IV

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Ma perché stiamo narrando la storia di Harry Styles?

Dopotutto sappiamo già com'è terminata.

O forse no..

O quantomeno sappiamo com'è terminata in una delle infinitesimali possibilità a disposizione.

In uno degli universi.

Eppure bisogna sempre scoprire entrambe le facciate di una stessa moneta.

Ma quante facciate effettive ha una moneta?

Sarà che ne vediamo due, ma quanti possono dire di aver lanciato una moneta ed averla fatta atterrare in verticale?

Insomma, quante variabili esistono al mondo?

Per quanto riguarda questa storia vorremo conoscere entrambi i punti di vista, ma le facciate sono molte di più.

È chiaro che, se da bambino non avesse fatto irruzione in un noto night club per adulti benestanti per scappare dalla cinghia della cintura di suo padre arrabbiato, non avrebbe mai ascoltato la musica che gli cambiò la vita.

Le idilliache note di Frank Sinatra.

Aveva quattro anni, correva come un fulmine.

Era piuttosto sveglio.

Fu tra i pochi fortunati della nuova generazione che riuscì ad ascoltare la sua voce dal vivo.

Tutto ciò che saltava alla sua memoria circa quel giorno fu lui con un classico cappello nero, circondato da un nastro. Il suo completo elegante.

Il microfono a mezzo palco tenuto delicatamente con la mano destra.

Ed il brano Somethin' Stupid.

In realtà non ricordava molto di quel momento, ma tanto gli bastò per renderlo uno dei suoi cantanti preferiti.

Per il suo stile.

Il suo portamento.

La sua musica.

E come scoprì i famosi 45 giri che tanto decantava?

Questa è una storia, forse, ancor più particolare.

Ma per raccontarla dobbiamo tornare indietro al ventisette gennaio del duemiladodici.

The Butterfly Effect Onde as histórias ganham vida. Descobre agora