Conclusioni

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Alla luce di quanto esaminato, possiamo dire che quando si parla di sessualità vi è spesso una divergenza importante tra ciò che il parlante vuole dire, ciò che dice e ciò che l'interlocutore capisce; possiamo dire inoltre che questo fenomeno, in questa area semantica, è molto rilevante, e forse è una delle caratteristiche pregnanti di questo tipo di linguaggio.

Abbiamo visto che questo fenomeno coinvolge il linguaggio ordinario come quello letterario e scientifico.

La divergenza può essere intenzionale, quando il parlante deliberatamente sfrutta le imprecisioni del linguaggio che abbiamo analizzato, ma molto spesso è presente senza che gli interlocutori lo sappiano, o lo percepiscano: è nascosta infatti nell'etimologia delle parole, nella loro semantica, in abitudini apparentemente insospettabili. Ecco perché questa divergenza non si limita a eventuali fenomeni pragmatici come le implicature e le presupposizioni.

La vaghezza del linguaggio della sessualità si appoggia a una serie di cause per cui i soggetti non solo non riconoscono tale vaghezza, ma la perpetuano loro stessi: l'evitamento della vergogna, il pudore, l'evitamento del disgusto, il rischio di urtare sensibilità religiosa, la volontà di proteggere i bambini. Talvolta l'intento comunicativo, quello di comprendere e farsi comprendere in modo chiaro, nonché la cooperazione stessa, articolata nelle sue massime, passano in secondo piano rispetto a queste ragioni.

L'uso chiaro del linguaggio della sessualità è un impegno non indifferente, un'abilità da allenare, e forse non alla portata di tutti. Richiede una ferma volontà di specificare, chiarire, spiegare, un saldo proposito di pretendere specificazioni, chiarimenti, spiegazioni. Richiede il coraggio di sfidare la tradizione, le consuetudini, il decoro, e persino di offendere una certa sensibilità.

Forme di vaghezza nel linguaggio della sessualità - Tesi MagistraleWhere stories live. Discover now