diciotto

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«Tu che mi dici "non ti riconosco,
non sei più il solito,
mo mi dai il vomito".
Perché lo so che muoio prima,
qua non c'è una via di fuga...»

Sbagli te- Disme

-devo andare!- urlai correndo verso l'uscita -da sola non ci vai.- rispose Margherita afferrandomi per il polso -so badare a me stessa, non voglio che tu ci finisca in mezzo.- risposi togliendo il mio polso dalla sua presa e uscendo da casa Rizzo -smettila di essere la classica testa di cazzo che già sei, vengo con te e basta.- rispose lei seguendomi per le scale fino all'uscita -d'accordo ma qualsiasi cosa io non sono responsabile di nulla.- dissi mentre velocemente sbloccai l'auto e mi fiondai dentro di essa seguita dalla mora -non succederà nulla.- disse chiara lei -lo spero.- risposi mettendo in moto e dirigendomi per la seconda volta in quel giorno casa mia.

[...]

-Andrew!- urlai aprendo velocemente la porta, tanto che quest'ultima andò a sbattere sul muro alla sua sinistra, il moro si girò di scatto spaventato, ma parve quasi capire che fosse finito il suo gioco assurdo di menzogne. Lui che tanto amava la verità. -stai lontano.- disse con tono serio che quasi mi fece gelare il sangue nelle vene -che intenzioni hai, è finita la commedia.- dissi avvicinandomi lentamente -ma non finirà come pensi tu.- disse per poi tirare fuori dai suoi jeans una pistola, da quando l'aveva? -da quando hai sta roba?- domandai confusa -da quando qualcuno aveva iniziato a parlare, dieci anni fa.- disse serio, aveva preso un'arma a causa mia? -Andrew non sai nemmeno quello che stai facendo, mettila giù.- disse cercando di mediare Margherita, probabilmente preoccupata per me 

-non lo so? Invece lo so benissimo.- disse per poi puntarla sulla mora -ora scegli...- disse -o mi lasci andare, o le salta la testa.- disse serio e caricando la pistola, rimasi immobile, non potevo farlo andare via e fargliela scampare di nuovo, non volevo più vivere con quelle scene nella testa. -perché sei stato con me per tutto questo tempo?- domandai cercando di deviare la sua attenzione e togliergli l'arma -e che avrei dovuto fare? Farti dire a tutti che sono stato io? No, non doveva andare così, dovevo sapere che cosa volessero fare gli sbirri, e penso sia stata la miglior scelta.- disse, mi aveva usato per i suoi scopi? Strinsi i pugni -Martina...- sussurrò la mia amica accorgendosi della situazione -credi che colpirmi ti farà stare meglio?- disse lui alzando le spalle -sono cinque anni di relazione Andrew, e nemmeno so come cazzo ci siamo arrivati.- dissi cercando di controllare la rabbia che mi saliva in modo incontrollabile. Lui alzò le spalle con indifferenza -vaffanculo Andrew, sei una merda.- dissi e feci per colpirlo, Margherita si gettò su di me facendomi perdere l'equilibrio e cademmo a terra entrambe, Andrew si spostò di poco, e ci guardò. Puntò la pistola su di sé -no...- sussurrai sbarrando gli occhi -però, devo ammettere una cosa, Martina.- disse e io rimasi immobile, non sapendo cosa fare e come muovermi.

-ti amo- disse per poi premete il grilletto. Una macchia di sangue si espanse per la camera, io e Margherita restammo pietrificate, senza sapere cosa fare, il corpo del moro era riverso sul pavimento con un foro. -cazzo...- sussurrai sentendo l'aria mancare -cazzo, cazzo, cazzo, no!- urlai avvicinandomi al suo corpo sanguinante -Andrew...ti prego no.- dissi nella speranza che fosse ancora vivo -Marti...lascia stare...- sussurrò la mora alle mie spalle -non è possibile..- sussurrai continuando a prendere grandi respiri, restando sempre affianca al suo corpo. Aveva detto che mi amava, quando mai lo avrebbe ammesso? Dopo tutto quello che aveva detto, dopo tutto quello che mi aveva fatto capire, alla fine se n'è andando di dicendomi, in poche parole, che questi cinque anni non sono stati del tutto inutili, che infondo qualcosa tra di noi esisteva realmente.

-chiamo Fabio...e gli altri, abbiamo...non lo so...- sbuffò lei passandosi una mano tra i capelli, rimasi in silenzio e quando Margherita andò in qualche angolo della casa, restai da sola con il suo corpo. Lo fissavo, come se cercassi segni di vita, che ormai aveva già abbandonato quel corpo da un po'. Perché aveva fatto tutto questo? La gelosia lo aveva logorato al suo interno, tanto da fargli commettere qualcosa di immondo nei confronti di quella ragazza, nella speranza che tutto ciò non venisse mai allo scoperto. Eppure quel giorno è arrivato, e anche in questa situazione ha cercato di fare di tutto pur di non farsi scoprire. Perché aveva ammesso di amarmi  se poco prima aveva confermato di avermi usata, che fossero parole anche per farmi male? Non saprei. Ma ora cosa importa? Lui ormai non è più qui con me, ormai mi resta soltanto la rabbia e il rancore che mi aveva lasciato. Ma non posso non ammettere che è stata la persona più importante fino ad ora.



















Ebbene sì, questa è la fine, spero vi sia piaciuto. Premetto che è stata la mia prima storia di questo tipo, quindi non so esattamente se è stata scritta come l'avevo immaginata. Spero soltanto però che almeno una piccola parte vi sia piaciuta. Grazie a tutti per il supporto nei confronti di questa storia, non me lo sarei mai aspettata, vi adoro:)

Picasso|| DismeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora