Capitolo 2

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Skeppy pov

Oggi era una giorno come gli altri, qui sull'anello di Saturno.
Mi affaccio alla finestra, piovevano diamanti fusi e a volte vedo un paio di fulmini cadere.
Per fortuna la casa della mia famiglia era nella sezione 45 dell'anello D (o come lo chiamo io anello D45, per abbreviare) ed era più riparata rispetto alle case di quelli che vivevano negli anelli A, B, o C .
Vado all'esterno lasciandomi alle spalle la porta. Ero sotto l'archetto che mi copriva mentre prendevo l'ombrello e lo aprivo.
La casa aveva un tetto ricurvo  ed aveva le pareti colorate di bianco, quasi sul celestino, era un miracolo se  ancora il carbonio liquido che cadeva dal cielo non avesse fatto i muri della casa neri, cosa che invece non valeva per la superficie del piccolo satellite su cui stava, che aveva molte macchie nere.

Andai sulla panchina sul retro della casa, che si affacciava su altri pianeti, di solito vedevo solo Giove e la sua tempesta a forma di occhio che non si deformava mai, ma in questo periodo riuscivo a vederne altri, persino fino alla Terra. Non so per quale motivo, ma mi è sempre piaciuto quel pianeta, era così celeste e verde e ogni volta che riuscivo a vederlo era cambiato.

Sposto il mio sguardo verso il mio pianeta, Saturno, che comparato era enorme ma tutto uguale: marroncino e bianco che si ripetevano, mescolati dalle tempeste che erano così forti che nessuno avrebbe messo mai piede lì, perché sarebbe subito stato spazzato via nello spazio profondo. Le uniche cose che mi piacciono di Saturno sono i suoi anelli che circondano l'intero pianeta e le minilune, che erano migliaia e facevano dei giochi di luce e di ombre. A volte mi divertivo a cercare dei disegni che facevano con la luce, anche se non era proprio semplice, essendo, appunto, "mini".

Ho deciso ormai, voglio andare a vivere sulla Terra.
Nel mentre smette di piovere, mi alzo dalla panchina e vedo il mio telescopio che era piantato sulla roccia. «Ormai non ti dovrò vedere dal telescopio» dico guardando la Terra.
Entro in casa e chiamo a riunione tutta la mia famiglia: mia madre, mio padre e mia sorella minore.
          // nei discorsi sono stati abbreviati con: //

//S --> Skeppy   MS --> sua madre  PS --> suo padre//
//  SS --> sua sorella                                                              //

S: «Vi ho riuniti qui per una cosa importante»
MS: «Ti ascoltiamo»
SS: «Sì, di che si tratta?»
mi schiarisco la voce
S: «Voglio andare a vivere sulla Terra»
mio padre mi guarda storto
PS: «Non ti piace qui? » dice un po' dispiaciuto
S: «Sì, beh in realtà no mi è sempre piaciuta la Terra e poi non credi che sia il momento di andare in casa da solo? »
mia madre e mio padre fanno un sospiro
MS: « Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato...»
PS: «...e ti abbiamo fabbricato un aggeggino diciamo... che ti porterebbe dove vuoi solo guardandoci dentro premendo un pulsante»
mi brillano gli occhi: «Fantastico, wow grazie!»
MS: «Purtroppo è ancora in fase di prova e... vabbè non importa, credo che funzioni benissimo anche così»
mi dà l'oggettino, era come un mirino e aveva un tastino  bianco sopra il bordino nero.
SS: « Io ti ho fatto questa, se avrai paura a farti vedere mettila in testa »
mi porge quella che mi sembra una scatola e mi sorride.
Era una specie di scatola dello stesso colore dei miei maglioni e delle mie magliette (azzurrino), ha due puntini come occhi e una bocca con la linguaccia. Me la metto in testa davanti a uno specchio, mi stava piuttosto bene. No aspetta...come ho fatto a vederci? Non c'erano dei buchi...
Mia sorella mi guardava orgogliosa del duro lavoro che aveva fatto per farla, provo a chiudere un occhio e vedo che anche la scatola faceva l'occhiolino.
S: «Cos ...come hai- »
SS: «Ho i miei metodi »
SS: « ora, non dovresti fare la valigia  se vuoi partire entro oggi, no? »
S: «Sì cavolo hai ragione, mi ero completamente scordato »
facciamo una piccola risatina e poi vado in camera mia e mi preparo la valigia, la chiudo e vado ad abbracciare tutti prima di andare. Mi seguono mentre esco dalla porta, mi metto la scatola, prendo il "mirino", mi giro e dico: «Questo non è un addio, ma un'arrivederci » li saluto, miro un continente a caso, clicco il pulsante impugnando stretta la valigia e sento una luce accecante avvolgermi...

Spazio autore >>>
ehyyyy, come va??
ora ho fatto un capitolo più lungo perché per il prossimo ci metterò di più a scriverlo ;)


Un mondo solo per noi~ {skephalo fanfiction}Where stories live. Discover now