre Confraternite femminili per chi è la più buona e caritatevole.
"Bene. E per i sottobicchieri, pensavo..."
"No. Niente sottobicchieri."
Cerco di capire perché stia ponendo il veto su questa cosa ma non ne esce niente. Mi sembra una soluzione facile e veloce. "Perché no?"
"Creeresti solo il panico. Non puoi fare entrambe le cose, le consorelle non sono stupide."
"Come facciamo a proteggerle dalla droga, allora?"
"Non lo facciamo."
"Prego?"
Devo avere sviluppato un problema all'udito o qualcosa del genere.
"Non c'è nessuna prova, Clarke. È una paranoia tua. Le ragazze avevano bevuto troppo, tutto qui."
"Roma è astemia!"
"Evidentemente non lo è più! Lo ero anch'io prima di venire al college... senti," sospira, e assume il tono di chi sta facendo una predica a una bambina. Come se volesse intenzionalmente farmi incazzare. "Ho parlato con le ragazze mentre eri fuori a fare il cane da guardia. Hanno tutte ammesso di aver bevuto, e sono piccole. Devono ancora imparare a reggere l'alcol."
"È una cazzata, Maya."
E se ne renderà conto. Se ne renderà conto troppo tardi, e nel frattempo qualcun'altra farà la fine di Charlotte.
"Come ti pare. Finiti gli esami c'è la cerimonia delle Big Sister, la Spring Break e non comincio nemmeno ad elencarti gli eventi di beneficenza. Tu non manderai nel panico le mie ragazze, Clarke."
Le mie ragazze. È una frase che brucia e Maya lo sa benissimo.
Sento la rabbia farsi strada, una scia di calore che va dallo stomaco al petto. Come fa a prendere questa cosa con così tanta leggerezza? Non posso essere l'unica a rendermi conto quanto sia grave quello che è successo a Charlotte, quando sia importante che non succeda a nessun'altra ragazza.
Il cervello si rifiuta di darmi delle risposte sagaci con cui ribattere, e in un secondo sono fuori dalla porta.
Quando le parole finalmente arrivano è troppo tardi, e il corridoio non se le merita. Me le tengo tra i denti, che le pareti sono sottili.

UARKWhere stories live. Discover now