Il Bagno di Mirtilla

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Quel Potter era davvero odioso.

Erano anni che non la smetteva di farle battutine di quel genere, e che soltanto lui divertivano. Inoltre non era per nulla un tipo di cui fidarsi: non mancava occasione di incontrarlo una volta con una ragazza di Tassorosso, un'altra ancora con una di Corvonero, per non parlare di quelle galline del primo e secondo anno di Grifondoro, che non smettevano neanche un secondo di ricordarle di quanto fosse bello e atletico il loro James. Il quale stava alla larga dalle Serpeverde come lei.

Un giorno Albus le spiegò che James non riusciva a farsi andare a genio la casa dei Serpeverde, poiché condizionato dai racconti dello zio Ron. Loro padre, Harry, aveva cercato di convincerlo che non tutti i Serpeverde erano stati cattivi, e che il secondo nome di Al fosse l'esempio della sua stima. Tuttavia non riusciva proprio a rendersi conto che anche nella casata di Serpeverde esistevano persone normali e con la quale poter parlare senza filtri.

In quell'atteggiamento, James non era altro che come quei pochi purosangue rimasti. Convinti che ormai la loro casata era stata contaminata e fedeli alla speranza che prima o poi avrebbero avuto la loro giustizia. O meglio: pulizia.

Illusi.

Non erano altro che degli illusi, prima o poi tutti quei pregiudizi sarebbero stati portati via dal vento. Come le foglie secche in autunno.

Stava camminando per il lungo corridoio del terzo piano, mentre nella sua testa girava come un nastro quel monologo infinito. E si stava chiedendo quale sarebbe stato il luogo perfetto per poter passare la sua ora libera prima della cena e del coprifuoco.

E fu un lampo a ciel sereno: il bagno di Mirtilla Malcontenta.

La prima volta ci capitò per sbaglio, al suo primo anno.
Stava scappando da Fiona Bulstrode, una ragazza del terzo anno che trovava sempre l'occasione giusta per prenderla di mira. Quella volta voleva trasformarla in un calice d'argento, così da averla come trofeo e poter ricordarsi ogni giorno di quanti mezzosangue ancora doveva eliminare dalla sua casata. Per fortuna trovò la porta di quel bagno aperta, e la sigillò con un incantesimo di protezione.
Rimase chiusa lì dentro almeno due ore, nelle quali strinse amicizia con la malinconia Mirtilla, la quale non smise neanche un secondo di lamentarsi di come le mancava Harry Potter e di come sarebbe stata felice in un'altra area del castello.
Il pomeriggio più lungo della sua vita, constatò mentre arrivava davanti quella grande e vecchia porta, stranamente socchiusa.

« Non ho la ben minima di idea di come si parli.»

Una voce profonda e familiare provenne dall'interno. Cassandra tese l'orecchio incuriosita: perché aveva la sensazione di sapere chi fosse l'interlocutore?

« Sei davvero un'idiota, Oliver. »

Si era aggiunta un'altra voce. E aveva più che chiare l'idee di chi fossero: Oliver Zabini il primo, Scorpius Hyperion Malfoy il secondo.
I Serpeverde più odiosi e altezzosi dell'intera casata.
Ma cosa facevano in quel bagno?

«L'idiota sei tu, dal momento che credi a tutto quello che dica.» controbatté Zabini, con tono saccente.

« Hai detto tu di saperlo fare, come potevo pensare che fosse una delle tante balle che usi per fare colpo? Sei peggio di tuo padre.»

Cassandra sentì un frastuono, evidentemente l'ultimo dei Malfoy aveva dato un calcio a qualcosa.

« Mio padre è un vero maestro, caro Scorpius. Dovresti essere felice ad averne conosciuto almeno il figlio. » quel Zabini non smetteva mai un attimo di compiacersi.

Cassandra ricordò che durante il suo secondo anno, capitò seduto accanto a lei durante una lezione di Storia della Magia e non smise neanche un secondo di vantarsi una continuazione di sé, suo padre Blaise, e tutto il patrimonio che quest'ultimo era riuscito a sottrarre alla povera ed anziana nonna.

