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-per quanto riguarda quella storia, hai trovato qualcosa di interessante?- domandò Margherita dopo un attimo di silenzio -nulla di che, soltanto, ho capito come si chiama questa ragazza.- risposi -e come si chiama?- domandò incuriosita -Lidia, Lidia Sartori.- risposi, lei rimase per qualche istante in silenzio pensando a qualcosa, probabilmente a scavare nella memoria se quel nome potesse risultarle familiare. -sono convinta sia lei, c'era una testimonianza anonima che combacia con ciò che ho o che abbiamo visto...- continuai spiegandole, lei annuì -sì, capisco...- rispose continuando a fissare un punto indefinito della stanza -eppure c'è qualcosa di davvero strano...- sussurrò -in che senso?- chiesi -da qualche tempo a questa parte, da quando me ne hai riparlato, ho fatto qualche sogno strano, assomigliavano abbastanza ai tuoi...solo che qualcuno mi urlava di stare attenta, a cosa o a chi non lo so, non me lo ha detto.- alzò le spalle -l'ultima volta che ho sognato qualcosa di strano è stato la settimana scorsa.- risposi, lei posizionò lo sguardo su di me, incuriosita.

-cioè, non è il solito sogno dove corri senza motivo?- chiese sorridendomi -no stronza, no.- risposi ridendo -e cosa avresti sognato?- domandò -lei che mi chiedeva aiuto, lasciando stare il contesto insolito, ma è così.- spiegai brevemente -vorrei capire ora cosa sta succendendo...perché dopo tanti anni? E perché proprio a te?- chiese confusa, alzai le spalle         -forse lo sapremo soltanto quando arriveremo infondo a questa storia- risposi -una cosa è certa, che al centro di tutto questo c'è un pazzo.- rispose lei, annuì d'accordo.

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Italia, 2010

Era ormai notte fonda, non se la sentiva di lasciarla da sola in preda ad una banda di ubriachi, le sue condizioni di certo non erano delle migliori, ma allo stesso tempo era abbastanza lucido da comprendere quello che gli accadesse attorno. -non dovresti andare a casa?- gli domandò la ragazza dai capelli biondi -sì, ma non mi fido di questi.- rispose -ma non ti preoccupare, sono miei amici.- rispose lei sorridendogli e posando la testa sulla sua spalla -mi stai dicendo che non mi vuoi?- domandò fingendosi offeso, anche se in cuor suo non voleva per nulla andarsene, gli piaceva stare con lei e a lei a quanto pare piaceva stare con lui.

-avanti, non ti preoccupare.- continuò -invece mi preoccupo...- rispose -avanti, smettila.- continuò -Lidia non capisci, sei sotto la mia responsabilità.- disse con tono serio, anche se dentro di sé non sentiva di riuscire ad occupare quel ruolo, lui le responsabilità non riusciva a gestirle, forse perché non si sentiva del tutto pronto o semplicemente perché lui riusciva a malapena badare a sé stesso. -sono miei amici...- sussurrò la ragazza -per te sono tutti amici! Ma non è così!- urlò furioso -calmati...- sussurrò la ragazza che preoccupata non riusciva a incrociare il suo sguardo, le sembrava di parlare con uno sconosciuto, forse l'alcol aveva colpito la parte sbagliata del suo carattere, lui che era così premuroso con lei, ora si comportava in una maniera che quasi nemmeno riconosceva.

-andiamo a casa.- disse a denti stretti -io voglio divertirmi...- sussurrò -sono le tre, basta così, e smettila di fare la bambina, hai anche una certa età.- continuò riferendosi al suo compleanno appena trascorso -ho sedici anni non quaranta...- sbuffò -no Lidia, non c'entra un cazzo.- rispose nervosamente prendendola per il polso -fanculo.- sussurrò lei mentre l'altro la tirava fuori da quel locale ormai in chiusura

Picasso|| DismeWhere stories live. Discover now