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Oggi è il primo giorno che passerò in barca da sola, ho dovuto insistere a lungo affinché i miei mi dessero il permesso, ma alla fine ho ottenuto ciò che volevo.
"Grazie" dico a Tabitha che mi ha accompagnata da Ward Cameron. Egli armeggia con una barca, quella che mi lascerà utilizzare in totale autonomia.
"Eden, fa' attenzione nelle acque profonde, non si sa mai. I tuoi contano che torni entro le otto di sta sera" mi informa la domestica salutandomi mentre si allontana.
"Sei agitata?".
Mi giro e mi ritrovo Rafe e Topper davanti, entrambi sorridenti.
"Non proprio, so quello che mi aspetta" rispondo mentre mi preparo a bordo.
"Oggi non è la giornata migliore per uscire in mare aperto, è previsto l'arrivo dell'uragano Agatha" mi informa il giovane Cameron quando l'amico e il padre se ne vanno.
"So badare a me stessa".
Rafe deve aver capito che non ho voglia di perdere tempo e mi afferra un polso. Lo guarda delicatamente e quando sente che mi vengono i brividi per la zona che ha toccato, ritrae la mano. "Scusami, non volevo" dice a bassa voce, quasi in un sussurro. "Mi chiedevo se potessi aggregarmi al tuo viaggetto, non vorrei mai ti accadesse qualcosa".
Per un momento sono tentata di rispondergli di sì, ma non credo che finirebbe bene, ricadremmo nel passato e lui tenterebbe in tutti i modi di piacermi come una volta.
"Veramente preferirei fare da sola, ma grazie lo stesso".
Quando ormai sono lontana e lo vedo grande quanto un puntino, tiro un sospiro di sollievo.

Sono al largo e respiro aria fresca, le onde si infrangono dolcemente sulla barca e mi distendo sul pavimento dopo aver buttato l'ancora.
Controllo i messaggi, ma non trovo niente che attiri particolarmente la mia attenzione oltre quelli inviati da mia madre che mi intimi di stare attenta.
Trascorsa qualche ora, più o meno verso le 14.30, inizio a respirare un'aria più umida e percepisco folate di vento innalzarsi.
Apro safari del telefono e digito in fretta l'orario di previsione per l'uragano Agatha: ore 14.40. Perfetto, penso, ho 10 minuti per fare ritorno.
Comincio a tirare su l'ancora il più velocemente possibile e metto in moto.
L'aria si fa sempre più forte e i capelli mi vanno negli occhi e in bocca, quasi non riesco a concentrarmi.
Nel giro di qualche minuto la barca comincia ad essere scossa violentemente, non riesco più a tenermi aggrappata al timone e scivolo indietro. Mi rialzo in velocità e vengo catapultata addosso al bordo della barca, cerco di tirarmi su ma le onde ed il vento mi scuotono.
Cado all'indietro e sbatto la testa su un rialzamento, tutto intorno a me si fa sfuocato fino a che vedo solo nero.

𝐁𝐋𝐔𝐑𝐑𝐄𝐃 𝐋𝐈𝐍𝐄𝐒 || 𝐉𝐣 𝐌𝐚𝐲𝐛𝐚𝐧𝐤Donde viven las historias. Descúbrelo ahora