« Oh sì, mi sento davvero molto fortunato, infatti... Perché adesso ti eliminerò! » Scorpius Malfoy era davvero furioso, ma d'altronde era la prassi. Quel ragazzo aveva sempre un diavolo per capello, sembrava che nulla fosse al suo posto. Che nulla andasse nel modo in cui egli voleva. E quella volta sembrava essere andata così.

« Conosco chi potrebbe aiutarti, ma se hai deciso di eliminarmi non so quanto sia utile la mia informazione. »

Zabini aveva sempre il suo asso nella manica. E Cassandra sapeva benissimo che quell'Oliver avrebbe fregato come si deve il suo "buon" amico Scorpius, una volta usciti di lì.

« Mmh... E chi sarebbe questa persona? » chiese sarcastico Malfoy.

« Cassandra Wood. »

La giovane Serpeverde rimase a bocca aperta per un paio di minuti. Aveva sentito male o davvero quel deficiente di Zabini aveva fatto il suo nome?

« La mezzosangue? »

Tanto per cambiare. Neanche tra compagni di casa c'era sensibilità. E di certo Scorpius Malfoy non poteva esser di meno.

« Proprio lei. » Scorpius, anche se Cassandra non riusciva a vederlo bene, parve pensarci un po' su.

« Come sai se può aiutarci? » chiese dopo qualche minuto.

« Beh, ho fatto delle ricerche e lei ha la cap- » Oliver si fermò all'improvviso, come distratto da qualcosa. Sentii che Scorpius gli chiedeva cosa fosse successo, e nell'esatto momento in cui Cassandra pensava fosse meglio svignarsela, la porta si aprì scoprendola.

« Abbiamo un ospite. » sorrise sghembo Zambini, afferrando Cassandra per un braccio e facendola entrare del tutto nel bagno.

« Mi stai facendo male. » riuscì a protestare, strattonandosi leggermente per liberarsi dalla presa.

« Cosa facevi lì? » domandò Scorpius Malfoy, con occhi sgranati dalla paura che li avesse scoperti con le mani nel sacco.

« Cercavo un'aula libera. » provò a mentire Cassandra.

«Origliando? » chiese sarcastico Scorpius, alzando un sopracciglio.

« Non mi interessano le vostre stupide questioni da purosangue, Malfoy. » rispose acida Cassandra, incrociando le braccia.

« Che tipetto! » esclamò Zabini, con quel solito sorriso sghembo sulle labbra.

Scorpius lo guardò per un secondo di traverso: delle volte Oliver era davvero patetico.
Quel suo sarcasmo da latin lover, lo mandava in bestia.

« Mi raccomando Wood, fai una parola e sei finita. » Scorpius la sorpassò, dandole quell'avvertimento minaccioso.

« La terrò d'occhio io, Scorpius. » aggiunse Oliver squadrando la piccola Cassandra con sguardo insistente e malizioso.

Il giovane Malfoy preferì uscire dal bagno, Oliver era così disperato da provarci anche con una mezzosangue. Riusciva ad accontentarsi di tutto, a differenza sua che di ragazze non voleva sentirne parlare.

Cassandra rilassò i muscoli del viso, teso per la paura che quei due spossati le avrebbero potuto fare qualcosa.

Decise di prendere un libro di antiche rune dalla sua borsa in pelle nera, e si sedette accanto ai lavandini nell'attesa che l'ora di cena non arrivasse mai.

« Carina la Wood, eh Scorpius? » come non ho detto.

« È una mezzosangue, Oliver. » gli fece notare.

« E allora? I tempi sono cambiati, e poi non la devo mica sposare. »

Scorpius alzò gli occhi al cielo, mentre attraversava la sala riunioni del proprio dormitorio, diretto al divano in pelle verde muschio in fondo a tutto.

« Sarà. » rispose annoiato.

Oliver capì che l'amico non era dell'umore adatto a parlare e così decise di raggiungere alcuni compagni della squadra di Quiddicth da poco rientrati dall'allenamento.

Mentre Scorpius tirava fuori dalla tasca la lettera che quell'estate aveva ricevuto nel suo maniero.

Il segreto di SalazarOnde histórias criam vida. Descubra agora